Quando la sveglia suonò erano le sei del mattino.
Si svegliava sempre prima dei suoi nipoti, per quanto amasse dormire non riusciva ad evitare di fargli trovare la colazione pronta: era la coccola che gli dedicava di prima mattina. Il suo lavoro le aveva portato via un sacco di tempo in passato, solo nell'ultimo periodo riusciva ad avere degli orari molto più permissivi, ma gli anni erano passati cos ìveloci che ormai uno era un ragazzo e l'altro un adolescente.
E lei mamma, in un certo senso.
La vita era cambiata in un attimo, una manciata di minuti, il tempo di qualche parola al telefono e si era ritrovata a dover prendere un aereo che da Madrid la riportava in Italia con la consapevolezza che da quel momento avrebbe dovuto crescere quelli che, all'epoca, erano solo due bambini. Il suo asso nella manica, la carta vincente, fu solo il fatto che il suo conto in banca contasse così tanti zeri da poter fare invidia a molti.. è vero che i soldi non fanno la felicità ma, ammettiamolo, aiutano e spalancano una marea di porte, fanno svanire parecchi problemi o per lo meno di certi non ci si deve preoccupare, ma con i soldi non poteva comprare il saper fare la madre, crescere due bambini, consolarli da un dolore indescrivibile.
Quando le fu dato l'affidamento esclusivo dei due minori era ad un passo dall'arrivare in cima alla sua scalata al potere e, di conseguenza, non si era mai fermata ad immaginarsi nel ruolo di madre.
Non ci aveva mai pensato, non sapeva da dove iniziare.
Non aveva nulla contro la maternità ma quel senso di "famiglia" non le era appartenuto fino a quel momento, l'idea riusciva addirittura a renderla irrequieta. Amava i suoi nipoti, certo, ma non si sentiva pronta a crescere due bambini dopo aver faticato tanto per ricoprire il ruolo che da lì a poco avrebbe ricoperto. Eppure quel momento arrivò. Arrivarono i bambini in Spagna, arrivò il nuovo ruolo lavorativo e tutto prese un'altra forma. Una nuova forma.
Mentre ripensava al fatto che fossero passati già dieci anni da quando, per l'agitazione, aveva fatto tutto il volo con le unghie conficcate nel sedile dell'aereo, andò in cucina, accese la moka e tirò fuori il succo di frutta dal frigo americano, sull'isola della cucina trovò i croissant che il suo assistente le portava ogni mattina dal lunedì al venerdì.
Il primo caffè lo fece per lei, prese le sigarette e andò sulla poltrona accanto alla vetrata dalla quale poteva vedere buona parte della città: Madrid iniziava a svegliarsi ma nonostante vivesse in quel super attico ormai da quindici anni quella vista sapeva meravigliarla ogni mattina come se fosse nuova tra quelle quattro mura.
Inspirò l'aroma del caffè.
Il tempo passava e, in quegli attimi,poteva sentire il pentimento di non averlo fermato in parecchie occasioni.
In quei piccoli momenti era se stessa,ma essere se stessi poteva portare a grandi benefici come a grandi errori e questo non poteva permetterselo. La sua vera "io" si mostrava solo ai suoi nipoti, al sangue del suo sangue e se gli altri pensavano l'opposto potevano fottersi, dalla sua parte aveva sempre il fatto che l'essere umano spesso si fa comprare e per lei non c'era un prezzo per il quale non poteva fare un bonifico.
«Buongiorno zia »
Lorenzo si palesò nella stanza interrompendo i vari tentativi di far funzionare quel maledetto accendino con incise sopra le sue iniziali.
«Ben svegliato » gli disse prima di fare il primo tiro «i croissant devono essere ancora caldi, cerchiamo di essere operativi e non fare tardi oggi eh.. vadoa svegliare tuo fratello»
Dopo aver percorso il lungo corridoio entrò nella stanza di quello che era il più piccolo, Fabrizio. Con lui aveva da dieci anni il problema del svegliarsi al mattino, ma quello sarebbe stato il primo giorno nella nuova scuola privata e lei sapeva bene quanta fatica ci aveva messo a convincerlo nel cambio di istituto, non aveva nulla contro la scuola pubblica ma secondo lei non stava fornendo al ragazzino le conoscenze giuste.
Quando dopo la routine mattutina si infilarono nell'ascensore che direttamente dal loro appartamento portava ai garage sottostanti al palazzo, il suo Apple Watch segnavale 8.00 in punto. Nella sua testa era tutto perfettamente calcolato, anche le tempistiche.
Una volta imboccata la strada e constatato che il traffico ancora non era congestionato sentì i muscoli del collo distendersi prima di osservare i due ragazzi seduti dietro.
«Fabrizio,per quanto tu sia contrario a questa mia scelta vedrai che col tempo mi darai ragione..sei un ragazzo sveglio, non tarderai a fare nuove amicizie »
Il ragazzino si limitò a fare cenno di "no" col capo, il suo silenzio dichiarava a pieno il suo disappunto. Avere a che fare con un diciottenne e un ragazzo di sedici anni era più complicato che essere l'amministratrice nonché maggiore azionista di una società da quasi 56 miliardi di euro. A quel interminabile semaforo rosso si maledì di essersi presa una giornata per quell'occasione e non aver mandato i ragazzi a scuola con l'autista.
«Guarda che ci sono anche dei figli di alcuni personaggi famosi, o almeno così mi ha detto la direttrice »
« Sai quanto mi interessa.. »
« Ragazzi » iniziò con un tono che non prometteva nulla di buono e rivolgendosi ad entrambi « non complicatemi la vita, è un periodo stressante per tutti ma i nostri progetti li conosciamo quindi gradirei da voi un minimo di collaborazione »
« Guarda che sono i tuoi progetti, non i nostri, io stavo bene nella mia vecchia scuola con i miei vecchi amici »
« I miei progetti sono quelli che rendono la vostra vita invidibile! »
« Nessuno te l'ha chiesto!! »
Era solo lunedì e la giornata non era iniziata bene con i ragazzi. Ecco cosa intendeva quando diceva che spesso il ruolo di madre era estremamente difficile, soprattutto nell'ultimo periodo da quando il più piccolo dei due era entrato nella fase "ribelle" dell'adolescenza. "Dio, io sono portata per altro..non per essere il sacco da box emotivo di un adolescente con gli ormoni a puttane e ubriachi.."
Ad un tratto lo schermo multifunzione dell'auto segnò l'arrivo di un messaggio whatsapp. Pedro, quello che per lei ormai non era un amico ma un fratello.. almeno lui aveva quasi sempre buone notizie. Schiacciò lo schermo touch su "LEGGI"
Tesoro, ho bisogno di te.
Sai Antonio? L'uomo che ho conosciuto qualche settimana fa? Ecco, devi salvarmi.
Stasera non prendere impegni e chiamami appena hai un minuto, sono agitatissimo.
A tra poco lesbiana
Quel messaggio le aveva strappato un sorriso, Pedro era un po' il suo angelo custode: in un modo o nell'altro arrivava sempre al momento giusto e quel sentirsi rasserenata riuscì a portare la conversazione con i ragazzi a un livello più soft. Riuscirono addirittura ad arrivare ridendo a scuola.
Forse la giornata aveva solo bisogno di prendere un'altra piega.
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No Soul
FanfictionSiamo perennemente attratti da chi ci tratta male e il vero problema è la nostra consapevolezza di ciò, ma cosa si potrebbe desiderare più dell'essere ricchi, aver raggiunto quasi tutti i nostri obiettivi nella vita e poter avere tutto quello sulla...