Episodio 2 - Ben tornato, Harry! (PARTE 1)

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Harry

Non pensavo minimamente di provare un'emozione così intensa, una volta messo piede sul territorio americano; a New York City, la città più caotica del mondo che mi è mancata terribilmente durante il mio ritiro in Inghilterra.

Con la stessa determinazione e velocità di prendere e partire per staccare da tutto il caos il quale mi aveva avvolto tre mesi fa, ho deciso di ritornare negli Stati Uniti. A casa mia.

Dopo il discorso affrontato con mia madre, ho impiegato poco meno di una settimana per organizzare come si deve il mio rientro in patria; giusto il tempo per prenotare il biglietto di sola andata per New York, sistemarmi i capelli, dire addio a quell'oscena barba che si era formata lungo la mia mascella e dedicare gli ultimi giorni di permanenza a Cambridge alla mia famiglia.

Sono addirittura andando a fare jogging insieme a Rob alle sette di due mattine fa; prima e ultima volta in cui mi faccio coinvolgere in una cosa del genere, dato che sono uno che ama particolarmente dormire e non sprecare le prime ore del mattino per fare attività fisica. Quella mattina, sembrava più Rob il ventottenne e io il sessantenne.

Il giorno prima di partire, una volta preparati tutti i bagagli, mia madre ha insistito per uscire fuori a cena noi quattro, così da darmi un buon augurio per il mio rientro a New York. Ammetto che è stata una serata davvero piacevole e non pensavo di potermi seriamente divertire così tanto con Rob, mia madre e Nicole. Nessuno ha osato versare lacrime, proclamare parole sdolcinate o ingranare qualche tipo di discorso straziante. Agli occhi di chi ci circondava, sembravamo a tutti gli effetti una normalissima famiglia a cena fuori per festeggiare un qualche avvenimento importante, come una promozione o un annuncio di fidanzamento.

Il momento drammatico è arrivato questa mattina, quando mi hanno accompagnato all'aeroporto per porgermi i saluti definitivi.

Mia sorella mi ha abbracciato calorosamente, assicurandomi che sarebbe venuta a New York il prima possibile, con la scusa di essere stata invitata a trascorrere qualche giorno insieme a nostro padre. Lei ha negato prontamente, ma era alquanto rattristita all'idea di vedermi partire; gliel'ho letto tranquillamente nei suoi occhi tristi e marcatamente lucidi.

Rob, come sempre, ha sfoggiato il suo solito e rassicurante sorriso, prima di abbracciarmi e augurarmi ogni bene, ricordandomi che sono sempre il benvenuto in casa sua e di mia madre.

E poi c'è stato il momento più difficile: il saluto ad Annie, la donna che non mi ha mai abbandonato con la mente e il cuore, e che mi ha incoraggiato a tornare a New York, malgrado per lei fosse una vera pugnalata al cuore.

L'ho vista lottare con tutta se stessa per trattenere le lacrime pur di non rendermi difficile la partenza; si è limitata ad abbracciarmi con tutta la forze che aveva in corpo, lasciarmi un bacio sulla guancia e sussurrarmi all'orecchio una semplice frase che mi ha decisamente scaldato il cuore.

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