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Ci laviamo a vicenda con calma, toccandoci il corpo con tocchi leggeri e rilassanti, parliamo poco ma quello che diciamo sono parole dolci che poco si addicono ai nostri caratteri.

Quando usciamo dalla doccia Natsu prende un asciugamano e inizia ad asciugarmi come si fa con i bambini, non mi dispiace non fare nulla quindi non mi lamento. Ad un certo punto si ferma e osservandolo vedo che mi sta fissando un fianco, seguo il suo sguardo e vedo che si è soffermato sulla mia cicatrice, è molto lunga quindi non passa inosservata.

-Come te la sei fatta?-

-Una volta ero finito in un brutto giro, mi ubriacavo ogni sera e finivo spesso in delle risse, in una di queste un tizio ha tirato fuori un coltello e mi ha lasciato questo ricordino. Sono rimasto in punizione per due mesi, niente uscite, niente telefono, solo scuola e libri.-

-Sei un gattino che si atteggia da leone.-

-Chi è il gattino brutto stronzo?-

Lo guardo con occhi di fuoco mentre siamo ancora nudi uno di fronte all'altro, si diverte ad infastidirmi, si vede dal suo sorrisetto.

-Ti conviene calmarti belva, se fai così mi farai eccitare.-

-Riesci a essere serio almeno una volta nella tua vita?-

-Mmmm, no.-

-Dammi dei vestiti che devo andare in camera mia per prendermi la divisa.-

-Per me puoi restare anche così.-

Quanto vorrei strappargli quel ghigno di dosso, ma so io come fare. 

Mi mordo il labbro inferiore con i denti e sculettando mi avvicino alla porta della stanza.

-Vorrà dire che dovrò farmi un giretto nudo, a quest'ora sono tutti in giro per i corridoi.-

Appoggio la mano sulla maniglia ma prima che possa anche solo accennare ad abbassarla mi sento afferrare per i fianchi e sollevare dal pavimento, mi stringe per la vita e lo sento sorridere contro il mio collo. 

-Sai come farmi ammattire piccolo Michael.-

La sua risata calda e roca mi fa il solletico che mi porta a sorridere a sua volta.

-Sono bravo vero?-

-In effetti si. Puoi prendere una maglia e un pantalone dal mio armadio, le mutande sono sul terzo cassetto del comodino.-

Mi fa scendere e vado a prendere un paio di boxer, mi avvicino all'armadio e cerco dei vestiti che possano andarmi bene, Natsu è più alto e muscoloso di me e i suoi pantaloni sono tutti troppo lunghi mentre le sue magliette sono troppo larghe. 

-Non è giusto che tu sia così grosso, i tuoi vestiti mi stanno minimo due volte.-

-E invece scommetto che ti piacerà molto il mio essere grosso.-

Mi metto a fissare l'armadio con molto interesse, non voglio girarmi perché sento di essere diventato rosso come un pomodoro.

-Sei arrossito.-

-Non è vero.-

-Si.-

-No.-

-E invece si.-

-Ok è vero, ma smettila.-

Alla fine prendo dei pantaloni che si possono stringere con un filo alla vita e una maglia a caso, finito di vestirmi vado in bagno per pettinarmi i capelli.

-Vado a mettermi la divisa e poi andiamo a fare colazione?-

-Certo, vuoi che ti accompagni in stanza?-

-Sei ancora nudo, se aspetto a colazione ci troviamo solo le brioche integrali.-

-Cos'hai contro le brioche integrali? Sono buone.-

-Bleh, fanno schifo, sono molto meglio quelle al cioccolato bianco.-

-Allora meglio che ti muovi, sono quelle che finiscono prima.-

-Hai ragione, vado e tu muoviti.-

Mi avvicino alla porta per uscire ma Natsu mi blocca per un polso e mi fa girare verso di lui.

-E mi saluti così?-

-Come dovrei salutarti scusa?-

-Con un bacio ad esempio.-

-Non siamo mica fidanzati, non sono tenuto a fare queste cose.-

-E allora cosa pensi di essere? La mia puttana personale? Pensavo fosse ovvio che ora sei il mio ragazzo.-

-Scusa, non volevo infastidirti.-

Abbasso lo sguardo sentendo di aver detto la cosa sbagliata, non volevo sembrare ostile. Mi prende il mento e mi fa alzare lo sguardo, ci guardiamo negli occhi e ci baciamo. Come ogni volta le emozioni che sento mi destabilizzano portandomi ad aggrapparmi alle sue spalle per non cadere.

-Ora puoi andare, ci vediamo tra poco cucciolo, ah e non ti dimenticare che sei il mio ragazzo.-

-E tu il mio.-

-Ovvio.-

Esco dalla stanza di Natsu e finalmente mi sento tranquillo, era da tanto che non mi sentivo così, che non mi sentivo a casa, qui ho trovato degli amici e delle persone che mi vogliono bene nonostante io abbia un carattere di merda. 

Alla fine quella che doveva essere la mia rovina si è scoperta essere la mia via di fuga da una vita ormai distrutta.

New life in T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora