Capitolo 3
Entrai in casa, cercando di non far rumore, mentre mi chiudevo la porta alle spalle e mi affacciavo in salone. Sirius se ne stava seduto sulla sua poltrona, davanti al caminetto spento. Il suo sguardo vacuo era rivolto verso la finestra, dalla quale entravano gli ultimi raggi del sole del pomeriggio.
Se avessi voluto, avrei potuto andarmene in camera mia senza essere notato, ma decisi di palesare la mia presenza. Non ero mai stato il tipo da sgattaiolare via. Se lo avessi fatto, Sirius di certo si sarebbe insospettito per il mio comportamento e mi avrebbe chiesto spiegazioni a riguardo.
– Felpato! – Sobbalzò.
– Oh, sei tornato. – Si passò una mano tra i capelli neri, incastrando qualche ciuffo dietro le orecchie, decorate con dei cerchi d'argento.
– Sì, adesso. Ho già pranzato, quindi tu torna pure alle tue elucubrazioni. – Agitai la mano, cercando di mostrargli un pallido sorriso, che lui ricambiò annuendo.
Se c'era una cosa che non sarebbe mai cambiata nella mia vita, quella era la presenza costante di Sirius, ed il mio rapporto sincero e puro con lui.
Avevamo il nostro modo di comunicare, il nostro modo di scherzare, il nostro modo di affrontare il dolore...
– Davvero spiritoso, ragazzino. – Si alzò, passandomi accanto, per avviarsi in cucina, non prima di avermi spettinato i capelli con la mano. Uno dei suoi anelli si impigliò leggermente, ma feci finta di nulla. – Com'è andata a scuola? – Chiese poi, facendomi segno di seguirlo.
– Solita noia. –
– Sei proprio uguale a tuo padre. Nemmeno lui sopportava le lezioni. – Questa volta Sirius sorrise, un sorriso malinconico, ma più vero di quelli a cui avevo assistito nell'ultimo periodo.
Mi strinsi nelle spalle. Non mi piaceva mentirgli, ma gli occhi grigi di Draco erano impressi a fuoco nella mia mente, e mi suggerivano severi che mentire, in quel momento, era il mio unico modo per andare avanti.
Avevo passato il resto della mattina e del primo pomeriggio insieme a lui, ed il tempo era trascorso tanto in fretta da non accorgermi neppure che fosse arrivata l'ora di tornare a casa.
Se non fosse stato per Hagrid, che ci aveva chiesto se avessimo voluto qualcos'altro da bere, non sarei neppure riuscito a distogliere lo sguardo dal suo. Così pragmatico, così ipnotico.
Ogni suo particolare, emanava un'aura di mistero e fascino.
Mi intrigava e mi intimoriva allo stesso tempo.
Ottenere informazioni da lui, però era stato pressoché impossibile. Tutto quello che mi aveva fatto intendere, era che il nostro incontro non era stato solo una coincidenza, ma che, non aveva la minima intenzione di illuminarmi sugli avvenimenti che ci avevano portato a condividere il tavolo impolverato di una bettola in pieno giorno.
– Eppure ha sempre voluto che io eccellessi. – Sospirai, cercando di concentrarmi.
– I genitori vogliono sempre il meglio, per i propri figli. – Sirius prese una tazza dalla credenza.
– Tè? –
– Passo. – Scossi la testa. – Vado a farmi una doccia. –Salii in camera e mia e mi lanciai sul letto, coprendomi il volto con un cuscino. Avrei voluto urlare fino a non avere più fiato in gola. Almeno in quel caso avrei avuto un buon motivo per starmene in silenzio senza essere giudicato.
Eppure quella stessa mattina, mi ero sentito come se la mia testa fosse stata meno pesante. Insieme a Draco ero tornato ad essere un po' più me stesso.
Il mio telefono vibrò nella tasca, avvertendomi dell'arrivo di un messaggio.
Non ero pronto a leggere un nuovo monologo di Ginny.
Lo afferrai ugualmente, pronto a rimetterlo in modalità aereo, ma quello che lessi sul display, era un numero sconosciuto. Aggrottai le sopracciglia.
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Together alone || Drarry (in revisione)
FanfictionNon c'era nulla. Solo una insormontabile e orribile sensazione di vuoto. Non sapevo cosa, o chi ci fosse accanto a me, perché i miei occhi erano rivolti verso il muro bianco sporco che avevo davanti. Il mio collo sembrava bloccato nella direzione d...