Capitolo 3

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Fisso il muro davanti a me finché la porta non si apre e non entra mio padre, guardo dietro di lui per vedere se c'è anche mia madre ma a quanto pare è solo. Viene verso di me e mi abbraccia, a gli occhi arrossati e si trattiene a stento dal piangere -Sei forte...- mi dice accarezzandomi i capelli con fare spettinato -Lo so, ti prego non piangere, starò lontano da casa solo per un po'- gli dico sorridendo, lui mi abbraccia più forte prima che due pacificatori lo portino via dalla stanza. Dopo qualche minuto entra mia madre che mi soffoca in un abbraccio, la sua espressione arrabbiata mi spaventa -Vieni, dobbiamo scappare- dice prendendomi per il polso -Io non scappo, io vinco- le dico in tono piuttosto prepotente -Devi andartene! Non voglio che tu abbia la mia vita! Quello che ho passato!- dice esasperata -Io sono diversa da te!- sbotto e lei mi molla il polso e mi abbraccia -Ti voglio bene, ma questa è la mia vita- le dico in un sussurro, lei non dice niente ma le lacrime riprendono a scorrergli lungo le guance, poi viene portata via dai pacificatori. Mi risiedo sul divano pronta a partire quando la porta si apre nuovamente ed entra Tyler, lo guardo con odio -Perché sei venuto?- gli chiedo fissandolo, lui si siede accanto a me ed io mi allontano -Per darti la possibilità di aver dato un bacio prima di morire- dice in tono sensuale avviciandosi a me, continuo a guardarlo con odio prima di alzarmi, si alza anche lui e mi viene ancora più vicino -Allora?- dice a meno di un centimetro da me -Okay- dico con il tono più sensuale che riesco a trovare, si avvicina a me e quando le nostre labbra sono a meno di un millimetro di distanza gli tiro un calcio nelle parti basse che lo fa cadere in ginocchio -Morirai senza nemmeno aver avuto un ragazzo! E se torni sarà la stessa cosa!- sbotta con una voce ridicola a causa della botta, dopo qualche minuto i pacificatori lo trascinano fuori dalla stanza ed io scoppio a ridere. Dopo qualche secondos la porta si apre nuovamente ed entra mia cugina che mi abraccia piangendo -Basta piangere! Mi deprimi...- gli dico stringendola e lei sorride -Scusa...- dice poi nessuno delle due parla. Quando esce ancora piangendo so con certezza che non c'è più nessuno che entrerà da quella porta, se non dei pacificatori. Dopo qualche minuto dei pacificatori ci scortano tutti fino al treno che ci porterà a Capitol City, sono emozionatissima. Il treno è lussuosissimo anche se io a differemza di molte altre persone sono nata in una famiglia benestante. Betty ci indica le nostre camere e sebbene abbia voglia di levare il vestito bianco da ragazzina ingenua decido di tenerlo, quello che faccio è levare il nastro che tiene i miei capelli legati, lo levo e me lo lego al polso a mo' di braccialetto. Mi siedo sul divano ma non accendo la televisione, fisso il vuoto. Dopo qualche minuto arriva Alessio e si siede accanto a me guardandomi, -Perché mi fissi?!- gli chiedo dopo un po' lui distoglie lo sguardo imbarazzato -Sei carina...- dice poco convinto -Grazie- dico non sapendo cosa dire, quel ragazzo ha un qualcosa di diverso, solitamente riesco ad essere molto acida con i ragazzi ma lui....con lui non ci riesco, e lo conosco solo da un giorno, o meglio, lo avevo visto a scuola ma non gli avevo mai rivolto la parola. Il silenzio viene interrotto da mia mamma che entra e si siede in una poltrona vicino a noi -Stasera guarderemo le mietiture dei vari distretti, dovete farvi un'opinione degli altri tributi- dice, noi annuiamo e lei sparisce nuovamente in camera sua. La sera arriva in fretta e ceniamo, non mangio molto il primo e il secondo piatto ma mi fiondo letteralmente quando arriva il dolce, un panino ripieno di una marmellata dolcissima, non credevo esistessero cose così dolci. Dopo aver cenato ci sediamo a guardare la mietitura, mi rivedo nello schermo con Alessio, lui si mette una mano sulla fronte come a dire "oddio, quanto sono sembrato stupido" io invece sono piuttosto orgogliosa della figura che ho fatto, tutti gli altri tributi mi vedranno come una ragazza coraggiosa e probabilmente anche pericolosa, ma il mio abbigliamento fa pensare ad una bambina ingenua, una ragazzina che si prepara a morire. Dopo di noi c'è il distretto due, viene estratta una ragazza dai capelli neri e gli occhi color pece, ha uno sguardo crudele e quando viene pronunciato il suo nome, Jennifer Loney, va diretta verso il palco senza guardare nessuno. Il tributo maschio mi ricorda vagamente Tyler, rispetto a lui è molto più pallido ma ha la stessa muscolatura, si chiama Edward Cranger, lui si offre volontario e la ragazza sembra scossa dal suo gesto. Per il distretto tre ci sono Winnie, una ragazzina di due anni più piccola di me dai capelli rosso fuoco vagamente tinti, e Ray, un ragazzo della mia età dall'aria intelligente e sofisticata. Per il distretto quattro Sean, un quindicenne biondo e davvero carino, e Willa, una ragazzina di dodici anni minuta e spaventata. Perdo intaresse per tutti i ragazzi degli altri distretto e mi riconcentro quando arriviamo al distretto undici. Li viene estratta una ragazza della mia età davvero bella, con una marea di capelli ricci di nome Cherry, ed un ragazzo magro di nome Aron. Nel distretto dodici una ragazza che mi somiglia molto di nome Valery ed un ragazzo di nome Peter. Dopo aver finito di guardare le mietiture saluto tutti e vado in camera mia, levo il vestito e senza mettere nient'altro mi abbandono alla comodità del letto.

Hunger Games 48 (Sequel to Hunger Games 23)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora