Parte 2

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D'estate non metto mai i pantaloncini di jeans. Mi fanno sentire a disagio e lo fanno tutt'ora, ma fortunatamente la stagione è finita e non ho più paura. Non ho più paura di loro perlomeno, ma ho paura del cibo. Qualsiasi quantità di cibo che devo ingerire mi fa stare male e sono arrivata al punto di riuscire a calcolare le calorie a mente avendo solo il piatto davanti, incredibile per una come me che ha sempre fatto schifo in matematica.

Nessuno si è mai accorto di nulla all'inizio, facevo finta di niente con le solite frasi "non ho fame" "ho già mangiato, grazie" "no prendetelo voi il gelato a me non va tanto" e potrei continuare ad elencare una serie di scuse che ho usato parecchie volte, infatti nessuno si è mai preoccupato, tantomeno i miei genitori, oltretutto separati.

Parlando di loro, non ho mai avuto un bel rapporto con mio padre da quando è avvenuta la separazione, ma adesso che sono seguita da una psicologa e da una serie di medici mi sono resa conto di dover recuperare il rapporto, non per obbligo, ma perché mi manca. Mi manca tremendamente. Ma probabilmente sono troppo orgogliosa per dirglielo e sotto sotto nascondo un po' di rabbia nei suoi confronti. Con mia madre invece ci sono i soliti problemi adolescenziali, "no oggi non esci" "sei già uscita due volte" "non credo che tu non sia etero" "sapevo che stai con una ragazza, non sono stupida, ma secondo me non sei innamorata" "è colpa mia se ora sei così" "cos'ho sbagliato?" e potrei andare avanti all'infinito, ormai queste frasi non mi fanno più effetto, ma le voglio un mondo di bene, semplicemente è stata colta all'improvviso dalla mia malattia e non sa come reagire. Mi sono abituata a sentire frasi del genere. Perché la gente non capisce il problema. Non capisce come si faccia ad avere paura del cibo, ma la realtà è che non lo so nemmeno io.

All'inizio nessuno mi prendeva sul serio, credevano tutti che fossero stupide ricerche di attenzioni, ma quando mi sono fatta portare al pronto soccorso, hanno realizzato che si trattava di un problema serio, che non è neanche l'unico. Soffro di ansia sociale, depressione e autolesionismo. Direi il pacchetto completo, per sdrammatizzare la situazione. I miei amici, pochi ma buoni, mi sono stati accanto fin da subito, cercando di tirarmi su il morale e farmi ridere. Purtroppo molte volte non ci riuscivano, ma li accontentavo lo stesso, non volevo che stessero male, quindi ridevo. Non mi ricordo più la mia ultima risata sincera. Scrivere tutto ciò fa male, anzi malissimo. Ma è la verità ed è solo quello che voglio far passare attraverso quello che spero diventerà un libro. Voglio evitare di far cadere nel baratro altri ragazzi e ragazze come me, perché è un percorso tremendo e lungo, ci sono purtroppo persone che vanno avanti tutta la vita lottando contro i disturbi alimentari, io invece spero di uscirne presto.

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