Mi ero dimenticato della sensazione di libertà mista a terrore che la moti di Draco mi incuteva, ogni volta che quest'ultimo mi ci faceva salire sopra. Mi tenni stretto al suo busto, approfittando della sua vicinanza per immaginare a quanto sarebbe stato bello se tutti i miei giorni fossero stati così, insieme a lui. Ero stato uno stronzo insensibile, perché riuscivo a rendermene conto solo adesso che sentivo di nuovo le mie mani su di lui? Avevo rovinato tutto quello che era possibile rovinare, e poi ero scappato via a gambe levate. Probabilmente in cuor mio sapevo che se solo fossi rimasto, Draco avrebbe trovato il modo di farmi sentire a mio agio, e io ero spaventato a morte da quella visione. I miei genitori erano morti, i miei amici m i avevano trattato bene solo per sfruttarmi, ed ero sempre più convinto che anche mio zio avesse le stette intenzioni. Cosa ne sapevo io di amore e sentimento? Assolutamente niente. Non avrei dovuto meravigliarmi del fatto che avevo mandato tutto a puttane senza neppure avere un reale motivo.
Sospirai, pregando me stesso di smettere di pensare a cose del genere.
Mi concentrai, invece, sulla strada. Mi fidavo ancora di Draco da non chiedergli dove mi stesse portando o perché lo stesse facendo così all'improvviso, eppure quando ci fermammo davanti ad un motel dall'aria infestata, non mi trattenni dal gemere di disgusto. Draco si limitò, però, ad alzare gli occhi al cielo, indicandomi la porta della camera davanti alla quale avevamo parcheggiato, suggerendomi di entrare. Seguii il suo consiglio.
La stanza era esattamente quella che mi ero aspettato di vedere dopo aver dato uno sguardo alla struttura dal di fuori. C'era solo un letto, un comodino con una lampada sopra e una porta che doveva essere quella per il bagno. Decisi di non voler indagare oltre, così mi fermai subito dopo aver attraversato la porta, che Draco, dopo di me, chiuse alle sue spalle.
Lo sentii respirare profondamente mentre slegava e abbassava il cappuccio della felpa che fino a quel momento aveva tenuto tirato su, probabilmente per evitare di essere riconosciuto.
Strano, non mi ero nemmeno accorto che il suo viso fosse coperto. Forse perché non appena avevo sentito la sua voce, il mio cervello aveva in automatico sovrapposto il mio ricordo dei suoi lineamenti alla sua figura, senza notare quanto i quel momento fossero nascosti.
Draco alzò un sopracciglio, chiedendomi implicitamente che cosa stessi guardando. Non risposi. Ero troppo occupato a guardare i suoi capelli arruffati e lunghi abbastanza da arrivare a coprirgli gli occhi, insieme alla barba ispida che gli decorava il mento scavato. Sembrava dimagrito, anche se i muscoli avevano preso il posto del grasso, rendendolo tanto robusto quanto magro.
Era stata colpa mia? D'altro canto io non stavo tanto meglio. Scommettevo che se solo fossi riuscito a specchiarmi nei suoi occhi, in quel momento ci avrei visto qualcuno molto simile a lui.
- Continui a fissarmi. - Draco era a disagio, anche se non dava a vederlo. Scossi la testa, cercando un modo per ribattere, ma il Malfoy agitò una mano verso di me, facendomi capire che era meglio lasciar perdere. Ero certo ce l'avesse ancora con me per quello che avevo fatto.
Come dargli torto?
- Non voglio saperlo. Non sono qui per questo. - Disse alla fine, frustrato.
- Sì, lo hai già detto. Perché allora non elabori il pensiero? - Stavo ricominciando a fare lo stronzo. Dovette notarlo anche lui, perché il suo modo di guardarmi cambiò leggermente. Fu come se percepissi nitidamente il suo irrigidirsi.
- Sono successe un sacco di cose da quando te ne sei andato, Harry.- Abbassò lo sguardo, mentre pronunciava quelle parole, facendomi sprofondare il cuore. Cosa avevo combinato?
- Ascolta. Prima che tu dica qualsiasi cosa, ho bisogno di chiarire le cose con te. - Era quello il momento giusto per farlo, no? Era la mia occasione per redimermi per quello che avevo fatto.
Dovevo fidarmi del mio istinto e recuperare il mio rapporto con lui.
Cosa ne sarebbe stato della nostra vita se avessimo continuato a mentire a noi stessi, lasciando che gli eventi ci dividessero? Era una domanda alla quale probabilmente solo io dovevo trovare una risposta. Ero sicuro che Draco avesse già le idee chiare su quello che eravamo e saremmo stati in futuro. Lo vidi alzare lo sguardo verso di me, dandomi il coraggio di andare avanti.
- Sono uno stronzo. Me ne rendo conto. Uno stronzo e un incoerente, e tu non meriti affatto quello che ho fatto. - Mi avvicinai a lui, troppo preso per poter continuare a tenerlo lontano da me. Diavolo, era così bello, ed io ero così stupido.
- Harry? - Di nuovo quella sua voce. La voce di qualcuno che vedeva in me solo cose belle. Quella stessa voce che avevo sentito così tante volte uscire dalle sue labbra. Rimasi in ascolto, in attesa di quello che mi avrebbe detto.
- Non ce l'ho con te. - Mi sarei aspettato qualcosa di più brusco e meno affettuoso, eppure fu esattamente quello che disse, accarezzando la mia guancia con un debole sorriso.
- Quello che ci lega, non è qualcosa che può essere spezzato così facilmente. - Continuò.
Il suo tono era tanto basso da essere a mala pena percepibile, eppure era lì, tangibile e reale davanti a me.
- Intendi dire che non mi odi? - Riuscii a chiedere. Lui sorrise ancora, tristemente.
- Non potrei mai odiarti, Harry. Adesso, però, ho bisogno che tu stia attento a quello che ti dirò.- La sua mano passò dalla mia guancia alla mia mano, afferrandola, prima di guidarmi verso il letto, sul quale ci sedemmo uno accanto ad un altro.
- Il fratello di tuo padre, Tom... lui non è mai stato quello che ha minacciato la tua vita. - Per un secondo mi chiesi che cosa avesse a che fare con tutta la situazione, ma ben presto mi resi conto che era proprio per quello che Draco si era fatto vivo adesso.
- E' sempre stato Sirius. E' lui a volere la tua eredità. - Continuò. La sua mano ancora stretta nella mia, come se stesse cercando di tenermi ancorato a se stesso, per non farmi cadere a pezzi.
- Cominciavo a sospettarlo anche io. - Dissi sospirando stancamente. Draco sbarrò gli occhi, sorpreso dalla mia intuizione.
- Era uno dei motivi per i quali preferivo allontanarmi da te. - Confessai. - Se Sirius era davvero quello che pensavo, temevo che tu fossi in pericolo quanto me.- Per la prima volta quelle parole presero forma, esprimendo tutto quello che aveva attanagliato la mia mente per tutto il tempo.
Draco scoppiò a ridere, confondendomi.
- Quindi è così? - Altre risate. - Mi stai dicendo che tutto quello che è successo, è stato perché entrambi tentavamo di proteggere l'altro? - Draco non riusciva a frenare il riso, arrivando addirittura a mantenersi lo stomaco con la mano libera.
- Cosa? - Non capivo a cosa si stesse riferendo.
- La prima volta che ci siamo visti. A scuola. Ricordi? - Chiese, riacquistando parte della sua serietà. Annuii. - Non era la prima volta per me. - Continuò lui.
- Che cosa stai cercando di dirmi, Draco? - Il nervosismo continuava a crescere dentro di me.
- Erano mesi che ti stavo seguendo. Il mio capo non è mai stato Sirius, o tu... Sono sempre stato a servizio della famiglia di Tom, e anche dei tuoi genitori, e a ucciderli non è stato nessun incidente, nessun omicidio da parte del fratellastro di tuo padre. L'unico responsabile è Sirius. Ti ha raccontato un mucchio di bugie per tutto questo tempo, e mi dispiace di essere stato costretto a fare lo stesso. - Continuava ad avere quella stessa dolcezza nello sguardo. Perché riuscivo a pensare soltanto a quanto la mia visa fosse triste senza di lui? Annuii per l'ennesima volta. Le lacrime cominciarono a scendere, inondandomi le guance arrossate.
- Credo di averlo sempre saputo, nel profondo. Di Sirius, intendo. - Cercai di sorridere, anche se la cosa mi risultò tremendamente difficile.
- Non ho mai smesso di vegliare su di te. Anche quando hai lasciato la città. Sapevo che Sirius avrebbe provato a fare qualcosa, e adesso ne ho la conferma... - Spiegò brevemente. Alzai un sopracciglio, curioso di sapere a cosa si stesse riferendo.
- Sirius vuole partecipare alla riunione degli azionisti senza di te. Vuole subentrare come figura autoritaria al tuo posto. Crede di poter convincere il consiglio del fatto che tu sia troppo giovane per questo tipo di lavoro. - Elaborò. Io annuii.
- Allora perché siamo scappati in fretta e furia dall'hotel? E soprattutto che fine ha fatto Cedric? - Feci curioso. Draco si rabbuiò.
- Credo che l'abbiano fatto fuori, e quasi sicuramente il prossimo eri tu. - Rabbrividii.
- Co-cosa? - Deglutii, sconvolto. Cedric era morto?
- Sto scherzando, Harry! - Draco ridacchiò, spingendomi scherzosamente. Io mi alzai, arrabbiato.
- Sei pazzo? Non è per niente uno scherzo divertente! - Urlai. Lui alzò le mani in aria, chiedendomi pietà. Per tutta risposta scossi la testa.
- Nessuno ucciderà nessuno, Harry. Hai la mia parola. Sirius è troppo scaltro per commettere lo stesso errore due volte. Sa che se uccidesse te o uno dei tuoi, la colpa ricadrebbe su di lui, e il caso dei tuoi genitori verrebbe di nuovo aperto con un nuovo sospettato. Non è così stupido da lasciare che questo accada. Ha provato a rifilarti la storiella dei tuoi che gli lasciavano in mano l'eredità, e ha addirittura assoldato qualcuno che facesse irruzione a casa tua, che ti desse appuntamento al bar, e che si presentasse lì per spaventarti. Sta giocando di mente. - Tutti i pezzi del puzzle stavano finendo al proprio posto. Avevo pensato a qualcosa del genere, ma fino a quel momento avevo sempre lasciato a me stesso il beneficio del dubbio. Anche se avevo lasciato la città e Draco, perché mi sentivo minacciato da Sirius, ammettere che lui fosse l'artefice di tutto quello, era come ammettere di aver vissuto per mesi insieme all'assassino dei miei genitori. Era difficile e spaventoso, e codardo com'ero, avevo lasciato che la cosa aleggiasse nei miei pensieri, senza riuscire ad andare veramente a fondo della questione.
Adesso, però, sapevo che Draco era al sicuro, e così come lui, ero al sicuro anche io. Ci saremmo guardati le spalle a vicenda. Ci saremmo guardati negli occhi e avremmo messo da parte ogni dubbio e paura, soltanto per stare insieme.
- Allora, quale è il nostro piano? - Chiesi sorridendo. A Draco brillarono gli occhi.
- Vendichiamo i tuoi genitori e facciamo il culo a quello stronzo di Sirius Black. - Non fece neppure in tempo a finire la frase, che io mi ero già fiondato sulle sue labbra, baciandolo come se ne avessi bisogno per sopravvivere, e forse era proprio così.
- Ti prego non lasciare che ti ferisca di nuovo. - Sussurrai ad un soffio da lui.
- Nessuno dovrà più ferire nessuno, Harry. - Fu la sua sincera risposta.
I minuti che seguirono lavarono via da me ogni goccia di dolore e tristezza, rendendomi la persona più felice al mondo, ed alterando così la mia percezione delle cose.
In quel momento, infatti, persino quella spoglia camera di motel, mi sembrò il paradiso.
Tre mesi dopo.
- Il tuo telefono continua a squillare.- Si lamentò una voce accanto a me. Strinsi un po' più forte le coperte attorno al mio corpo, facendo vagare la mia mano di qua e di là, in cerca dell'apparecchio. L'unica cosa che, però, riuscii ad ottenere, fu il gemito dolorante della persona che colpii nel tentativo. Aprii leggermente gli occhi. Draco se ne stava disteso beatamente al mio fianco, la sua faccia spalmata sul mio petto e la sua mano arpionata alla mia vita. Mi crogiolai della stupenda visione, sorridendo come un ebete, e dimenticandomi del cellulare, che smise di squillare. Accarezzai il viso di Draco, felice di poterlo avere insieme a me.
- Mhhhh... - Borbottò, infastidito dal fatto che stessi interrompendo il suo sonno. Alzai gli occhi al cielo. Cosa avrei dovuto fare? Era letteralmente incollato a me.
- Dray? - Lo chiamai dolcemente, lasciando che il mio tocco si allargasse sulla sua schiena pallida, nascosta sotto le lenzuola fredde.
- Dray? - Cantilenai. Per qualche secondo il biondo rimase immobile, poi i suoi occhi presero ad aprirsi, e mi fissarono assonnati.
- Cosa c'è? - Chiese con la voce impastata dal sonno. Io non potei fare a meno di sorridere.
- Credo di amarti. - Dissi serenamente. Lui sbatté le palpebre, poi fece una smorfia e si girò dall'altro lato del letto, lasciando la presa su di me.
- Togli quel credi, Potter. E vai a lavorare, prima che io ti faccia scendere dal letto a calci nel culo.- Disse scontroso, ma sapevo che stava arrossendo come una scolaretta. Ridacchiai.
- Non me ne vado se prima non mi dici che mi ami. - Mi lamentai, buttandomi su di lui, che cominciò a dimenarsi, lamentandosi.
- Avanti dillo! - Minacciai.
Proprio in quel momento il mio cellulare riprese a squillare. Sbuffai, ma risposi ugualmente.
- Pronto? - Feci scocciato.
- Ho interrotto qualcosa? - La voce maliziosa di Tom mi fece sbuffare. Draco fece capolino dalle coperte, facendomi la linguaccia.
- No, Tom. Mi hai solo svegliato. - Risposi. Lui scoppiò a ridere. Riuscii a sentire la voce di Bellatrix dietro di lui avvisarlo di qualcosa, prima che riprendesse la parola.
- Oh sì, certo. Ti ho chiamato per il pranzo di oggi. Vi aspettiamo per le dodici. - Mi avvisò.
- Credevo di averti già detto che ci saremmo stati. - Mi lamentai.
- Lo so, ma tu e Draco siete così inaffidabili insieme che ho preferito ricordartelo. - Quella suonava come un'offesa. Assottigliai lo sguardo.
- Hai appena insultato me e il mio fidanzato? - Chiesi serio. Tom ridacchiò imbarazzato, Draco invece afferrò il cellulare.
- Ci vediamo a pranzo Tom. Grazie per averci chiamato, ora dobbiamo andare. - Urlò di fretta. Non aspettò nemmeno di ricevere un assenso in risposta, che aveva già chiuso.
- Che ti è preso, Potter? - Chiese incredulo. Misi il muso.
- Ha detto che siamo inaffidabili. - Borbottai offeso.
- Ed è vero! Perché ti sei messo a blaterare cose come "io e il mio fidanzato"? E' imbarazzante.- Il suo viso pallido era colorato di un tenue e tenero rosso.
- A te di solito non frega niente del mio imbarazzo quando mi chiami Biancaneve davanti a tutti, dipendenti compresi. - Mi inalberai. Draco si zittì. 1-0 per me.
- Vado a farmi una doccia. - Sbottai, poi, alzandomi per andare in bagno.
- La facciamo insieme? - Draco mi seguì. Accelerai il passo e lo guardai dal bagno.
- Mi dispiace, non faccio la doccia insieme a uno che non è il mio fidanzato. - Dissi candidamente, sbattendogli la porta in faccia.
- Sono il tuo fidanzato! Fammi entrare! Sono il tuo fidanzato! - Scoppiai a ridere. Ormai vivevo per quei momenti. Mi facevano sentire così libero, così me stesso.
Sirius aveva perso ogni diritto su di me e sull'azienda, dopo che avevo dato prova della sua colpevolezza nella morte dei miei genitori grazie ai documenti che avevo trovato nel cassetto di mio padre tanto tempo prima. L'azienda era ufficialmente di mia proprietà, ma una volta conosciuto Tom e le sue idee, avevo deciso di vendergli metà delle mie azione, e diventare così soci in affari. Le cose andavano a gonfie vele. Ron, Ginny ed Hermione, complici anche loro delle truffe di mio zio, erano ufficialmente e felicemente usciti fuori dalla mia vita, così come lui, d'altronde. Non provavo alcuna pena per la sua condanna al carcere...
Sapevo che i miei genitori ne sarebbero stati contenti almeno quanto me.
E poi c'era Draco. L'uomo che mi aveva reso quello che ero. Il mio fidanzato, la mia felicità, la mia vita, la mia coerenza. Tra noi le cose si erano fatte via via più emozionanti, e ogni giorno che passava non potevamo che rendercene conto. Eravamo perfetti insieme, le mie debolezze erano le sue forze e i suoi difetti erano i miei pregi. Entrambi eravamo consapevoli delle nostre mancanze, e anche se ci eravamo fatti del male a vicenda, eravamo tornati per risanare le ferite aperte. Speravo solo che ci saremmo riusciti per sempre.
- Avanti Potter, apri! - Sorrisi.
- Solo se lo dici. - Risposi piccato. Lo sentii sospirare dall'altro lato della porta.
- Fattela da solo la doccia. - Urlò. Risi ancora di più. Aprii la porta e lo trascinai dentro, prima nella stanza e poi nella doccia.
- Non mi importa se non lo dici, tanto già lo so. - Dissi infantile, aprendo l'acqua. Draco urlò, non appena le gocce fredde gli caddero addosso.
- Sei un coglione. - Borbottò. Lo abbracciai.
- No, sono tuo. E tu sei mio. - Le mie labbra ad un centimetro dalle sue.
- Se lo dici tu. - Il bacio che ne seguì fu uno dei più magnifici che avessimo mai condiviso, e mi dovetti rendere conto che Tom aveva avuto ragione:
Io e Draco eravamo inaffidabili.
Ed ero quasi certo che non saremmo arrivati in orario al pranzo...
Fine.
Angolino autrice:
Eeeeeccoooomiiiii. Non mi uccidete, sono ancora troppo giovane per morire. Lo so che tutto questo è assolutamente improvviso e so che probabilmente la scelta di racchiudere tutto in tipo tre capitoli sia stata alquanto insensata, ma spero comunque che possiate apprezzare. Ho ricevuto alcuni vostri commenti nei quali mi avete espresso il vostro disappunto per il "tira e molla" della Drarry, e volevo soltanto dirvi che è la prima volta che sperimento una trama simile, e che anche se confusionaria, la storia d'amore che c'è in questa fanfiction è molto più reale di tante altre storie. Insomma, parliamoci chiaro: le storie d'amore nella realtà non sono mai perfette. Le persone, anche se innamorate, non sempre riescono ad esprimere i propri sentimenti nel modo giusto, o nel momento giusto. Ci sono fraintendimenti, cose non dette, e paure nascoste. Ci sono tira e molla tutti i giorni e non per questo uno ci si stufa e lascia perdere.
Io l'ho vista un po' come se fosse stata lo specchio della mia realtà, e mi dispiace se non tutti hanno potuto apprezzare. A tutti quelli a cui la storia tra Draco ed Harry è sembrata seccante e senza senso, quindi, chiedo scusa dal profondo del cuore. Per tutto il resto, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione.
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Together alone || Drarry (in revisione)
FanfictionNon c'era nulla. Solo una insormontabile e orribile sensazione di vuoto. Non sapevo cosa, o chi ci fosse accanto a me, perché i miei occhi erano rivolti verso il muro bianco sporco che avevo davanti. Il mio collo sembrava bloccato nella direzione d...