-Siediti Michael Edward-

-Si padre-

Vado a sedermi nella sedia a capo tavola, sono davanti a mio padre e posso vedere chiaramente la vena del collo rigonfia e la mascella serrata, mette paura questo volto.

-Ho sopportato di tutto. Torni a casa praticamente sempre ubriaco, sei indisciplinato, non fai nulla di quello che ti si chiede, due mesi fa ti hanno trovato stra fatto in un parco che dormivi in una panchina. Sono passato sopra quell'avvenimento, ho dovuto pagare molto per far stare buoni i giornalisti, ma comunque la storia non è girata e siamo riusciti a mantenere la riservatezza, ma questa volta è troppo.
TU NON SAI QUELLO CHE SI PROVA AD ESSERE CHIAMATI NEL BEL MEZZO DELLA NOTTE, MENTRE SONO IN UN VIAGGIO DI LAVORO E SENTIRE CALLE IN LACRIME PERCHE' TU SEI FINITO IN GALERA.-

-Scusa-

-NON MI SERVONO A UN CAZZO LE TUE SCUSE, sei entrato a scuola di notte e sei anche stato preso dalle guardie notturne, sei stato dentro due notti dato che non è la priva volta che fai delle cazzate e in più se questo non bastasse, ieri sei rientrato ubriaco senza rispettare il coprifuoco-

Non mi ero neanche accorto che mentre parlava è entrata Calle, ha gli occhi lucidi, mi dispiace averla fatta preoccupare, però io dovevo entrare a scuola di notte, era un nostro sogno.

-Ho preso una decisione-

Volto lo sguardo verso mio padre, sono sicuro che mi ritirerà il telefono e le carte di credito per un po', non importa, tanto non ho voglia di comprare niente di nuovo in questo periodo.

-Andrai in un college privato a Tokio, è pieno di ragazzi come te che sono riusciti a diventare persone di successo, ci sono molti americani che ci vanno, ma tanto tu non avrai problemi con la lingua dato che fino a qualche anno fa hai studiato giapponese. L'Imperial college è il posto più adatto per rimetterti in riga-

Sono sotto shock, non può permettersi, non può rovinarmi la vita in questo modo.
Mi riprendo in fretta e alzandomi dalla sedia inizio ad urlare contro mio padre.

-MA CHE CAZZO TI PASSA PER QUELLA TESTA BACATA? IO NON ANDRO' MAI IN QUEL COLLEGE DI MERDA DALL'ALTRO LATO DEL MONDO. MI STAI ROVINANDO LA VITA TE NE RENDI CONTO?-

-NON USARE QUEL TONO CON ME RAGAZZINO, NON TI STO ROVINANDO, STO CERCANDO DI NON FARTI FINIRE IN MEZZO AD UNA STRADA,  e ora vai, inizia a preparare le valigie, parti domani.-

Detto questo si alza e se ne va.
Non ci voglio credere, devo abbandonare tutto ma io non voglio andarmene da qui, di sicuro quel posto è pieno di figli di papà, per quanto possa sembrare il contrario, io non lo sono. Certo mi piace vivere nel lusso, ma so qual'è il valore dei soldi e sono anche umile, più o meno.

Mi giro a guardare Calle, sta piangendo.

-Mi dispiace piccolo, ho provato a dissuaderlo ma sai che quando prende una decisione non lo smuove più nessuno-

Le ho detto mille volte di non chiamarmi piccolo, non mi piace, mi fa sentire inferiore.

-Bhe, tranquilla, si sbaglia di grosso se pensa che io vada senza ribellarmi-

Non le do neanche il tempo di rispondere che vado a chiudermi in camera mia.
Mi distendo a letto e giro la testa a lato, guardando il comodino, allungo la mano e prendo la foto che ritrae me e i miei due fratelli.

-Cosa dovrei fare Jo? Di solito sei tu quello con le idee geniali che ci salvano il culo all'ultimo secondo, io non voglio andarmene da qui, non vi voglio lasciare.-

Non mi accorgo che delle lacrime infami mi sono sfuggite dagli occhi e stanno rigando le mie guance, me le asciugo con rabbia e rimetto al suo posto la foto, nel mentre mi alzo e poi mi dirigo in corridoio.
Guardo la porta affianco a quella della mia stanza, prendo un respiro profondo e poi busso.

-Entra stronzo-

Quanto vorrei risentirlo.

Entro richiudendo la porta dietro di me, guardo il letto occupato da mio fratello Al.

-Ehy bello, come va? A me non bene, papà ha deciso di spedirmi lontano da voi.-

Vorrei che rispondesse, ma ormai so che non è più possibile. Il bip incessante delle macchine ormai non lo sento più, non me ne rendo neanche conto.

Vado a sedermi nella sedia affianco al letto, appoggio la testa sulla mano di Al, è fredda, mi manca il suo calore quando mi accarezzava.

Piano, piano senza accorgermene, entro in un sonno profondo.

New life in T.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora