little sunshine

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Era ormai passata una settimana dalla perdita di memoria del biondo, ogni giorno che passava il ragazzo ritrovava l'arancione, Shōyo, davanti alla porta di casa e allo stesso modo la sua sindrome aumentava, tossiva di continuo ed aveva iniziato a classificare il dolore.
Tosse normale, 3/10, tosse mista a sangue, 7/10, tosse e petali di girasole, 10/10.

Ogni volta che si ritrovava la gola piena di quei corpi estranei si sentiva morire, come se ogni angolo della sua trachea fosse tempestato di piccoli aghi che pungevano avanti e indietro, cucendo e scucendo i buchi provocati in precedenza, il dolore era insopportabile, stessa cosa per quando questi petali dovevano uscire dalle sue labbra rosee, sporcandole col sangue.

Questo era ciò a cui pensava Kenma che non aveva nemmeno la forza per giocare ai suoi amati videogiochi.

Hinata suonò il campanello fuori dalla porta del maggiore, desiderando che quest'ultimo aprisse permettendogli di entrare.
Tutta la squadra si trovava a Tokyo grazie alla tacita richiesta del centrale, approvata completamente da tutti quanti, alla fine tutta la Karasuno poteva dire di tenere almeno un poco a Kenma perciò non vi furono eccezioni.
La piccola esca rimase sorpresa vedendo il biondo davanti alla porta, più esile e pallido che mai.

«Kenma...tutto ok...?» disse con un filo di voce, vedendo poi il maggiore annuire appena con il capo, spostandosi un poco e permettendogli di varcare l'uscio dell'appartamento.

«Kenma ti prego, dimmi che ti succede...» disse il più piccolo tra i due, appoggiando una mano sulla spalla del biondo.

A quel contatto Kenma sentì un leggero calore pervadergli il corpo assieme a delle piccole scariche di energia, dimenticando il dolore per qualche attimo.

«Perché dovrei dirtelo? Non ti conosco nemmeno, raggio di sole...» sussurrò appena l'ultima parte della frase, non voleva dire qualcosa del genere ma gli sembrava così..familiare.
Il suo istinto per qualche ragione gli urlava di fidarsi del ragazzo, di affidarsi completamente a lui ma allo stesso tempo sarebbe stato da pazzi lasciarsi nelle mani di uno sconosciuto.

«Kenma...mi hai chiamato raggio di sole..?»

Flashback a tre giorni prima

«Credo sia palese che si tratti di sindrome di Hanahaki..sai a cosa porta, ragazzo?» disse il medico con un tono abbastanza gentile, nonostante stesse sussurrando per non far sentire ad altri la diagnosi.

«Alla morte, vero..? Se la persona amata non inizia a ricambiare i sentimenti il soggetto muore a causa dei fiori cresciuti all'interno dei suoi polmoni» il medico a quelle parole abbassò appena lo sguardo, per poi rialzarlo e guardare il giovane negli occhi.

«A proposito della perdita di memoria, credo sia una reazione della tua mente, come quando ,durante uno shock, l'adrenalina aumenta drasticamente, permettendoti di ridurre il dolore. La stessa cosa ha fatto il tuo cervello come modo per contrastare la sindrome, credi abbia senso?» il biondo non disse nulla, limitandosi ad annuire appena e tenere lo sguardo saldo sulle converse rosse e leggermente rovinate ai suoi piedi.

«Riguardo alla sindrome..è anche possibile rimuoverla con la chirurgia, ci sono degli effetti collaterali ma è meglio della morte»

Fine del flashback

«Oh...si, ti ho chiamato raggio di sole...mi è venuto spon-» al ragazzo non fu concesso di finire la frase, venendo interrotto da un singhiozzo di Shōyo.

«Non lo facevi da molto...» disse, in lacrime, per poi stringere a sé il maggiore in un abbraccio, posando la testa contro il suo collo e lasciando che le lacrime bagnassero copiosamente la maglia di Kenma.

Solo in quel momento Kenma realizzò di avere un estremo bisogno di quella sorta di lampada luminosa, in quel momento debole e soffusa.

«Shōyo...» non sapeva bene cosa dire, non era bravo con le persone e mai gli era importato di esserlo, sentiva dentro di dover dire qualcosa a quel ragazzo ma restò in silenzio.

«Ti aiuterò a ricordarti di me, Kenma"

Losing memories || kenhinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora