8. Una mappa e una notte

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Perdeva abbastanza sangue dalla caviglia ed erano apparsi su di essa due punti microscopici l'uno accanto all'altro. Non era profonda ma bruciava terribilmente ed impediva di certo di camminare.

Quello che era stato morso mentre oltrepassava la cascata era Evan e non capiva come fosse potuto accadere: la prudenza e l'attenzione erano due tratti che non gli mancavano sicuramente. Tuttavia era successo e bisognava farlo passare al più presto.

"Evan, cosa diavolo ti è successo?" Urlò Victoria, prendendolo sotto braccio assieme a Cyrus.

"Non lo so, mi ha morso qualcosa, credo."

"Ti fa male?" Chiese lei.

"Sì, brucia."

"Fa vedere, stenditi." Disse Cyrus e lo aiutò nel farlo.

"Sai cos'è? Morirò? Non posso morire ora, proprio ora che..."

"Non stai morendo, calmati." E poi proseguì. "È soltanto il simbolo di Ethan, deve essersi sbagliato, a volte capita."

"Che simbolo? E chi è Ethan?"

"Sono io." Disse un lungo serpente dai dettagli argentati, come dei piccoli raggi a forma di triangolo che lo abbellivano e lo rendevano splendente, soprattutto sotto la luce del sole.

Evan indietreggiò.

"No, ti prego, non voglio farti del male. Ero convinto fossi quel ragazzino che sto cercando di uccidere da giorni. Non so come sia riuscito a raggiungere Mirabilis ma non ha il passaporto perciò non è uno di noi. Potrebbe svelare il nostro segreto."

"Tutto ciò è..." Incominciò Evan.

"...Inquietante? O meglio, magico?" Concluse Victoria.

"Esatto. Puoi farmelo passare? Insomma, visto che non sono io quello che volevi uccidere."

"Oh, sì, certo. Il veleno impiega circa due ore per ottenere l'effetto desiderato. Posso riprendermelo."

Ethan strisciò verso il ragazzo e lo circondò del tutto, poi cercò la ferita che lui stesso gli aveva provocato e risucchiò il veleno.

"Fatto. Devo veramente scappare. Buona fortuna." E se ne andò verso una foresta, scomparendo velocemente fra gli alberi.

"Sbrigativo." Disse Evan.

"Fa ancora male?" Domandò la sua compagna.

"No, non come prima almeno. Credo che ci voglia un po' per farlo passare del tutto."

"Lo spero. Riesci a camminare?"

"Ci riesco, non preoccupatevi."
"Spero che tu non te la sia presa con Ethan, in ogni caso. È dalla nostra parte, ne ho la certezza."

"Finché sono vivo, non me la prendo." Rispose Evan a Cyrus.

I viaggiatori ripresero il cammino: dovevano giungere al secondo livello il più presto possibile e la giornata stava già volgendo al termine.

"Si sta facendo buio." Osservò Victoria.

"Lo so. Ho tutto l'occorrente per farvi accampare da qualche parte, stanotte." Disse Cyrus. "Avevo già calcolato tutto."

"È un posto sicuro?" Chiese Evan.

"Sei con me, perché non dovrebbe esserlo?"

"Mai rispondere ad una domanda con un'altra domanda. E poi sono così al sicuro con te che prima stavo quasi per morire." Disse sorridendo con ironia.

"Ti ho già detto che è stato uno sbaglio, non mio tra l'altro." Ma non continuò il discorso poiché si accorse della presenza di un elemento inaspettatamente fondamentale. "Guardate là!"

"Cosa?" Domandarono.

"Laggiù, avvicinatevi, non la vedete?"

"Intendi quel pezzo di carta?"

"No, Victoria, non è un semplice pezzo di carta. È una mappa, non una qualsiasi in realtà, vi potrà servire più avanti. È molto strano che qualcuno l'abbia lasciata o dimenticata qui."

La ragazza si recò a prenderla.

"Dammela, voglio vedere se è davvero lei."

"Lei?"

"Se è davvero la Mappa di Fuoco."

Gliela porse e lui la guardò attentamente. Dopo una lunga analisi, si rese conto che quella che aveva in mano era proprio la Mappa di Fuoco, la mappa lasciata a Mirabilis dal primo Consiglio dei Diamanti per i loro successori e la stessa che tutti credevano ormai smarrita da tempo perché nessuno era stato in grado di trovarla.

"Sembra proprio antica come dovrebbe essere, ci sono segnati dei posti che ora purtroppo non esistono più o che sono stati totalmente modificati ed è perfino fatta dello stesso materiale di un vecchio quadro che ho appeso in casa e che risale circa a quel secolo."

"Quindi è originale."

"Non ne posso avere la certezza. Perché il Signor Dason non c'è mai quando serve? Forse lui riuscirebbe a capirlo, io non sono così esperto in materia."

"Cosa fa questa mappa?"

"È in grado di localizzare il punto in cui ti trovi ed indicarti tutte le strade possibili verso un determinato luogo, che ovviamente devi segnare tu con il dito per circa tre secondi."

"È magnifico. Dovrebbe esistere anche da noi una cosa del genere. Potrei arrivare ovunque."

"Ha un lato negativo però: dopo che viene utilizzata una volta da una certa persona, si brucia automaticamente e non funziona più. Non con quella persona almeno. È per questo che l'hanno chiama Mappa di Fuoco ed è per questo che è estremamente rara."

"Ma se la prendiamo noi, leviamo a qualcuno di più importante l'opportunità di usarla." Disse Evan.

"Se per anni nessuno è riuscita a trovarla ed ora è qui, davanti ai nostri occhi, c'è senz'altro un motivo."

"Dovremmo prenderla, intanto. La utilizzeremo solo se necessario. In caso contrario, la restituiremo al consiglio." Concluse Victoria e gli altri due furono d'accordo.

Quando si fece effettivamente notte, i viaggiatori si stesero su un immenso prato verde (dove avevano anche posizionato delle tende offerte da Cyrus, al quale non mancava mai nulla) e guardarono il cielo di quel mondo incantato e così diverso da quello a cui erano abituati.

"Sai, Cyrus, anche se qui ora non è bel periodo, vorrei che anche il nostro mondo fosse così."

"Così come, Vik?"

"Così libero. Così senza distinzioni." Si schiarì la voce e poi proseguì. "Ad esempio, non importa che Ethan sia un serpente e tu un elfo: a voi va bene così ed andate d'accordo lo stesso. Oppure, c'è un prato verde e vastissimo dove si potrebbero costruire un sacco di negozi o un mega grattacielo pieno di uffici ma no, non lo fate. Rimane così, semplicemente puro e vuoto. Tutti sottovalutano il vuoto ma, a volte, fermarsi nel nulla a non fare nulla aiuta a riflettere su ciò che si ha ed a conoscere sé stessi."

"È un ragionamento davvero profondo ed è anche per questo che vorrei che voi due ci aiutaste a riportare questo mondo al suo splendore originale, senza alcun tipo di male."

"Sarò lieta di provarci con tutte le mie forze. Saremo, anzi. Vero Evan?"

Ma il giovane Evan stava già dormendo. La luna illuminava gli alberi in lontananza, i pensieri di Victoria continuavano a svolgere il loro corso e gli altri due dormivano stesi a terra, immagazzinando energia per il giorno seguente. Fu così che passò la prima notte a Mirabilis, che nel mondo reale era soltanto un minuto.

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