La convivenza con Draco si rivelò un'esperienza del tutto inaspettata, terrificante e allo stesso tempo pacifica. Erano già passate diverse settimane, e anche se avrei dovuto essermi abituato a vederlo gironzolare per casa, o ad essere accompagnato a lezione da lui, la verità era che ogni giorno mi aspettavo di svegliarmi e non trovarlo al mio fianco.
Era una continua sorpresa, infatti, guardarlo rimanere al mio fianco, imperterrito.
Sirius mi aveva detto tutto quello che c'era da sapere riguardo ai possedimenti dei miei genitori, e le pratiche per il passaggio di proprietà erano già in corso. Una marea di fogli e cartelline colorate affollavano la scrivania da giorni. Più di una volta avevo chiesto a Draco se davvero gli stava bene che io continuassi ad utilizzare la sua camera in quel modo, ma lui non si era mai lamentato. Al contrario mi aveva permesso di prendere il pieno possesso di casa sua, senza mai dire una parola a riguardo. D'altronde anche Sirius aveva espresso il suo volere di non mettere più piede nella vecchia casa, sia per sicurezza, sia per comodità. Lui non c'era mai, e starmene da solo in una casa così grande e vuota mi avrebbe fatto salire la depressione, aveva detto.
Draco non aveva ribattuto, limitandosi ad annuire come in accordo. Ricordavo di essermi chiesto davvero se al biondo la mia presenza desse fastidio, e lui stesse solo rispettando gli ordini...
- Potter. - Mi voltai verso la porta. I documenti a mezz'aria, ancora stretti tra le mie mani.
- Non dovresti studiare? Gli esami si stanno avvicinando. - Come al solito era entrato in camera soltanto per darmi uno dei suoi consigli spassionati. Era quello l'unico dialogo che conosceva. Aveva smesso con le battutine, con i soprannomi, e addirittura con il guardarmi apertamente negli occhi. Era quasi come se da quella sera in cui aveva fatto tardi, a casa non fosse tornato Draco, ma una sua copia perfetta e apatica nei miei confronti. Per i primi giorni successivi a quell'evento, mi ero limitato a lasciargli i suoi spazi, poi ero passato all'attacco, chiedendogli spiegazioni, che non avevano ottenuto alcun chiarimento. Questo mi aveva portato alla rinuncia, e alla fine mi ero semplicemente adattato alla situazione, continuando a fare domande, ma tenendomele per me.
- Da quando sei diventato il mio tutore legale? Credevo che questo genere di ramanzine potesse farmele solo Sirius. - Mi lamentai, anche se il mio tono rimase freddo e distaccato. Draco scosse la testa, appoggiandosi stancamente alla porta.
- Ti sto solo dando un consiglio. Non è una ramanzina. - Disse cautamente. Appoggiai con forza i documenti sul letto, alzandomi. Per qualche secondo vidi nei suoi occhi una punta di smarrimento, mista a timore, mentre mi avvicinavo a lui a passo svelto.
Lo presi per il collo della maglia che indossava e lo feci sbattere sul muro fuori dalla camera. Lui trattenne una smorfia di dolore, dovuto all'impatto con il cemento.
- Che ti prende? - Chiesi violentemente. Lui sorrise sornione.
- E' esattamente quello che stavo per chiedere io a te. - Sbuffò ironicamente. Lo spinsi con un po' più di forza verso il muro. Questa volta il sorrisetto scomparve completamente dal suo viso, che si fece serio e concentrato.
- Credevo di essere stato chiaro sul tipo di rapporto che volevo da te, Malfoy. Non ho bisogno di un cagnolino, e non ho nemmeno bisogno di un genitore. Io ho bisogno di... - Ma mi fermai, perchè probabilmente quello di cui avevo bisogno era che Draco mi fosse semplicemente vicino, e il modo in cui lo volevo, non era esattamente in accordo con quello che gli avevo chiesto.
- Di cosa hai bisogno, Potter? Dimmelo. Perché credevo che mi avessi proposto una specie di leale amicizia, ma non penso che ti basterebbe avere quella per essere soddisfatto. - Mormorò.
Quindi aveva capito tutto. Aveva capito che non mi era indifferente. Era per questo motivo che si era allontanato subito, discostandosi da me?
Non aveva voluto darmi nemmeno la punta del dito, credendo che mi sarei preso tutto la mano? Era un discorso non lontano dalla corrente di pensiero di Draco, in effetti, e non mi sarei potuto aspettare nulla di diverso da lui.
L'attimo di indecisione dei miei pensieri, diede l'opportunità a Draco di liberarsi dalla mia presa, e in meno di un attimo fui io a ritrovarmi addossato alla parete fredda. Il suo viso ad un centimetro dal mio, e la sua mano forte contro il mio petto. Sentivo la spalla formicolare nel punto in cui era venuta a contatto con il muro, ma ancor di più, sentivo il cuore palpitare furiosamente. Non era di certo per la paura che batteva così forte. Draco si fece ancora più vicino.
- Allora? Cosa vuoi Potter? Davvero non riesco a capirlo. Adesso ti comporti da fidanzatina gelosa, eppure sei stato tu a dire quella frase... - la sua voce sfumò in un rantolo di indecisione e frustrazione.
- Frase? Quale frase? - Chiesi confuso, ma non tanto da lasciarmi scappare l'occasione di capire cosa gli fosse preso.
- Lascia stare. - Disse allontanandosi.
Allora c'era davvero qualcosa che l'aveva turbato? Non ero stato io a vedere nel suo comportamento qualcosa di strano, lui aveva davvero un problema irrisolto con me. Di cosa si trattava? Qual'era la frase di cui stava parlando?
- Draco! - Urlai. Lui non si fermò, così presi la rincorsa e mi lanciai su di lui, facendolo cadere a terra di faccia. Fortunatamente ebbe la prontezza di mettere le mani davanti, così da non ritrovarsi il naso ridotto ad una sottiletta sanguinolenta.
- Ma che cazzo fai? - Forse avevo esagerato, eppure...
- Non ti lascerò andate fino a quando non mi dirai che cosa ti passa per la testa. Andava tutto bene, no? Avevamo un accordo, cosa è cambiato quella sera? Dove sei andato con la moto? E perché non sei tornato a casa? - Erano un bel po' di domande tutte insieme, ma sentivo l'impellente necessità di trovare una risposta a ciascuna di esse. Draco aveva ancora il viso rivolto verso il pavimento, mentre con il mio peso lo tenevo a terra quasi fosse una mossa di wrestling.
Ci sarei rimasto per ore, se solo questo fosse servito ad aggiustare la situazione.
- Harry, davvero ti conviene lasciarmi. - Un brivido mi percorse la schiena al sentire il mio nome uscire fuori dalle sue labbra sottili. Cavolo, mi aveva appena minacciato e io mi emozionavo per essere stato appena chiamato per nome. Avevo davvero un problema bello grosso.
- E a te non conviene far incazzare il tuo capo. - Ribadii puntiglioso. Parole sbagliate da usare in un momento del genere. Me ne resi conto non appena sentii il ringhio di Draco rimbombare nel mio petto, appoggiato alla sua schiena. Non ebbi, però, tempo per reagire, che per la seconda volta in pochi minuti, mi ritrovai di nuovo a subire la mia stessa medicina.
Il pavimento, infatti, era sotto di me, mentre Draco, con chissà quale agilità, era riuscito a tirarmi sotto di lui, e adesso mi guardava dall'alto, con le mani puntellate ai lati della mia testa. Il fatto che fosse seduto sul mio bacino non rendeva le cose facili, e anche se il suo sguardo mi stava comunicando tutta la sua rabbia e il suo disappunto, tutto quello che mi veniva in mente in quel momento era che averlo sopra di me era dannatamente eccitante.
- Continui a dirlo. Continui a dire che sei il mio capo e che io lavoro per te. - Era un dato di fatto, eppure in bocca a lui in quel momento, suonava proprio come un insulto. Assottigliai lo sguardo e mi concentrai, nella speranza di capire dove volesse arrivare con quell'affermazione. Poi mi venne in mente: era quello che gli avevo detto sulla casetta sull'albero.
Qualcosa come "è un punto a tuo favore, considerando che lavori per me". Io non gli avevo dato alcun peso, ma era possibile che a Draco non fossero piaciute affatto quelle parole.
- Sai che non è quello che intendo. - Sbottai offeso.
Davvero era rimasto arrabbiato per me tutto quel tempo solo per un fraintendimento?
Momento. Momento. Momento.
Si era arrabbiato perché avevo detto che ero il suo capo. Questo significava che anche lui voleva qualcosa di diverso? Non riuscii a trattenere il sorrisetto sornione che mi invase le labbra al solo pensiero.
Draco vacillò, confuso dal mio repentino cambio d'umore.
- Sei inquietante, Potter. - Mormorò spaventato. Misi una mano sul suo petto e lo afferrai per il colletto, questa volta senza alcuna violenza.
Probabilmente lui non capì che cosa stessi facendo, fino a quando le sue labbra non si scontrarono con le mie. Lo sentii fare resistenza per qualche secondo, stancamente, prima di abbandonarsi completamente al momento. La sua bocca sulla mia, le mie mani tra i suoi capelli e il peso del suo corpo sul mio. Era esattamente così che avevo immaginato il nostro rapporto dal primo momento in cui i miei occhi si erano incatenati ai suoi color del ghiaccio.
La mia era un'attrazione insensata e del tutto fuori controllo. Una di quelle cose impossibili da spiegare. Il mio cervello si spegneva semplicemente quando si parlava di Draco, e tutto quello che riuscivo a fare era cadere ai suoi piedi, travolto dal suo fascino.
Con il fiato corto lasciai che il biondo si allontanasse, rimanendo piacevolmente sorpreso, quando invece di alzarsi e scappare da me, rimase a qualche centimetro di distanza dal mio viso. I suoi occhi fissarono i miei, senza più rabbia o tristezza, solo un vago imbarazzo.
- Credevo che avessi detto di non essere gay. - Disse alla fine. Io scoppiai a ridere.
- Visto Malfoy? Questo dovrebbe farti capire che non dovresti dare troppo peso a quello che dico. - Alzai le spalle, mentre lui scuoteva la testa, divertito.
Lo vidi abbassarsi di nuovo, assaporai ancora una volta le sue labbra, mi persi nel suo respiro soffocato. Ci baciammo fino a quando il pavimento non cominciò ad essere tanto scomodo da farmi formicolare la schiena. Draco non era messo meglio, appoggiato alle braccia per non essermi di peso.
- Dovrei andare davvero a studiare. - Mi costrinsi quindi a dire.
Draco mi diede un bacio sul collo, poi si issò e mi diede una mano, mettendo in piedi anche me.
- Si hai ragione, dovresti. - Era deluso, e glielo si leggeva chiaramente negli occhi.
Mi avviai verso la camera da letto, guardandolo mentre si metteva comodo sul divano.
Mi bloccai davanti alla porta.
- Draco? - Lo chiamai. Lui alzò la testa.
Aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi. Era fottutamente bello.
- Dimmi. - Persino la sua voce era magnifica, così bassa e rauca.
- Potresti darmi una mano a ripetere? - Alzò un sopracciglio.
- Perché dovrei? - Okay, ritiravo tutto quello che avevo pensato. Era uno stronzo antipatico e prepotente. Misi il muso.
- Sei stato tu a dirmi di studiare! Potresti almeno aiutarmi! - Lo rimproverai candidamente. Lui si limitò ad accavallare le gambe e prendere il telecomando della televisione, accendendola. Il suono soffocato di un programma sportivo rimbombò nella stanza, facendomi alzare gli occhi al cielo.
- Ma io ti aiuto, infatti. Me ne sto di qua a guardare la televisione, senza darti fastidio. Se mi mettessi a farti da tutor sicuramente saresti distratto dalla mia presenza e perderesti solo tempo. - Disse come fosse stata la cosa più logica del mondo e io fossi stato uno stupido a non arrivarci da solo.
- Ma così mi mancherà la motivazione! - Mi lamentai, allora. Lui sembrò riflettere per qualche istante su quello che avevo detto, poi, si alzò e mi raggiunse.
- Allora che ne dici di questo? Se passi gli esami con il massimo dei voti, ti concedo un appuntamento. - Aggrottai le sopracciglia. Un appuntamento?
- Fino ad allora, niente più baci, abbracci o robe da fidanzatini. - Questo cambiava le cose.
- Che? E chi ti dice che io voglia un appuntamento con te? E poi che ne sai se voglio ribaciarti o no? Questa cosa è inutile. - Lo dissi, ma probabilmente le mie guance stavano andando a fuoco, e la mia voce non era per nulla sicura.
- Oh beh, se è così che stanno le cose, vai pure di là a giocare ai videogiochi o a guardare quelle scartoffie che ti piacciono tanto. - Draco mi scompigliò i capelli nel mondo più carino e affettuoso che avessi mai visto, prima di tornare sul divano.
Corsi in camera, presi i miei libri e cominciai a studiare. Non lo facevo per lui, era solo per me stesso.
Gli avrei dimostrato che ero capace di prendere il massimo dei voti, e poi avrei rifiutato l'appuntamento. Sì, non gliel'avrei data vinta. Sorrisi, non riuscendo a non toccarmi le labbra.
Draco Malfoy baciava davvero bene.Angolino autrice:
Ed ecco qui quello che tutti voi stavate aspettando. Si sono baciati. Okay? Contenti?
Tranquilli ci saranno altri momenti del genere, quindi non disperatevi ancora.
Vi voglio bene, e alla prossima.
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Together alone || Drarry (in revisione)
FanfictionNon c'era nulla. Solo una insormontabile e orribile sensazione di vuoto. Non sapevo cosa, o chi ci fosse accanto a me, perché i miei occhi erano rivolti verso il muro bianco sporco che avevo davanti. Il mio collo sembrava bloccato nella direzione d...