Alla fine non sono andato a lezione, non ce la faccio, continuo a immaginare quegli occhi, quelle labbra e quel corpo statuario da cui vorrei farmi sbatt..

No,no,no. Devo stare calmo.

Vado in giro per il cortile, ora che guardo bene ci sono molti edifici, so che ci sono due dormitori, uno maschile e uno femminile, poi la palestra, le piscine, la caffetteria, la mensa, i laboratori e la biblioteca. Decido di recarmi lì, mi rilassa sempre leggere un buon libro.

Entro dentro la struttura e rimango a bocca aperta, è piena di libri, le pareti sono interamente fatte di ripiani che sono sistemati alla perfezione in più la stanza è piena di scaffali in legno con targhette che identificano i generi dei libri, non c'è niente fuori posto, le scrivanie con i computer sono ordinate con le sedie tutte alla stessa distanza, i cuscini dei divani sono messi tutti dallo stesso lato e con lo stemma del college alla destra, questo posto è magico per quelli come me che amano leggere.

Guardo le varie sezioni e rimango stupido quando vedo che ci sono libri di diverse lingue, culture e ovviamente generi, vado nella sezione dello spagnolo e prendo un libro intitolato "Lazarillo de Tormes", mi siedo in uno dei divani e inizio a leggere però dopo poco una voce mi distrae.

-Mmm, ese libro es muy ermoso.-  (mmm, quel libro è molto bello)

Riconosco subito la voce di Natsu alle mie spalle, è calda e trasmette sicurezza, in contrasto con quella di prima che era roca e eccitata. Non rispondo, però lui non demorde e si mette davanti a me.

-Puedo sentarme aquì?- (posso sedermi qui?)

E' estremamente eccitante sentirlo parlare in spagnolo, ha una pronuncia perfetta e gli viene naturale come se fosse la sua lingua madre.

-Por qué deberia sentarse aquì con todos esos asientos libres?- (perché dovresti sederti qui con tutti questi posti liberi?)

-Porque solo aqui estas tu- (Perché solo qui ci sei tu)

Apro la bocca per dire qualcosa però la richiudo subito dopo, mi ha completamente zittito e io odio essere zittito.

-Fick es- (fanculo)

-wow, gehen wir weiter zu Deutsch- (wow, passiamo al tedesco)

Lo guardo stupito, non pensavo sapesse anche questa lingua, mi incuriosisce sempre di più questo ragazzo, pensavo fosse il solito stronzo senza cervello e invece sembra essere molto intelligente.

-Ich wusste nicht, dass du auch Deutsch sprichst- (non pensavo che parlassi anche il tedesco)

-Ich spreche nicht sehr gut Deutsch, aber ich kann etwas sagen- (Non parlo molto bene il tedesco ma posso dire qualcosa)

-Mi stupisci Natsu, lo ammetto. Non pensavo che fossi così acculturato.-

Mi scruta attentamente, forse non si aspettava che mi aprissi in questo modo però io sono molto onesto quando qualcuno supera le mie aspettative.

-Anche tu mi stupisci cucciolo.-

Lo fulmino con lo sguardo, si è appena sbeffeggiato di me, voglio dire, ME.

-Non ti permettere razza di cane bagnato.-

-Ti ho fatto arrabbiare vero?-

Fa il finto dispiaciuto e io giuro che ora lo ammazzo. Faccio un ghigno malefico e girandomi verso di lui inizio a parlare con acidità.

-Mi sono proprio sbagliato, pesavo fossi intelligente ma vedo che il sangue è affluito troppo al cazzo per colpa di tutte le troie che ti scopi.- 

Il suo volto cambia da rilassato a incazzato in zero due secondi.

-Dovresti tenere a freno la lingua, non sono sempre gentile.-

-Hai iniziato tu.-

Una breve risata mi riscalda le orecchie.

-Sei come i bambini.-

Non è colpa mia ma tua

Quando sono con lui mi sento come un bambino indifeso, sono nudo sotto il suo sguardo che mi scruta e studia come per assicurarsi costantemente che io stia bene.

-Michael.-

Mi sono accorto solo ora che lui non sa il mio nome, ora gliel'ho detto così potrà usarlo.

-Come?-

-Mi chiamo Michael, usalo al posto di cucciolo.-

-Penso continuerò a chiamarti cucciolo.-

-E io ti chiamerò cane bagnato.-

-Perché invece non mi chiami "bellissimo"?-

Scoppiamo a ridere come degli idioti, era da molto che non ridevo così.

A furia di ridere inizio a sentire molto caldo così tolgo la giacca del completo e arrotolo le maniche della camicia, Natsu rimane con il sorriso sul volto che però si incupisce appena vede le mie braccia.

Seguo il suo sguardo e noto che fissa le mie cicatrici, ce ne sono molte dovute ai tagli e altre per colpa delle siringhe, non ho mai avuto paura di nasconderle perché fanno parte di me e non mi vergogno di quello che ho fatto.

Con cautela mi prende il braccio come se avesse paura di farmi male, lo porta vicino alle labbra e ci lascia dei baci leggeri che mi procurano mille brividi, con altre persone mi sarei spostato e lo avrei pestato, ma con lui sono inerme, non riesco a fare nulla se non guardarlo mentre mi accarezza le cicatrici, rimaniamo così, in silenzio.

-Quante cose hai dovuto sopportare per arrivare fino a qui?-

E' solo un sussurro che io sento a malapena è come se stesse parlando a se stesso.

-Ora devo andare cucciolo.-

Non ribatto per il modo in cui mi ha chiamato, al momento sono immerso nei miei pensieri, nei miei ricordi che bruciano più del ferro rovente e senza accorgermene rimango da solo in questo posto a me nuovo con le lacrime che pregano di uscire dai miei occhi. 




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