Anna Bazie se ne stava su di una balconata in penombra che dominava la sala da ballo: l'elegante salone era illuminato a festa da diversi lampadari di cristallo, le pareti erano ricoperte di tappezzeria ocra con svariati ghirigori, il pavimento era di marmo bianco ed i quadri che ornavano le pareti potevano specchiarvisi. Tutte le invitate erano alte ufficiali di marina, i gradi più bassi erano i tenenti di vascello, e c'erano perfino delle ammiraglie: quasi tutte indossavano l'alta uniforme nera a doppio petto, mentre alcune si erano concesse il lusso dell'uniforme da gala bianca, con gli stivali di cuoio lucido e gli speroni d'argento. Anna, dal canto suo, indossava l'uniforme nera: portava con un certo orgoglio i nastrini delle decorazioni ricevute, alcune fresche; aveva fatto diverse volte il nodo alla cravatta, perché fosse impeccabile, e non aveva rinunciato a indossare anche le cordelle dell'alta tenuta.
Sapeva che molti attendevano lei con impazienza, ed in particolare un giovane uomo che stava accanto alla porta d'ingresso accanto alle scale: era il suo fidanzato che, indossando un semplice vestito da ballo, la stava aspettando impazientemente osservandosi l'orologio. Anna cominciò a scendere le scale e, man mano che le ospiti del ricevimento la vedevano, si bisbigliavano l'un l'altra nell'orecchio chiedendo conferma che fosse proprio lei. "Comandante", le disse la sua seconda venendole incontro, "siete quasi in ritardo, signora". "Oh Alice", rispose Anna con indifferenza, "la comandante della più prestigiosa unità della flotta può permettersi del ritardo, non ne convenite?". "Paolo vi sta aspettando con grande ansia, dovreste fare attenzione: dopotutto è un bel giovane, e qui ci sono molte donne single" continuò Alice, che ben sapeva che le sue parole avrebbero irritato Anna, ma irritare la sua comandante durante i ricevimenti la divertiva molto e la comandante si era abituata a perdonarla.
"La comandante Bazie", esclamò la commodoro Maria Marfiglia vedendola arrivare, "è un vero onore incontrare una leggenda!". "Voi mi lusingate, signora commodoro", rispose Anna, sorridendo e facendo un inchino, "io non sono che un'umile comandante e ai miei ordini vi è una sola unità". "Questo è vero", rispose la vice ammiraglia Ludmila Mirsianna, "ma l'unità che comandate è pur sempre la nostra migliore unità sottomarina; si capisce che un tempo di sottomarini come quello di cui avete il comando ne costruivamo molti, ma oggi dobbiamo tenerci da conto quelli che abbiamo". Paolo, finalmente, riuscì ad avvicinarsi alla sua fidanzata e, visibilmente irritato per il fatto che lei avesse preferito raggiungere direttamente le alte ufficiali, senza aspettarlo, le disse: "Ancj ma che fai? Ti dimentichi di me?".
"Signore", disse Anna rivolgendosi alle ufficiali, alzando il tono e trascurando totalmente la domanda di Paolo, "posso presentarvi il mio fidanzato, Paolo Volpe". Paolo, a quelle parole, comprese l'onore che stava ricevendo e, trattenendo un lieve imbarazzo, si affrettò a fare un profondo inchino. "Ah già", disse con sufficienza la vice ammiraglia, "fidanzati... un tempo anche io m'interessai a qualcosa di simile, ma noi donne di mare finiamo col perdere interesse verso i maschi: il mare è un consorte molto geloso e molto esigente, signorino Volpe". "Ne ho esperienze più o meno felici, signora", rispose Paolo col tono di chi vuol fare una battuta amichevole, "tuttavia si potrebbe obbiettare che una donna che sta poco a terra, quando ci sta, se la sa godere, e sa dare un valore aggiunto a tutto". "Anche questo è vero", disse Maria sorridendo, "ma chi non è mai stato in mare che per farsi una nuotata non può capire cosa significhi: il mare, la sua vastità, i suoi rumori e i suoi profumi, il lamento dei gabbiani e la carezza dell'onda; dopo un po' capisci che l'abisso è diventata la tua misteriosa e terribile dimora, c'è qualcosa nella risacca che ti chiama irresistibilmente a tornare al mare". "Parole di una donna che ha fatto carriera, e che ora non naviga che nel suo mare di carte burocratiche, barricata nel suo elegante ufficio", disse Anna sorridendo: le solenni parole di Maria, in questo modo, vennero sdrammatizzate, e non parvero altro che un'espressione di nostalgia da parte di una marinaia ormai spiaggiata. Maria rise di gusto insieme alle altre a quelle parole, e non si poteva capire se avesse accettato la sdrammatizzazione o se nascondesse con quelle risate un animo offeso.
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Varakud, diciannove ragazze e due giorni di ossigeno
ActionQuando ottiene il comando del sottomarino Varakud e chiede al suo fidanzato di sposarla, Anna Bazie è una giovane donna all'apice della carriera, una fervente comandante femminista devota agli ideali della Rivoluzione. Vicina a coronare i suoi sogni...