Episodio 4 - Irish Party! (PARTE 1)

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April

Il giorno in cui Harry e Chris si lasciarono definitivamente, davanti alla vetrata dell'Hollywood Cafè, in quel freddo e uggioso pomeriggio di aprile, mi ero sentita completamente frastornata, nonché dannatamente inutile e inerme.

Io e Lori siamo state costrette quasi a implorare Chris di alzarsi da quel marciapiede per recarci di sopra nel nostro appartamento e cercare di calmarla.

Calmare, per così dire.

Chris era distrutta e nessuno riuscì a domarla quel giorno, tant'è che Lori stessa si sentì inerme tanto quanto la sottoscritta, nel vederla così afflitta e fuori controllo; non riusciva in alcun modo a placare le lacrime e sembrava davvero sull'orlo di avere un attacco di panico o, addirittura, una crisi di nervi bella e buona.

Io non riuscii a proferire parola nel vederla tremare, piangere, urlare parole senza senso e, addirittura, farneticare di correre all'aeroporto per provare ancora a fermare Harry.

Lori, Zoey, Jill, Baker, Logan ed Eoin fecero il possibile per tentare, con frasi fatte, di far rinsavire Chris, la quale sembrava davvero aver perso il lume della ragione. Vederla fradicia, sofferente, avvolta dalle lacrime e intenta a estirpare il dolore in tutti i modi immaginabili possibili, mi provocò una voragine nel petto; non sembrava nemmeno più lei.

Conosco Chris da tutta la vita e non ero proprio in grado di riconoscerla ridotta in quello stato; neppure quando aveva subito il tradimento di Michael era arrivata a tanto. Sembrava posseduta dal demonio, soprattutto nel momento in cui iniziò seriamente a implorarmi di dirle che fosse tutto un incubo.

Mi diede la mazzata finale e, ancora una volta, non ebbi la forza di parlare per cercare di calmarla. Persino Zoey e Jill trovarono la volontà necessaria per provare ad aiutarla a rinsavire, ma non io.

Nel momento in cui mi guardò con quegli occhi pieni di dolore, liquidi e arrossati, ricevetti il colpo di grazia; mi limitai semplicemente a sbarrare gli occhi e ad aprire la bocca ma ero incapace di enunciare una minima sillaba di conforto. Mi impietrii all'istante quando mi abbracciò utilizzando tutta la forza che possedeva in corpo e io, come una perfetta cogliona, cercai subito aiuto nello sguardo di Lori, anche lei completamente scioccata dallo stato d'animo di Chris ma comunque con tutte le buone intenzioni di provare a farla rilassare.

Mi sentii davvero inutile e afflitta. Che razza di amica potevo mai essere se non riuscivo nemmeno a stare seriamente vicina a una delle mie più care amiche in un momento di dolore?

Un'amica di merda, ecco come mi ero definita quel giorno.

D'altra parte non riuscivo nemmeno a fare i conti con Harry; sapevo benissimo che la sua decisione di partire, per quanto non adatta, era particolarmente sensata. Dopotutto, sapevo che stava soffrendo diabolicamente per ciò che era successo con Chris ma, nonostante tutto, non ero stata capace di comportarmi da amica nemmeno con lui.

Hollywood Cafè - St.3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora