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Che male alla testa, forse ieri sera ho esagerato con l'alcool

Apro gli occhi, ma subito mi sento costretto a richiuderli, la luce che filtra dalle finestre mi fa esplodere le tempie.

Sembra di avere tutta la banda della scuola dentro la testa

Resto ancora un po' sdraiato a letto e piano, piano mi abituo alla luce che entra in camera mia, mi metto a fissare il soffitto bianco della mia camera, è enorme la mia stanza.
Appena si entra subito alla sinistra c'è la porta del bagno, anche quello è molto spazioso, posso scegliere se fare doccia o la vasca, visto che le ho entrambe; di fianco al bagno ho una cabina armadio, inutile dire che è stra colma di cose da vestire e accessori, nella parete opposta si trova il mio adorato letto king size con lenzuola nere di seta e ricami in rosso smeraldo, favoloso.
Ho una scrivania in mogano, due comodini ai lati del letto e il pavimento è rivestito di moquette color nero, nella parete di fronte alla porta di ingresso ci sono due finestre con in mezzo una porta finestra che porta al mio adorato terrazzino privato, io lo chiamo "il pensatoio", è lì che vado quando qualcosa mi turba oppure quando ho bisogno di una pausa dalla mia famiglia, o meglio, mio padre e la mia governante.
Mio padre, Thomas Black è il capo di un agenzia di commercio, ereditata da mio nonno, ovviamente è il solito sbruffone snob sempre in giacca e cravatta, senza un capello fuori posto. Una volta era il mio eroe, poi tutto è cambiato quel giorno d'inverno quando....

No, no, no, non ci voglio pensare ora sennò mia aumenta il mal di testa.

Comunque, tornando a noi, oltre che a mio padre nella mia vita c'è anche Calle, la mia governante/baby sitter/amica/psicologa, insomma un po' di tutto, è con noi da quando io e miei fratelli siamo nati, ci ha cresciuti lei dato che nostra madre è morta dandoci alla luce, non mi manca, perché non la conoscevo, ma so che se l'avessi vissuta ora mi mancherebbe come l'aria.

Mi alzo a fatica dal letto, subito sento un giramento e la nausea venire su, mi obbligo a non rigettare, è una cosa che odio. Dopo aver ripreso possesso del mio corpo e in parte della mente mi alzo e vado verso il bagno, mi infilo sotto la doccia e con un bel getto ghiacciato riesco a rinsavirmi un po',mi lavo ed esco avvolgendomi un telo in vita e ne prendo un'altro per frizionarmi i capelli. 
Esco dal bagno e vado nella cabina armadio, metto dei boxer neri e poi, essendo che è appena fine agosto e che qua fa un caldo infernale, decido di indossare una maglietta nera con scollo a v, un pantalone stile basket nero e le mie convers, rigorosamente nere.
Prendo gli orecchini con solo il punto luce e li indosso, metto un po' di catene al collo, degli anelli e sono pronto.

Ah no, i capelli, dovrei almeno spazzolarli

Mi guardo allo specchio prendendo la spazzola e iniziando a pettinare i miei capelli biondi, sono lunghi fino alle spalle, li ho lasciati crescere solo perché non avevo tempo per andare dal parrucchiere, troppe feste e troppe sbronze per essere lucido il giorno dopo.
Guardo i miei occhi, sono di un verde chiaro, molto chiaro, ogni volta che li guardo mi vengono in mente i miei fratelli, loro ce li avevano di un verde più scuro, solo io ho questo colore strambo, da piccolo mi facevo i complessi perché non mi piacevano, però adesso mi rendo conto che mi danno un'aria sexy, come se ti potessi ammaliare con uno sguardo.

Dopo essermi dato una ricontrollata sono sceso per le enormi scalinate della mia villa a Los Angeles, metto la mano nella maniglia della porta e sto per aprire però la voce di Calle mi fa fermare

-E' molto arrabbiato questa volta.-

-Quando mai non è arrabbiato il conte Dracula?-

Rispondo ridacchiando, lei mi fissa seria in volto, come se sapesse qualcosa di brutto che io non so.

- Non sto scherzando Michael-

-Cazzo! Hai usato il mio nome intero-

Guardo un attimo la porta indeciso se entrare o scappare come un codardo,magari riesco a comprare un biglietto per Las Vegas e stare lì per un po'.

Si puo' fare!

-Qualsiasi cosa tu sia pesando signorino è un no, ora entra, sai che odia chi fa ritardo-

E così, con un nodo in gola abbasso la maniglia e entro nella sala da pranzo già imbandita per la colazione.

Per fortuna che mi è passata la sbronza 

Avrei già iniziato ad urlare per l'ansia che mi mette con quello sguardo, è freddo, insensibile come se non provasse nulla per me.

-Buongiorno papà-

-Siediti Michael Edward-

Oddio, pure il secondo nome no pero'





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Buona sera, questo è il  primo capitolo, serve solo come presentazione però tranquilli che già dal prossimo ci saranno più dialoghi.

Se ci sono errori o orrori non fatevi scrupoli a dirmelo perché non mi offendo, basta che non insultiate e stiamo tutti più felici.

Bhe che dire, al prossimo capitolo.

New life in T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora