·Capitolo 11·

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Tre "spintoni" alla porta.

La stavano buttando giù.

Corro dalla cucina al salotto per aprirla, con le mani indaffarate per la ciambella al cioccolato appena sfornata.

Il notiziaro delle nove di sera era iniziato.

-Lola! Non aprire!- urla mia madre, dieci anni più giovane.

Abbasso la maniglia ed ecco un uomo sulla trentina di anni.

Barba e capelli chiari, come i miei, occhi celesti, come i miei. Molto più alto rispetto a me, con un coltello in mano.

Stava sorridendo.

-E tu chi sei? La piccola Aurora?- Aveva una voce rauca, grossa, da uomo.

-Lola! Vieni qui!- mia madre corre da noi lasciando cadere il grembiule ricamato rosso a terra.

L'uomo mi spinge violentemente per una spalla, alzandomi e prendendomi in braccio.

Mi spingeva il coltello nella gola, senza farmi male però.

-Mamma! Mamma, aiutami! Mamma!- Un odore forte invadeva le mie narici.

Puzza? Era alcool.

-Lasciala! Ethan! Ha solo 6 anni! Lasciala, ti prego!- Mia mamma stava piangendo, mentre l'uomo rideva.

Perché rideva? La mamma piangeva, era in ginocchio, perché ride?

-Sei cattivo! Fammi scendere! Voglio la mia mamma!- urlo.

-Shh, piccola, sta' zitta! Papà ora è con te, tesoro.-

-Mamma! Mamma!- urlo.

Ci avviciniamo a mia madre, l'uomo mi portava ancora in braccio. Spinge mia madre a terra facendola urlare.

-Dammi la bambina! Ethan! Lei non c'entra nulla! Per favore!- Si stava disperando.

-Adesso ci divertiremo un pò.- Dice con una risata rumorosa.

Mi lascia cadere nel divano, ferendomi con il coltello nella spalla sinistra. Prende mia madre per il collo trascinandola in cucina.

Sono impressionata dal sangue che esce dalla spalla, non ne ho mai visto così tanto. Forse il massimo è stato quando ho grattato quella brutta cicatrice nel ginocchio.

Mi alzo dal divano e corro in cucina, c'è la porta chiusa e la mamma sta piangendo ancora più forte.

-Mammina, apri, per favore..- piagnucolo.

Mi siedo accanto alla porta chiusa a chiave avvicinando le ginocchia al petto.

Comincio a piangere. Mia mamma è rinchiusa dentro la cucina con quell'uomo cattivo, io ho paura e sono sola.

Perché la mamma non esce e mi aiuta? Perché sta dentro?

Ho paura. Mamma.

[...]

-NO!- mi sveglio.

Era solo un sogno, di nuovo, ci sono cascata ancora.

Gli occhi scattano su tutta la stanza. Sono a casa di Zayn. Ma..

-Lola!- la porta si apre rivelando un Zayn solo con dei jeans neri.

-Ti sei svegliata! Come stai? Che ti senti?- continua.

Ho la fronte imperlata di sudore, il respiro affannoso, i capelli attaccati alla fronte e alle spalle, indosso solo l'intimo.

Non sono in grado di rispondere. Non capisco. Lo guardo negli occhi.

Can I Change? [Niall Horan]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora