7. Il benvenuto

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Mirabilis era costituita da dieci stadi, nove dei quali andavano attraversati per raggiungere Scelus ed il suo castello di Crystallum, dove erano tenuti prigionieri numerosi cittadini di Wondercaelum, la città formata dai primi cinque livelli. Nessuno sapeva com'era fatto, nemmeno il Signor Dason conosceva le sue sembianze. Non si faceva guardare in faccia, ammesso che avesse una faccia e tutto ciò che distruggeva lo faceva per mano del Consiglio degli Improbitas, dei suoi alleati malvagi e soprattutto degli antagonisti del Consiglio dei Diamanti, di cui facevano parte i genitori dei due ragazzi. Ogni consiglio era formato da nove membri ed ognuno di essi aveva assegnato un nemico da sconfiggere, in base alle loro abilità e potenzialità. Anni prima anche Scelus ne aveva uno ma egli si ritirò e scelse un'altra vita, lontana da Mirabilis e da ogni cosa che ne deriva, lasciando tutto il potere nelle sue mani. Mirabilis era un mondo imprevedibile tanto quanto i suoi abitanti e questo rendeva magica e misteriosa ogni sua singola parte.

Victoria ed Evan erano appena comparsi davanti ad una porta enorme ed imponente con sopra incisi in rilievo due stemmi: il primo, a sinistra, rappresentava nove diamanti che erano a loro volta all'interno di un unico diamante più grande mentre il secondo, a destra, raffigurava un albero spoglio, triste, come se fosse sul punto di morire. Tutto attorno c'era un vasto paesaggio verde, con ruscelli dall'acqua trasparente sparsi qua e là ed il cielo così limpido da non vedere manco una nuvola.

"Cos'è questa cosa?"

"È una porta. Penso che anche voi le abbiate." Disse un essere basso, dalle orecchie lunghe e appuntite, con addosso soltanto una giacca che sembrava essere il risultato di un milione di stoffe prese ovunque e unite tra loro senza il minimo senso.

Evan arrossì e si voltò verso la strana creatura.

"Sì, le abbiamo."

"Allora ho indovinato. Benvenuti!" Tossì. "Io sono Cyrus, comunque. Il signor Dason vi aveva detto di cercarmi ma io, in quanto custode dell'Ala sinistra, ho deciso di aspettarvi qui davanti. Sapevo di trovarvi proprio in questo punto." Poi si avvicinò a Victoria e le toccò i capelli.

"Sono così lisci e biondi." Disse.

"Ed è una cosa negativa?" Rispose Victoria.

"No, affatto, qui nessuno ha dei capelli così belli. Si vede che sei la figlia di Alexander."

"Esatto. Sono venuta qui per cercarlo."

"Lo so, ma non sei qui solo per questo. Sei venuta per liberarci tutti, da lui, da Scelus."

"Sì, mi è stato detto...Io ci proverò."

"Ci proveremo." Disse Evan.

Cyrus salì su una roccia abbastanza alta per farsi notare dai due ragazzi appena conosciuti e incominciò a parlare. Nonostante cercasse di mantenere la serietà, il suo aspetto lo faceva sembrare buffo e costantemente avvolto da un mantello di ironia.

"Ascoltatemi entrambi. La vostra missione ora è raggiungere il castello di Crystallum affinché si possa ristabilire la pace che è solita regnare qui. Per fare ciò, dovrete attraversare nove livelli, questo è soltanto il primo."

"Bene. Puoi accompagnarci?" Chiese Victoria.

"Io, come ognuno di noi, devo rimanere nel mio stadio. Vi accompagnerò fino al secondo e da lì ci sarà qualcun altro a farvi da guida. Intanto prendete questi."

Cyrus diede ai due delle protezioni per i gomiti e per le ginocchia.

"Dovremo combattere o qualcosa del genere?" Domandò Evan, scosso a causa del materiale che aveva appena ricevuto.

"Forse. Chissà. A Mirabilis tutto è possibile."

Cyrus si incamminò, seguito da Victoria, anche lei seguita ma da Evan che, come sempre, rimaneva indietro. La strada non era rovinata ma semplicemente non curata: c'era erba alta ovunque, fiori che crescevano a dismisura ed alberi intrecciati fra di loro e con le abitazioni circostanti. Le abitazioni non erano come quelle che si possono immaginare in un normale contesto ma decisamente l'opposto. I cittadini vivevano in edifici molto alti, colorati in qualsiasi modo e con qualsiasi fantasia, tutti assieme. Erano una vera e propria comunità: tutti si conoscevano e tutti avevano un compito, un lavoro preciso da svolgere, e lo facevano senza disturbare gli altri. Nonostante stessero attraversando un periodo oscuro e dovessero affrontare un futuro incerto, sembravano così spensierati. Victoria ammirava ogni centimetro di questo mondo e si sentiva parte di esso, pur non essendoci mai stata.

Arrivati in un punto alto da cui si poteva vedere un meraviglioso panorama formato da colline e fiumiciattoli disse ad Evan, indicando il paesaggio "È bellissimo qui."

"È bello, sì."

"Che c'è, non ti piace?"

"Mi piace ma è...È diverso."

Cyrus, che stava ascoltando il discorso, intervenne immediatamente.

"Sapete, prima di venire a vivere qui ero come voi. Scettico. Non pensavo potesse esistere tutto ciò. Insomma, tuo padre è stato rapito da un'entità oscura che nessuno ha mai visto ed ora si trova in un castello di ghiaccio. Chi ci crederebbe mai? Ho una risposta a questa domanda. Un bambino. Un bambino ci crederebbe poiché i bambini hanno una grande immaginazione ed un'immensa fantasia. Crescendo essa svanisce. Tuttavia, per rispondere ad Evan, so che qui è diverso. Diverso da casa tua, dal mondo in cui sei abituato ad essere, dalle persone che ti circondano e dalle situazioni che si creano. È ovvio. Siamo in un'altra dimensione. Ma ciò che è diverso non è negativo o da tagliare fuori. La diversità rende speciali ed a me piace trovarmi in un posto speciale. A voi no?"

Victoria sorrise.

"A me sì."

"Mi sto ricredendo. Non è così diverso. Anche da noi esistono i logorroici." Concluse Evan.

I tre risero e non importava che fossero lì per motivi differenti o che provenissero da famiglie che non c'entravano nulla fra di loro perché, come aveva detto Cyrus, la diversità rende speciali e questo basta per apprezzarla. Finito lo svago, proseguirono verso la loro meta.

Victoria, dopo un po' che i viaggiatori avevano smesso di parlare per risparmiare il fiato, si avvicinò all'elfo-guida-custode dell'Ala sinistra ed incominciò a riempirlo con una serie di domande.

"Hai mai conosciuto mio padre?"

"Certo! Tutti lo conoscono qui. Fino a poco tempo fa, faceva parte anche lui del Consiglio dei Diamanti. Ora è stato momentaneamente sostituito ma spero vivamente che torni. Lui ha sempre voluto proteggerti, Victoria."

"Lo so. L'ho capito. È che ho vissuto per anni a credere che lui fosse...Perché non possono saperlo, a Deadwood? O in qualsiasi parte della Terra insomma."

"Non capirebbero. Non tutti appartengono a questo mondo."

"Sono fortunata, allora."

"Avrei voluto conoscerti in un periodo migliore ma, sì, lo sei. Non te ne pentirai."

Arrivarono di fronte ad una stupenda cascata che sembrava possedere acqua infinita.

"Si chiama cascata di Ninfae. La sua acqua è magica."

"Cosa fa?"

"Cura le ferite più profonde. Basta saperla usare. Bisogna ripetere le stesse parole che avete utilizzato per giungere qui mentre la si applica."

"Ne prendo un po'. Non si sa mai." Disse Victoria e la mise all'interno di una borraccia offerta da Cyrus, che aveva provviste di ogni genere.

"Bene. Ora dobbiamo attraversarla. È un po' complicato ma ci farete l'abitudine. I luoghi incantati sono affascinanti ma anche pericolosi."

Evan poggiò il piede su un tronco.

"È stabile. Possiamo usarlo da tramite, come un ponte." Disse mentre lo afferrava e lo posizionava sull'acqua.

"Provo io prima."

"No Vik, non fare la spericolata anche qui ti..." Troppo tardi. Victoria era già arrivata dall'altra parte.

"Visto? Funziona."

"Ora tocca a me." E anche Cyrus lo oltrepassò.

Infine toccò ad Evan ma qualcosa andò storto...

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