YURI
L'aria calda del pomeriggio mi soffocava, ma il venticello proveniente dal mare contribuì a calmare i miei bollenti spiriti.
"Di questo passo non so quanto ancora potrò resistere".
Mi passai una mano sul viso ancora accaldato, poi posai lo sguardo sulla casa dietro di me e sospirai.
Victor aveva ragione: mi ero andato a cacciare in questa situazione con le mie stesse mani e tutto per sapere qualcosa di più sulla vicenda scritta in quel quaderno...
Che poi, volendo, avrebbe potuto benissimo scrivere una storia come quella solo per attirare la mia attenzione.
"Però ha detto di avermi notato quel giorno al torneo di pattinaggio, quindi che motivo avrebbe avuto per mentirmi?"
E poi, tu sei qui solo per lavoro, no?
"Sì certo...solo...solo lavoro..."
"Accidenti a me!"
Inizia a camminare verso il bosco e il profumo del mare, cercando di allontanarmi a grandi passi da quella villa e dal vero motivo che mi ci aveva portato.
VICTOR
Mi buttai su una spalla il borsone che avevo preparato e rischiai di cadere un paio di volte scendendo le scale di corsa.
"Ancora un po' e non riuscirà più a resistere".
Il giochino che avevamo iniziato, stuzzicandoci a vicenda, o meglio, che avevo iniziato io stuzzicando lui, mi stava mandando fuori di testa.
E vederlo cedere pian piano era un qualcosa di bellissimo e di molto appagante.
Mi piaceva essere il predatore.
Spalancai la porta finestra con il desiderio di vedere ancora le sue guance arrossate, ma in giardino non c'era.
Una punta di preoccupazione si affacciò nel mio cuore, poi mi inoltrai fra gli alberi quasi correndo, scalciando via le felci che mi si attorcigliavano attorno alle caviglie.
Quando iniziai ad affondare nella sabbia mi tolsi le scarpe senza neanche fermarmi.
Lo vidi da lontano, fermo in piedi vicino alla riva, e il senso di abbandono iniziale svanì veloce com'era arrivato.
Mi presi un momento per osservarlo: i capelli corvini spettinati dal vento, la mia maglietta che gli cadeva un po' floscia sulle spalle non poi così esili e le scarpe strette in una mano.
Poi lo raggiunsi e mi sentii spuntare un sorrisino quando lo vidi sobbalzare.
"Cos'è, hai paura di me adesso? Prima non sembrava".
Osservai il suo pomo d'adamo fare su e giù alle mie parole.
"Non ho paura di te".
La sicurezza nella sua voce fece allargare il mio sorriso.
Lasciai cadere il borsone sulla sabbia e mi avvicinai alla riva, lasciando che l'acqua mi bagnasse i piedi.
"Tu invece non hai paura?"
Mi voltai verso di lui, guardandolo quasi divertito, e portandomi le mani sui fianchi tornai ad osservare il blu del mare.
"Di te? Certo Yuri, mi terrorizzi!"
"Non di me...Il mare non ti fa paura?"
Portai nuovamente gli occhi su di lui, aspettandomi di vedere la sua più bella espressione da psicologo.
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Pazzo di te
FanfictionE se il nostro caro Victor Nikiforov, pluripremiato pattinatore russo, conosciuto in tutto il mondo per l'eleganza dimostrata in svariati anni di carriera, impazzisse all'improvviso? E se alla base di questa pazzia, ci fosse un singolo e mingherlino...