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Levi pov

Le stavo stringendo la mano. Perché lo stavo facendo? Mi stavo forse affezzionando a quella mocciosa dopo solo poche ore che la conoscevo?
Mi ero ripromesso di non affezionarmi più alle persone, in modo da non venire più ferito. Mi ero costruito una corazza per non provare più dolore, ma qualcosa mi diceva che quella stessa corazza stava andando frantumandosi più stavo con t/n.
Tenerle la mano non mi dispiaceva però, e neanche anche a lei, a quanto sembrava.
Ho perso troppe persone care nella mia vita e non sarei rimasto lì con lei ancora per molto per cui continuavo a ripetermi di non affezzionarmi a quella mocciosa che sembrava tanto fragile e vulnerabile. Per questo, appena arrivati nella sua dimora, le mollai subito la mano. Non mi girai ad osservarla, forse mi stava guardando delusa, ma io feci finta di niente.
《Senti... non è che mi prepareresti un altro tè... sai... era abbastanza buono quello dell'ultima volta...》
Ero stato muto tutto il tempo ed ora, come un rincoglionito, me ne ero uscito con una frase del genere, forse per togliere un po' la tensione che andava creandosi...
《Certo》lo disse col suo solito sorriso, ma se quel sorriso era sincero o falso, questo lo sapeva solo lei.

T/N pov

《Oi, ma io dormo qui sta notte?》
《Ovvio》dissi con noncuranza mentre cercavo tra gli scaffali della credenza. Mi pareva qualcosa di abbastanza evidente da dedurre.
《Quanti letti hai?》
Dove voleva andare a parare? Non capivo...
《La vecchia camera dei miei è vuota. Vi è un letto matrimoniale puoi usare quella se vuoi》
《Sono questi i tuoi genitori?》
Mi prese un colpo.
Levi stava osservando una vecchia fotografia. Non risposi.

None pov

T/n uscì dalla stanza. Era tutta sporca e voleva lavarsi. Si era però dimenticata di preparere il tè al nano che si mise a cercare qualcosa da bere nella credenza. Trovò una bottiglia priva di etichette o indicazioni sul suo contenuto e ne bevve poco più della metà. Gli piaceva il sapore ma non sapeva che si trattasse di alcool molto forte. Spesso nei momenti di sconforto o quando ne aveva voglia, a t/n piaceva ubriacarsi; il sapore degli alcolici le piaceva ed averne casse di bottiglie era normale.

T/N pov

Avevo appena finito di cambiarmi quando sentii degli strani rumori. Uscii dalla camera. Si era rotto un vaso di fiori in soggiorno.
《Merda, era il mio preferito》
Levi non c'era. Decisi di cercarlo nella vecchia stanza dei miei pensando che fosse stanco e che fosse quindi già andato a letto. Non volevo disturbarlo, per cui bussai. Nessuna risposta.
'Che stia già dormendo? Strano, solitamente soffre di insonnia...'
Aprii silenziosamente la porta. La luce era spenta e la stanza completamente al buio. Appena entrai qualcosa mi saltò addosso.
Era un animale. Lo sapevo perché sentivo il suo fiato sul collo. Come aveva fatto ad entrare? Eppure mi ero assicurata di chiudere ogni possibile entrata. Non sembrava molto grande ma non feci caso a questi dettagli. Ero terrorizzata. Tremavo da capo a piedi.
《Stai ferma》
Era un animale parlante. Ero rimasta segregata in casa per così tanti anni che pure loro si erano evoluti.
《Non ti muovere》
Aspetta ma cosa stavo pensando? Non era possibile. La paura stava controllando il cervello. Era un uomo allora. Un ladro? Che senso aveva rubare in questo periodo di merda?
Lui prese ad annusarmi.
Cercai di scollarmi dalla presa e riuscii a liberarmi. Mentre accendevo l'interruttore della luce, quel qualcuno mi prese per le caviglie e mi fece cadere nuovamente a terra.
Era Levi
《Che cazzo stai facendo nano? Che hai, il ciclo?》gli urlai contro. Ma capii dal suo comportamento che non era in sé. Mi dimenai tirandogli un calcio in pancia ed uscii dalla camera per poi vedere la bottiglia mezza vuota.
《Cazzo Levi! Non dirmi che ti ubriachi per così poco!》gli urlai
Mi raggiunse in cucina e mi prese come un sacco di patate riportandomi dov'ero prima.
La sua presa era stretta, per cui dimenarsi sarebbe stato inutile, ed io avrei potuto fargli male, cosa che non volevo assolutamente.
Mi poggiò seduta sul letto matrimoniale per poi inginocchiarsi a terra e posare la sua testa sulle mie ginocchia sorridente.
Sembrava un bambino piccolo che voleva le coccole. Mi faceva quasi tenerezza. Levi Ackerman, l'uomo più forte del suo mondo, che mi mostrava quel suo lato affettuoso.
Si sollevò dalle mie gambe e rimase a fissarmi dritto negli occhi per circa due minuti. Poi mi prese per i fianchi e mi sbattè contro il muro.
"Aspetta, aspetta, aspetta... non pensare male, non pensare male"
Vedevo le sue labbra sempre più vicine alle mie.
《Levi Levi Levi... tu mi conosci solo da oggi... non mi pare il caso di...》ma non mi stava ascoltando

Un Mondo A Cui Appartenere [Levixreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora