T/N pov
《Oi, dove cazzo sono?》
Riconoscevo quella voce.
Mi tolse quello che era un pezzo di scotch dalla bocca.
《Ahi, ahi, ahi, ahi!》gridai.
Lui mollò la presa sulle mie guance. Era proprio come nell'anime: i capelli corvini, gli occhi dal bellissimo grigio-azzurro ma privi di espressione, il suo profumo, il carattere un po' scontroso, la voce profonda... Levi Ackerman!
《Rispondimi mocciosa!》
《Slegami nano!》
Mi guardò malissimo, neanche avessi appena ucciso qualcuno.
《Che è quell'espressione?》
Mi slegò le mani.
《Ti ho chiesto dove cazzo sono non mi hai sentito mocciosa!?》
Lo guardai sorridendo.
《Piacere, io sono t/n》gli tesi la mano, al che lui mi guardò schifato.Levi pov
Davanti a me stava una stupida mocciosa. Avrà avuto sì e no 15 anni.
Dov'ero finito? Chi era lei? Ero arrivato lì all'improvviso mentre stavo dormendo (o per meglio dire provando a dormire) e l'avevo trovata stesa a terra; per sicurezza l'avevo legata ad una sedia ed ora lei sembrava tranquilla come non mai.
Mi stava porgendo la sua mano.
Voleva che la stringessi.
Voleva che toccassi quella cosa attaccata al suo braccio.
Come se mi avesse letto nel pensiero frugò in una delle sue tasche e ne tirò fuori una boccetta dal contenuto sospetto che si spalmò sulle mani
《Ora sono pulite...》e mi porse nuovamente la mano.
Come se io mi fidi... annusai la sua mano e sì, sembrava pulita, così la strinsi, più per farla contenta che altro.
Con gli occhi si indicò i piedi e la slegai; sembrava una tipa apposto ed era solo una mocciosa. Avevo un brutto presentimento, come se avessi dovuto trascorrere con lei più tempo di quanto potessi immaginare.
《Eri impegnato in qualcosa di importante?》chiese lei.
《Ovvio che no, se no non sarei così tranquillo》
'Forse sto sognando' pensai 'forse sono finalmente riuscito a vincere l'insonnia o forse sono morto'
Si alzò dalla sedia, si sgranchì un po' e poi si diresse verso la porta della stanza.
《Vuoi una tazza di...》si fermò come se si fosse dimenticata qualcosa di importante. Poi si batté un pugno sulla mano e con aria raggiante mi disse: 《Benvenuto nel mio mondo, Levi!》
Scattai 《Oi, come cazzo sai il mio nome?》forse usai un tono un po' troppo alto, fatto sta che sembrò sobbalzare.T/N pov
'Ed adesso come glielo spiego?'
Ci riflettei un po' su, poi unii le mani dietro la schiena e fissando fuori dalla finestra (perché in quella stanza c'era una finestra) chiesi: 《Tu ti sei mai sentito solo?》mi girai verso di lui sorridendo. Sembrava non capire ma mi seguì in cucina dove, presa una tazza e fatta bollire l'acqua, iniziai a preparargli un tè. Lui prese una sedia (io ho tante sedie in casa) e, una volta sedutosi, iniziò a fissarmi senza dire una parola.Levi pov
Il modo in cui la mocciosa aveva espresso la sua domanda aveva un non che di triste, di nostalgico, qualcosa che mi fece pensare al fatto che anche lei avesse sofferto. Certo, sapere cosa mi era successo era importante, ma qualcosa, nella mia coscienza, mi suggerì di tacere ed aspettare. T/n, così aveva detto di chiamarsi, stava girata di spalle a prepararmi del tè.
《Scusa》disse ad un certo punto distraendomi dai miei pensieri.
《Ti ho fatto venire qui senza un motivo preciso in realtà》la sua voce era bassa, sembrava cupa.
《Volevo avere un amico. Ho paura della solitudine. Cerco di convincermi che ormai sia normale per me essere soli, ma allo stesso tempo voglio parlare con qualcuno》forse stava piangendo, la voce le tremava un poco.
《Abitiamo in due universi distinti però sono riuscita a farti arrivare qua. E mi sento un'egoista. Solo ora mi rendo conto che tu non mi conosci e che molto probabilmente tu voglia tornare dov'eri》si girò verso di me. Aveva gli occhi lucidi. Mi porse una tazza. Si sedette anche lei e si mise a fissare il basso. Forse era in imbarazzo. Provavo un po' di compassione per lei. Io so cosa significa essere soli.T/N pov
Non volevo alzare lo sguardo. Sapevo che stava bevendo con lo sguardo fisso su di me. Chissà a cosa stava pensando.
《Come torno a casa?》
Lo sapevo... a nessuno interessa di me... La solitudine mi stava distruggendo, non riuscivo più a sopportare tutto ciò.
Per un secolo ero stata da sola.
Per un secolo avevo passato le notti a piangere.
Per un secolo avevo tentato il suicidio.
Per un secolo ero stata schiacciata dai rimorsi.
Per un secolo avevo desiderato crescere di qualche centimetto.
Per un secolo mi ero detta che nella prossima vita, se ci fosse stata, l'avrei vissuta come un adolescente normale.
Per un secolo avevo cercato di convincermi che era tutto un sogno, uno stupido incubo dal quale prima o poi sarei uscita.
Per un secolo mi ero chiesta perché mi ero sottoposta a quella operazione? perché io ne avevo avuto il coraggio ed i miei genitori no? perché i miei amici no? non era un discorso di soldi, quelli c'erano in abbondanza...
Ormai avevo capito che per me era impossibile. Sarei rimasta per sempre chiusa nel mio buio. Voglio morire, voglio morire, voglio morire! Perché non ci riesco?
Iniziai a piangere ed a strillare, in un attacco di panico. Viva per sempre per sempre per sempre per sempre per sempre!
《Basta! Basta! Ti prego smettila!》gridavo senza più capire niente, tenendomi la testa fra le mani.
Chissà che pensava Levi; se si era spaventato, se si stava chiedendo se avesse detto qualcosa di sbagliato, se se ne stava fregando... non lo so...《LEVI TI PREGO UCCIDIMI!》
STAI LEGGENDO
Un Mondo A Cui Appartenere [Levixreader]
FanfictionTrama Se andassi a parlare della trama probabilmente sintetizzerei il primo capitolo, ma a grandi linee, è ambientata nel futuro nel nostro mondo, dove t/n è riuscita a "prelevare dall'anime" Levi Ackerman (from aot). Tratto dal libro "...Fu un baci...