Capitolo 6

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Non mi importava di lui. Non doveva importarmi. Si stava chiudendo il trimestre e preferivo recuperare anziché pensare a un coglione.

Finalmente venerdì. Quella mattina avevo uno scopo fisso: "recuperare e far finta che Samuele non esista".

Mi ero vestita così leggera che quasi me ne pentii. Avevo solo una maglia, e stava cominciando a piovere e non avevo nemmeno pensato a portare l'ombrello. Andai verso scuola da sola, perché la mia vicina di casa era ammalata.

Il tragitto da casa mia e la scuola mi aiutò molto. Nonostante avevo le cuffiette all'orecchie, ero ancora lucida di mente e non abbandonata alle note di Lego House.  Pensai molto. Alla scuola che ormai non faceva altro che mettermi ansia e timore. Al fatto che avrei dovuto conoscere nuovi amici, perché non conoscevo nessuno oltre Ottavia.

Impiegato il tempo per arrivare a scuola, entrai e vidi Ottavia con un sacco di ragazzi. Posai lo zaino e andai a salutare Ottavia. Mi chiese di restare. Restai.

Non seguivo i loro discorsi, ma sfruttai quel momento per vedere visi nuovi. Rimasi molto colpita. Erano tutti così belli e belle. Sembravano felici, sorridevano e scherzavano insieme. Rimasi colpita da Silvia. Era davvero splendida. Era una ragazza semplice, ma mi faceva davvero impazzire. Aveva i capelli nero cenere, così gli occhi. Il suo viso era puro, con qualche spruzzo di lentiggini. Aveva un fisico davvero equilibrato. Era più affascinante di un tramonto, di un alba, di un film, di un libri e di ogni spettacolo che la natura offre. Però era rimasta in silenzio. Quando alzò lo sguardo mi passarono i brividi. Non capivo il perché. Vedevo tristezza in essi. Erano contornati da terremoti ed uragani. In quel momento un ragazzo del gruppo mi chiese: "ma scusami, non hai freddo?"

"Beh in realtà molto"

"Se vuoi posso darti la mia felpa, sempre se ti va"

"se vuoi"

Sì levò la felpa e me la fece indossare. Aveva un profumo delizioso. Mi avvicinai ad Ottavia curiosa di sapere il nome di quel ragazzo. "Sì chiama Emanuele".

Quel nome e quel profumo mi accompagnarono per tutta la giornata.

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