Park Slope. Quartiere residenziale nel Nord Ovest di Brooklyn. Famoso per i suoi abitanti giovani e rivoluzionari. Il sogno di tutta la Gen Z, insomma. Anche quello di Meredith, se consideriamo le strade commerciali della Fifth e Seventh Avenue. Soprattutto la Fifth.
Ma, torniamo a qualche ora prima, quando la voce di Freddie Mercury mi svegliò in modo brusco. Subito dopo, mi arrivò un messaggio di Alex: "Se stai dormendo svegliati e sbrigati".
Mangiai e mi preparai un po' in fretta per non dovermi subire i rimproveri del biondo. Mentre allacciavo i lacci degli anfibi, suonò il campanello.
Andò ad aprire mia madre. Con il mio udito, riuscii a sentire la conversazione.
"Buongiorno signora" disse una voce maschile che riconobbi come quella di Alex.
"Ciao Alex, come stai?" chiese mia madre. Con il tempo, aveva conosciuto un po' tutti i miei amici, e forse aveva iniziato a pensare che in fondo non fossero così male.
"Bene, io le volevo parlare" rispose il biondo.
"Dimmi".
"Ha notato come sua figlia stia dopo la morte del suo ragazzo?" esordì.
"Certo, purtroppo è stata una notizia terribile. Stiamo cercando di aiutarla in tutti i modi, ma deve superarla anche lei".
"Bhe, ecco...io mi stavo chiedendo se potessimo portare Camille a Brooklyn. Una gita tra amici. Una giornata di svago" disse lui un po' insicuro.
"Brooklyn? In un altro stato degli USA? Ma oggi non c'è scuola?".
"Si, signora. Ma sua figlia è molto giù. Noi vogliamo solo il suo bene, riportarla in sé".
Sorrisi a quell'affermazione, perché sapevo che in fondo era quello che volevano veramente.
Sapevo anche che Alex avrebbe esordito con la frase che mi aveva detto ieri, perché era veramente molto convincente.
"Cos'è un giorno di spensieratezza in confronto ad un triste giorno di scuola?".
"Bhe...va bene, dai. Fatela sorridere per un giorno".
Poi mi chiamò e scesi le scale velocemente. Mi guardò sorridendo e io feci lo stesso. La salutai con un bacio sulla guancia e poi mi diressi vero il biondo che mi guardò, per una delle prime volte, in modo gentile. Mi mise un braccio intorno alle spalle e, dopo aver salutato mia madre, mi accompagnò fuori.
"Cos'è tutta questa gentilezza oggi?" chiesi.
"Mh" rispose semplicemente.
Al covo, tutti si stavano preparando. Zaini, bottigliette di acqua, giubbini e così via. Ovviamente la signorina Walker aveva una borsa, figuriamoci se avesse voluto portare il peso sulle spalle.
Aaron ci guardò sorpresi, poi si rivolse ad Alex.
"Non credevo l'avessi riuscita a convincere".
Alex non rispose. Nel frattempo, tutta la roba era quasi pronta. Quando uscimmo, il cielo era azzurro, non faceva né freddo né caldo. Era il tempo perfetto per una gita del genere.
Ci organizzammo e capimmo di dover fare molta strada. Tra treni e metro, avevamo circa 2 ore di viaggio. Almeno, Trials era vicino a New York.
Non so cosa pensassero le persone che ci videro quel giorno: un gruppo di 9 adolescenti sui 16 anni vagare per le città tra gruppi di tristi lavoratori e pendolari.
Il viaggio sul treno fu il più lungo, così io mi misi ad ascoltare la musica con le cuffiette, Dylan e Tim erano intenti nel mangiare degli snack (credo fossero Reese's). Alex guardava pensieroso il "panorama", se così possiamo chiamare il lungo tratto che collegava New York a Trials. Qualche volta, Adrian lo guardava, ma lui continua a fissare ciò che c'era fuori dal finestrino.
Meredith, invece, navigava su Internet con il suo smartphone. Devo ammettere che almeno quella volta, aveva indossato degli stivaletti con il tacco e la pelliccia marrone, invece delle sue solite decollette.
Law si limitava ad osservare i passeggeri che entravano e uscivano dalla nostra carrozza, mentre Aaron guardava male le persone (Aaron mood di vita). Alla fine non era cattivo, lo faceva per abitudine, se così la possiamo chiamare. Credo che qualcuno avesse trovato attraente ciò.
Quando scendemmo, ci munimmo di cartine e Google Maps pur di capire dove andare. Almeno, eravamo arrivati a New York. Il problema era che non capivamo dove. Trovammo la metro ed eravamo molto felici di ciò, solo che scendemmo a Manhattan. A Meredith non dispiacque, anzi ci voleva rimanere. Aveva proposto di rimanere lì e ritornarla a prendere dopo aver finito.
Dopo aver chiesto ad una ragazza bionda che non capisco ancora ora perché avesse una camicia da uomo in borsa, prendemmo un altro treno.
Dopo 45 minuti arrivammo finalmente a Brooklyn. Ci sentivamo già tutti stanchi. Per arrivare a Park Slope ce ne mettemmo altri 12 in metro.
Quello, era il luogo di ambientazione di Shadowhunters, una delle saghe letterarie più belle mai scritte, secondo me. Ora, guidarci toccava alla Vampira e al Figlio del Diavolo.
Se io avevo l'abitudine di parlare velocemente sotto stress, credo che Meredith camminasse veloce, perché per tutti seguirla è stato come fare il Giro d'Italia quattro volte.
Si fermò di colpo arrivata ad un palazzo di mattoni tra il rossastro e il marroncino, facendoci inciampare dietro di lei.
Bussò al citofono, a cui rispose una voce maschile.
"Si?".
"Meredith Walker" rispose lei sicura.
"Chi?".
"Meredith! Sono venuta da te un po' di tempo fa" spiegò.
"Se ho fatto diventare tuo nonno un criceto blu non posso farci nulla, mi dispiace" disse dal citofono.
"No, ma che-" riprovò a spiegare, ma Aaron si era già stancato e quindi iniziò lui a parlare. Meredith non sembrò contenta di essere stata interrotta, per nulla.
"Io sono Aaron Morningstar. Io e i miei amici abbiamo bisogno di vedere Manwa, apprendista stregone".
A quelle parole pronunciate con un tono così duro, la voce de citofono smise di parlare per poi aprire il cancello...
#SpazioAutrice
Ehilà bellagente (si, tutto attaccato). Come state? Scusate per il ritardo ma la scuola è veramente stressante. Ah, leggendo il titolo mi è venuta in mente una canzone bellissima di una band che adoro, quindi ve la lascio sopra. Vi immaginate Teenagers in slow motion mentre i fantastici 9 camminano per Brooklyn? HAHAHAHAHAHA. COMUNQUEEE spero che il capitolo vi sia piaciuto e niente, ci vediamo alla prossima.
Ps: tra due settimane è il mio compleanno e la mia regione è rossa! Mhe.
-Maddy
STAI LEGGENDO
You, Me and the Arrows
WerewolfYOU, ME AND THE ARROWS- YOU, ME AND THE WOLVES VOL. 2 "Pensavo avessimo sconfitto gli Incroci, ma evidentemente non era così" [sono presenti riferimenti più o meno espliciti alla saga Shadowhunters e alla serie TV Lucifer]