Capitolo 9

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La verità era che quella terrazza stava ospitando due donne molto più simili di quanto credessero e questa cosa era balenata nel cervello di entrambe in momenti diversi. Najwa se ne era accorta la prima sera, al tavolo del locale, quando osservando Isabel aveva formulato il pensiero che difronte a lei c'era una donna di potere che ostentava forza, calma, serietà ma che erano doti ben piazzate solo per fare scudo a quell'anima che era tutto l'opposto. Isabel se ne accorse in quel momento, in quelle lacrime trattenute, in quel viso stanco, in quella felicità ostentata tanto sui social ma che su quella terrazza non aveva portato. Erano nude e crude, una difronte all'altra, consapevoli che se nessuna avesse attaccato non ci sarebbero state vittime. A differenza di quello che Isabel aveva pensato, le tigri erano due ma calme, stanche. Anzi, erano più leonesse, più materne di una tigre che spesso si trova solitaria. Erano lontane dai rispettivi leoni, i loro "personaggi", l'immagine che davano e dovevano dare. Quella terrazza era la loro Savana e finché una non fosse diventata minaccia per l'altra forse avrebbero anche potuto fare branco.

«Scusami, davvero scusami » Najwa si asciugò la guancia con il dorso della mano « Non so cosa mi sia preso stasera, sarà lo stress »

« Si certo, lo stress.. » Isabel la fissava, seria e le avvicinò il pacchetto di sigarette senza dirle niente come per incitarla a rilassarsi con una sigaretta prima di continuare il discorso « Alejandro ti stressa, non è così? »

Najwa si limitò a guardarla. Una delle due doveva cedere, essere la leonessa più stanca, più abbattuta, più sacrificabile e dopo la notizia di quella giornata nessuno sarebbe stato più stanco di Isabel. Cedette lei, forse aiutata dal vino o dagli occhi ancora lucidi di Najwa che le apparivano così profondi da farle sentire un brivido di paura, come se avessero potuto risucchiarla da un momento all'altro.

« Dai Najwa, perfavore » la fiamma dell'accendino illuminò per un paio di secondi il volto stanco di Isabel « E' palese, lui è.. è.. »

« Lui è? »

Isabel inspirò cercando di capire se era il caso di esporsi, ma arrivate a quel punto forse esporsi era il rischio minore.

« Lui è pesante Najwa, non lo sto giudicando e non sto dicendo che sia un cattivo ragazzo, non mi permetterei mai ma è possessivo, se ora tu affermassi il contrario penserei soltanto che: o mi stai mentendo, o non hai una visione razionale dell'uomo che hai accanto »

Il volto di Najwa sembrò stupito ma quasi felice, come se qualcuno le avesse appena tolto le parole di bocca.

« Come hai fatto? »

Alla domanda di Najwa non c'era risposta. Isabel si limitò ad alzare le spalle. Empatia? Forse. Il silenzio regnò per alcuni secondi. Isabel aveva già fatto abbastanza, era andata incontro a Najwa fin troppo, probabilmente in quel momento pochi l'avrebbero riconosciuta fuori dal suo essere stronza e acida. Da quando aveva avuto quella notizia non sentiva più la forza di sbranare la vita né le persone, la cosa le faceva paura ma con la presenza di Najwa i problemi sembravano lontani.

« Comunque, il discorso è più complicato » esordì Najwa, nell'attesa la sigaretta di Isabel si era consumata e la gettò nel posacenere prima di bruciarsi le dita « Ormai è anni che stiamo insieme ed è andato sempre tutto bene, forse fin troppo bene. Non ha mai amato le luci della ribalta, ha amato Teo fin da subito come fosse suo, mi ha sempre appoggiato e c'è sempre stato, ma quando è finito Vis a Vis è cambiato..»

Isabel avrebbe voluto farle una domanda ma non fece in tempo.

« E' diventato più geloso, più possessivo, sono iniziati i litigi, ha iniziato a voler venire con me dappertutto e la cosa poteva anche essere sopportabile se non fosse che nell'ultimo periodo ha iniziato a chiedermi un figlio, un figlio nostro »

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