Il tragitto le sembrò durare un'infinità, ad ogni semaforo sentiva gli occhi bruciare per poi riempirsi di lacrime che reprimeva. Stai diventando debole.. pensò nell'attesa che il cancello automatico del condominio di lusso finisse di spalancarsi. Tutto quello che avrebbe dovuto fare sarebbe stato seguire il suo istinto, quello che poche volte aveva fallito e non fare nessun favore all'amico. Ma poteva ancora considerarlo tale? Nella sua vita si era fidata di pochi e tra quei pochi c'era anche lui, Pedro, ma nonostante la delusione fosse arrivata dopo dieci anni era comunque arrivata. Non era una donna propensa al perdono, tantomeno ad un perdono rapido. Non si era parlata con suo padre per anni, era come lei: testardo e orgoglioso. Due Alpha, due arieti sempre state sul piede di guerra ma soprattutto non l'aveva mai perdonato. Non riusciva a perdonarlo nemmeno in quegli istanti in cui ci ripensava, nonostante fossero passati anni dal suo funerale. Non l'aveva accettata, una figlia lesbica per lui era un disonore e l'aveva derisa, umiliata, emarginata ma soprattutto incattivita. Capì presto che se un padre, il sangue del suo sangue, la fonte che l'aveva generata era capace di odiarla, gli altri esseri umani avrebbero avuto la forza di annientarla. Il ringraziamento che poteva fare a quell'uomo era esclusivamente uno: averla rafforzata, averla resa sì cattiva ma forte. E quella debolezza che, in quel momento, avrebbe voluto sopraffarla scivolò in un tugurio della sua anima quando entrando in casa scoprì i ragazzi sul divano, intenti a trovare un punto d'incontro su cosa guardare in tv. Giorni prima le avevano chiesto la carta di credito per l'abbonamento a quella piattaforma dove c'erano tutti i film, le avevano detto come si chiamava ma non era serata per avere memoria di quello.
« Zia sei tornata! »
Esordì il piccolo che sembrava veramente felice del suo rientro. Forse ultimamente si sentiva trascurato, ecco spiegato il perchè del suo nervosismo. Non aveva torto il ragazzo, aveva cambiato Istituto senza che la zia fosse davvero presente come lui necessitava. Aveva sbagliato, ma agli errori si poteva sempre rimediare. Si piazzò davanti ai ragazzi oscurando alla loro vista la televisione.
«E' successo qualcosa? » Lorenzo buttò un occhio all'ora sul suo cellulare «sei stata fuori poco »
« A Pedro è andato in tilt l'allarme di casa ed è dovuto rientrare in tutta fretta » il primo segreto di una bugia credibile era quello di dare una risposta plausibile e con tono sicuro, sempre « ma ciò significa che passeremo una serata tra noi, sempre se la mia compagnia è di vostro gradimento »
Non aspettavano altro anche se solo Fabrizio borbottò una cosa come figata! ci sta! mentre Lorenzo si limitò ad un sorriso felice, davvero felice. Dei due il più grande era sempre stato più silenzioso, più riservato ma molto più connesso con lei. Si capivano al volo, con uno sguardo e ormai aveva un'età che lo portava ad essere un attento ascoltatore, per quel motivo tutti i segreti più intimi di sua zia li sapeva. A lui diceva tutto.. con lui le sue paure, i suoi dubbi, le sue incertezze erano sotto chiave. Disse ai ragazzi di preparare i pop corn nel microonde mentre lei avrebbe indossato qualcosa di più comodo per godersi quella serata con i ragazzi cercando di non pensare all'accaduto, anche se le parole di Pedro le rimbombavano in testa come le palline di un flipper.
Sentì il piccolo dalla sala gridare qualcosa come ti muovi zia? daiiii i pop corn sono caldi!! e non potè fare a meno di sorridere sentendo tutta quella sua impazienza. Scrollò la testa e si tirò su il cappuccio della felpa, era come accoccolarsi in sé stessa, poi raggiunse i ragazzi sul divano. Le avevano lasciato il posto in mezzo, si buttò con ben poco tatto sul divano e allungò i piedi sul tavolino di legno di noce con schegge d'oro. Quando lo comprò era intoccabile, ora lo usavano come poggiapiedi a dimostrazione di quanto quei ragazzi le avessero cambiato la vita.
« Allora cosa guardiamo? Avete scelto? »
I ragazzi si guardono e iniziarono a parlare contemporaneamente. Sentì il telefono che aveva in tasca vibrare, gli lanciò un'occhiata veloce: Pedro stava iniziando a riempirla di messaggi. Tra i ragazzi che in sottofondo discutevano su cosa vedere e le anteprime dei messaggi che si susseguivano a raffica sentì il cervello estranearsi, stava rivivendo la sensazione di qualche ora prima al locale. Suoni ovattati, un senso di allontanamento da tutto, come se il suo cervello fosse troppo stanco per tutte quelle situazioni. Non aprì nemmeno un messaggio, non l'avrebbe fatto per molto tempo o forse non l'avrebbe mai fatto. Si buttò all'indietro sui morbidi cuscini e fu come tornare alla realtà, spense il telefono frettolosamente e si disse che la serata poteva ancora regalarle un momento di serenità.. .. se solo quei due galletti si fossero zittiti.
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No Soul
FanfictionSiamo perennemente attratti da chi ci tratta male e il vero problema è la nostra consapevolezza di ciò, ma cosa si potrebbe desiderare più dell'essere ricchi, aver raggiunto quasi tutti i nostri obiettivi nella vita e poter avere tutto quello sulla...