L'ora di matematica passa in fretta dopotutto è una delle mie materie preferite, sono sempre stato bravo in tutto ed ero anche uno dei più belli del liceo quindi molte volte venivo etichettato come il ragazzo d'oro, quello perfetto da presentare alle famiglie, peccato che mi scaldo facilmente e divento una belva indomabile.

-Quest'ora finisce qui ragazzi, vi pregerei di fare gli esercizi assegnati per la prossima volta con diligenza e stando attenti ai dati assegnati.-

E con questo mi alzo e raccolte le mie cose mi dirigo verso il mio armadietto, il numero 792.

Mentre prendo i libri della prossima lezione sento la schiena bruciare, so che qualcuno mi sta guardando, mi volto e lo vedo, bello come non mai con la sua aria da capo supremo, il lupo.

E' insieme ai suoi amici, un moretto poco più basso di lui e un ragazzo dai tratti asiatici con i capelli biondo platino, mi guardano tutti e tre incessantemente, ma lo sguardo di Natsu è malizioso non come gli altri che mi guardano quasi con disgusto e superiorità.

-Hey cagnaccio, che cazzo hai da guardare?-

Il platino ha parlato, meglio per lui che la prossima volta taccia.

-Di certo non il tuo, mi interessano gli ossi grossi non i bastoncini.-

Il biondo diventa rosso dalla rabbia mentre inaspettatamente Natsu sorride e mi guarda come se fosse sorpreso.

Lo so, faccio questo effetto bellezza.

Tra le persone intorno a noi si alza un brusio, c'è chi trattiene una risata, chi non riesce a celarla e chi è sconvolto perché ho appena risposto e zittito uno dei migliori amici del lupo.

-Ci scommetto che hai il culo sfondato a furia di prendere gli ossi grossi, vero cucciolino?-

Questa è una sfida, che poi mi chiedo, non so neanche il tuo nome quindi come ti permetti di trattarmi così?

Metto su una faccia di pena solo per lui.

-Cavolo mi dispiace proprio tanto per te.-

Mi guardano come se fossi matto e il biondo è confuso.

-Di che cosa ti dispiace cane?-

-Che la tinta ti abbia bruciato tutti i neuroni presenti nel tuo cervello, che già scommetto erano pochi in più questa catastrofe, mi dispiace veramente molto. Che poi chiami me cane perché ho delle catene al collo però tu scodinzoli e sbavi dietro il tuo padroncino la dietro.-

Indico con la testa Natsu e quando incontro i suoi occhi mi blocco, il suo sguardo è di ammonimento, una muta preghiera a smettere di ribattere al suo amico, ma c'è dell'altro dentro quegli occhi però non capisco cosa sia.

La campanella suona e senza rendermene conto qualcuno mi tira per un braccio, mi volto per vedere chi è e noto Yui con un volto preoccupato. Ci fermiamo in un corridoio secondario e si mette di fronte a me.

-Tu sei uscito di testa, ma io mi dico sei matto, no peggio, psicopatico oppure masochista, nono forse solo stupido ma che vado a pensare tu SEI UN SUICIDA-

-Respira topolino, ti stai per soffocare.-

Non capisco perché tutta questa preoccupazione, non ho iniziato io, mi sono solo difeso.

-Myo, il ragazzo biondo, è praticamente un fratello per il lupo, se ti metti contro di lui ti metti anche contro Natsu.-

-Non mi sembrava troppo dispiaciuto, stava praticamente ridendo.-

E' sorpreso, forse non lo aveva notato.

-Non importa, io ti avevo avvisato quindi se succederà qualcosa di terribile io non ti aiuterò, detto questo me ne vado a lezione.-

E se né andato veramente.

Stronzo.

Torno verso in mio armadietto però qualcuno mi prende il polso e mi spinge verso uno sgabuzzino degli inservienti. 

-Ma che cazzo?-

Vengo sbattuto contro la porta e subito un odore afrodisiaco di dopo barba mi investe, alzo lo sguardo e incontro due occhi neri straripanti di desiderio, Natsu mi ha intrappolato con il suo corpo e le braccia ai lati della mia testa.

-Non sai quello che ti vorrei fare.-

La sua voce è bassa e roca, solo questo mi fa affluire il sangue dal cervello alle mie parti basse, in più avere il suo corpo così vicino non aiuta a rimanere lucido.

Chiudo gli occhi per calmarmi però la mia mente parte in quinta facendomi immaginare di essere posseduto violentemente dal ragazzo di fronte a me, cerco di regolare il respiro ma ad un tratto sento il suo respiro caldo sul collo.

-Avremo tempo per fare anche quello piccolo però ricorda, non osare mai mancare di rispetto a me o ai miei amici. Sono stato chiaro?-

Questo a me sembra un comando e io odio chi cerca di comandarmi, riprendo controllo sul mio corpo e, facendo lo sguardo più accattivante possibile, mi avvicino alle sue labbra e ad un soffio da esse parlo.

-Nessuno mi comanda, più provi a domare la belva, più essa si ribella.-

Senza dargli modo di rispondere riesco ad uscire dalla stanza e a passo di marcia mi dirigo fuori dall'istituto.

Appena sono fuori tiro un sospiro di sollievo, andrà a finire male, molto male. 
Faccio fatica a controllare i miei istinti infatti poco fa stavo per saltargli addosso e farmi scopare in quello stanzino.

Forse il fatto che mi sia astenuto così a lungo ha contribuito alla mia sete di sesso.



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