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T/N pov

Avevo la carne di gigante. Ora mi serviva il mio laboratorio. Presi una delle boccette in più che avevo preparato e tornai nel mio mondo.
Come sempre svenni e quando mi svegliai mi misi subito all'opera.
Avrei realizzato il mio desiderio: tornare indietro nel tempo, progetto al quale lavoravo da circa 60 anni.
Lavorai la carne in modo che divenisse come a me serviva.
Era incredibile come fossi riiscita a pensare ad un modo per realizzare pure gli spostamenti nello spazio-tempo. Però non mi sentivo del tutto felice; una volta completata la mia più grande opera, sarei tornata un'ultima volta da Levi per salutarlo e ringraziarlo, poi avrei ingurgitato soddisfatta uno strano frullato bluastro e sarei tornata indietro. In caso di fallimento sarei morta e mi sarebbe stato bene così, ma se avesse funzionato avrei rivisto la mia famiglia e tutte le persone a cui avevo voluto bene, anche il mio corpo sarebbe tornato indietro e avrei vissuto la mia vita e quell'epidemia come l'avevano vissuta tutti gli altri. Quello era stato il mio desiderio per tanto tempo. Ora però tra le persone a cui volevo bene c'era anche Levi. All'inizio avevo paura di lasciarlo solo, ma ora che sapevo che c'era Hanji al suo fianco ero più tranquilla.
Quanto ci avrei messo a preparare il frullato? Passai alcuni giorni all'interno del laboratorio, senza accorgermi del tempo e senza pensare a come il Nano potesse sentirsi...

Levi pov

Ero entrato in un breve stato di coma, causa la mia ferita sulla testa, ovvero, ero consapevole di tutto ciò che stava accadendo, riuscivo a sentire le voci ed i rumori ed a pensare, ma il mio corpo non voleva muoversi. Forse era anche il mio subconscio a volere ciò, forse ero sconvolto.
Sentivo Mikass incazzata con Eren che gli urlava robe del tipo "perché l'hai baciata?"; "io ti sono sempre stata accanto"...
Tch, ero subito andato a pensare che si stesse divertendo a limonarsi quel moccioso quando io non ero presente. Ma ora lei dov'era? Dov'era t/n?
Qualche ora dopo mi trovavo nella base. Sentivo la Quattrocchi parlarmi:
《Sai Levi, non vorrei che la ragazza vedendoti con me se ne sia andata... Altrimenti penso che sarebbe già tornata...》non stava criticando, mi stava dando la sua opinione, illustrando la realtà.
《Sai mi sarebbe piaciuto vederti in una relazione... be' non so se tu ora possa sentirmi... ma in realtà sono piuttosto curiosa...》
Relazione?
《Tu e lei cosa siete? Cioè si insomma, una ragazzina ed un vecchio scorbutico... padre e figlia? ... o amanti?》
Questo mi faceva sentire un pedofilo. Però la Quattrocchi aveva ragione: noi due cosa eravamo?
Passò un giorno, iniziavo a preoccuparmi. Non tornava.
Due giorni, iniziavo ad incazzarmi. Se ne era andata senza dirmi nulla.
Tre giorni, riuscii a svegliarmi ma avevo bisogno di altro riposo.
Quattro giorni, lei mi mancava. La volevo rivedere, subito!
Cinque giorni, la ferita che si stava rimarginando si era riaperta e non potevo ancora alzarmi dal letto, sebbene era da quasi una settimana che non riuscivo a dormire. L'insonnia era tornata e il suo rimedio (lei) non sapevo dove fosse finito.
Sei giorni, iniziavo a perdere le speranze in un suo ritorno. Mi sentivo tradito. Avevo capito che quello che volevo era stare con lei, nient'altro.
Settimo giorno dalla spedizione; riuscii finalmente ad alzarmi e mi diressi verso il campo dove ero solito allenarmi. Avevo voglia di sfogarmi e di prendere a calci qualcosa.

T/N pov

Era giunto il momento di salutare Levi, di dirgli addio per sempre. Aveva fatto tanto per me ed io ora lo avrei lasciato in pace, non avrebbe più dovuto sopportare me e tutti i miei errori.
Quando giunsi nel suo mondo, era mattina presto; mi incamminai jn cerca della base del corpo di ricerca, dove presumevo lui stesse. Quando la trovai, vidi Hanji e lei mi disse che il Nano era nel campetto qui vicino ad allenarsi. La ringraziai e mi diressi lentamente dove mi era stato indicato. Il capitano era lì e stava parlando da solo; o meglio, stava urlando, per cui riuscivo a capire chiaro e tondo quello che diceva mentre tirava calci e pugni ad un sacco da boxe appeso al ramo di un albero
《TI ODIO!》
《MI HAI ABBANDONATO! MI HAI LASCIATO QUI DA SOLO!》
《CREDEVO CHE AVREMMO POTUTO ESSERE AMICI O QUALCOSA DI PIÙ, PERCHÉ SÌ, VOLEVO CHE FOSSIMO QUALCOSA DI PIÙ!》
《MA ADESSO TI ODIO, STRONZA DI UNA MOCCIOSA!》
All'improvviso si girò. Mi vide. Non sapevo cosa dire. Non avevo preso in considerazione i suoi sentimenti. Ed ora l'unico motivo per cui ero lì era dirgli addio. Non l'avrebbe di certo presa bene.
Mi avvicinai lentamente. Lui non si era mosso di un centrimetro e continuava a fissarmi incazzato (o almeno, a me sembrava incazzato)
《Cosa intendi con più di semplici amici?》sul suo viso c'era una lacrima. Rimase zitto.
Cosa dovevo dirgli? "Sii spontanea"
《Ho distrutto quella corazza che ti eri costruito dopo tanto tempo e tanta fatica vero? Tutti i tuoi sforzi di non affezionarti alle persone. E nonostante lo sapessi sono sparita, mi hai visto con un altro, ho tradito la tua fiducia. E se sapessi il motivo per cui sono qui non so cosa potrebbe accadere. Per cui fammi un piacere. Sfogati. Fai ciò che vorresti fare da tanto tempo!》quello che stavo dicendo non aveva senso. Forse non mi stava neanche ascoltando

Un Mondo A Cui Appartenere [Levixreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora