Capitolo 7

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Per quanto gli spagnoli e gli italiani fossero visti come "cugini" dal resto del mondo, su certe cose non lo erano. Questo cappuccino fa pena.. pensò regalando un mezzo sorriso al cameriere che la fissava con la scusa di tenere d'occhio i clienti. Essersi fermati nel dehors di un bar vicino la Rambla era stata un'ottima idea per i loro piani giornalieri, ma aspettarsi di bere un buon cappuccino in un posto che non fosse l'Italia era stata una cazzata.

« Ma il cornetto al cioccolato era mio! » 

Era stato un errore cambiare scelta sui cornetti quattro volte mentre il ragazzo prendeva le ordinazioni, l'avevano mandato in tilt e il risultato fu cornetti diversi da quelli che avevano ordinato. Isabel non aveva di certo voglia di iniziare la giornata con diatribe varie tra i ragazzi, il sole splendeva e la temperatura era perfetta quindi perchè lasciare ad un imprevisto il potere di rovinare qualcosa? Pur avendo dato un morso al suo cornetto si arrese agli occhi del più piccolo.

« Tieni Fabri » gli disse allungandoglielo e scambiando i cornetti accontentandosi di mangiarne uno vuoto « prendi il mio »

Come tanti adolescenti erano soliti fare, forse i suoi meno degli altri, si incollarono per un po' al telefono mentre lei si concesse la vista della città in pieno movimento gustandosi la prima sigaretta della giornata. Il clima ancora caldo portava le donne a scoprire le gambe, indossare gonnelline leggere e a riversarsi alla buonora in giro per la città assaporando già dal mattino quel Sabato. Era arrivata a metà sigaretta mentre assorta nei suoi pensieri guardava due ragazze passarle difronte mano nella mano quando il più piccolo attirò la sua attenzione.

« Zia? Caz..emh cavolo ma hai visto il tuo profilo? »

« Mhmm? »

Non si voltò nemmeno, la luce fasciava il panorama e lei si sentiva come assorbita da un quadro bellissimo con i raggi che cadevano sul cemento come fossero stati dipinti da mani sapienti.

« Dai non ci sto credendo.. » continuò ridendo in quella che Isabel percepì come una risata leggermente isterica « allora Teo aveva ragione con lo screenshot, sua madre ti segue.. » fece una piccola pausa «..e pure tu! » 

Vide con la coda dell'occhio il ragazzo allungare il telefono fino a metterglielo vicino alla faccia per mostrarle le prove. Lorenzo li guardava dubbioso senza capire bene di cosa stessero parlando. Solo allora Isabel si voltò, calma, come la sensazione che sentiva dentro dopo quei minuti di estraneazione. Guardò lo schermo del cellulare, fece un tiro e non battè ciglio a quella situazione. 

« La Nimri? Sì ci seguiamo.. » sul volto del piccolo stava gia iniziando a prendere forma una sorta di eccitazione «..l'ho conosciuta lo scorso weekend » 

Lorenzo la fissava con un sopracciglio alzato. Isabel sapeva cosa stesse guardando, o meglio, cercando: voleva vedere se sua zia si fosse tradita con un'espressione o con il tono di voce, voleva anche lui delle prove a testimonianza del pensiero che aveva formulato la sera che videro l'episodio di Vis a Vis. Da quella sera più nessuna congettura era stata fatta nè tantomeno si era parlato del motivo per cui aveva litigato con Pedro. In tutti quei minuti nemmeno un poro del suo viso cambiò, Lorenzo abbandonò quello scrutare per tornare a messaggiare con qualcuno. Devo anche indagare sul destinatario dei messaggi, stai a vedere che ha una fidanzata e non mi ha detto niente. Non era gelosa, ma non voleva che si circondassero di chiunque. Purtroppo per la sua importanza economica e sociale non concedeva ai ragazzi di avere una vita esattamente come tutti gli adolescenti, se da un lato avevano la fortuna di poter avere tutto quello che desideravano, dall'altra avevano una libertà limitata: i loro amici appartenevano a una classe sociale di un certo tipo, figli o nipoti di famiglie se non ricche almeno benestanti, le uscite concesse erano comunque in posti dove erano "controllati" e, per sua regola personale, erano pochi quegli amici a cui era concesso venire a casa proprio per evitare che tutti sapessero dove abitavano. Era il peso del denaro. Solo in quel momento pensò che Teo, il figlio di Najwa, viveva più o meno la loro vita e lui sì che sarebbe potuto rientrare nella cerchia delle loro amicizie. Cosa che probabilmente aveva già fatto dato che Fabrizio era intento a scriversi con lui. Come un lampo in grado di spaccare a metà un albero ricordò la conversazione della sera prima con Najwa, forse era il momento giusto per affondare il colpo e vedere la reazione.

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