Capitolo 10.

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YURI

"DOTTOREE!"

Spalancai gli occhi nell'istante in cui Victor spalancava la porta della mia camera.

"Forza, forza! In piedi! Il sole è alto, il cielo è splendido e io ho voglia di pattinare!"

Lo guardai con gli occhi ancora appannati per il sonno e a fatica mi misi a sedere.

L'orologio sul cellulare segnava quasi le 9.00.

Mi stropicciai il viso, cercando di fare ordine nella mia testa.

La sera prima, dopo essere tornati dalla spiaggia, avevamo fatto una doccia entrambi e mangiato pizza sul divano.

Ripensandoci era stata una bella serata.

Victor aveva ritrovato il buon umore dopo i ricordi dolorosi che lo dovevano aver assalito mentre parlavamo e io mi ero sentito subito più a mio agio.

Mi osservai il petto, sul quale la maglia azzurra sgualcita che indossavo il giorno prima era risalita, lasciando scoperta la pancia.

"Mi servono i miei vestiti...", mormorai.

"E perché? Hai tutto il mio armadio, basta e avanza!"

Buttai un occhio su Victor che come un treno in corsa viaggiava per la camera alla ricerca di chissà cosa e mi affrettai a rimmetere la maglia a posto.

Poi un lampo di consapevolezza mi passò per la mente.

Pattinare...


*LA SERA PRIMA*

Camminai barcollando verso la mia camera, con la testa già nel mondo dei sogni.

Victor uscì dal bagno pronto per dormire e prima di sparire dietro la sua porta si voltò verso di me e con la mano sulla maniglia mi sorrise.

"Domani che ne dici se andiamo a pattinare?"

Aprii la mia porta avvistando il letto che soffice e caldo mi chiamava a sé.

"Eh? Sì sì certo...andiamo dove vuoi. Buonanotte", risposi mentre chiudevo la porta.

"Notte notte Yuri", lo sentii sussurrare.


Pattinare!

"Oddio, andrò a pattinare con Victor...Ma lo posso fare? E se mi beccano? Se mi trova il primario e mi toglie il paziente? E se fosse tutto un piano di Victor per fare chissà che cosa? Ma perché non sono stato attento a quello che mi aveva chiesto ieri sera! Io e la mia voglia di dormire! Non mi sono mai comportato così. Dovrei essere vigile 24 ore su 24 e invece mi addormento beato come un bambino in casa del mio idolo nonchè paziente! Però...pattinare con Victor...il sogno di una vita intera..."

Lo osservai ancora un attimo finchè lui non tornò alla porta e vedendomi ancora seduto sul letto mi apostrofò.

"Su, su!", e poi uscì dalla stanza.

"Pensandoci non ho mai visto così neanche lui in questi giorni. Se ho imparato anche solo un po' a conoscerlo, vedendomi qui, disteso sul letto ancora mezzo addormentato avrebbe dovuto quantomeno commentare in modo malizioso..."

O saltarti direttamente addosso iniziando a lecca-

"PER L'AMOR DEL CIELO!"

Lanciai via le coperte e quasi corsi verso la cabina armadio.

Ridistendersi su quel letto la sera sarebbe stato adesso molto più difficile.




La maglietta nera a maniche lunghe che mi ero messo mi stava troppo stretta, e ad ogni più piccolo movimento mi lasciava scoperta la pancia.

Pazzo di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora