Riscrivere

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Cancellare i propri errori può essere importante, ma non quanto rimpizzarli con un tratto migliore, riscrivendovi sopra una nuova storia espressa con le immagini, espressa con le emozioni, con le promesse e con gli sguardi profondi che precedono baci eterni.

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"Non lasciarti piegare da tutto ciò che potrebbe dividervi, costruisci ponti fra voi due, tessi la seta che vi unisce, Yuuri, tessila e imprimila di tutti i colori di ciò che ti fa provare. Non permetterti di perderlo."

Le parole del signor Hashimoto risuonano ancora nelle mie orecchie mentre esco dal suo negozio, con il portafogli per Victor accuratamente incartato e gli occhi lucidi, forse per il freddo, forse per l'emozione.

Questo è un buon regalo per il compleanno, certo, ma io vorrei regalargli anche qualcosa per Natale, quindi giro ancora un po' per la mia piccola città, ormai sveglia e al lavoro.

Le luci ad Hasetsu sono ancora accese e tutto scintilla alla luce solare, i negozi che mettono in mostra tutto il meglio che hanno, il profumo dei seika, soffici dolci da forno al latte o alle pesche, che si fa strada nei vicoli. Ne compro un paio da portare a Victor, così da fare colazione insieme. Sorrido al pensiero: amo girare per la mia città, ma farlo con lui sarebbe ancora meglio.

Chissà se è già sveglio. Quasi riesco a immaginarmelo, mentre apre gli occhi per la prima volta della giornata, strofinandosi le gemme blu incastonate nel suo viso candido. Immagino le sue labbra tese in un sorriso mentre legge il mio biglietto, le immagino aprirsi in uno sbadiglio. Quanto vorrei essere lì per baciarle...

Continuo a passeggiare, senza una meta, senza dar retta ai ricordi che mi portano istintivamente verso la Yu-topia; mi lascio bensì guidare dai profumi, dai colori di Hasetsu, dalle luci che la decorano per le feste, senza fare attenzione a dove cammino... E infatti, inciampo in uno dei sassi che lastricano la strada e cado all'interno di un negozio che aveva la porta aperta. Una gioielleria, per essere precisi.

- Katsudon! Sei tornato, vedo! E mi ha appena mandato un messaggio il signor Hashimoto, chi è il fortunato per cui sei entrato qui? - trilla una donna di mezza età dai capelli corvini. Come fanno a correre così veloce le notizie qui? - Oh, cielo, ma sei caduto! Che ti è successo? Innamorato perso, eh? -

- S-salve, Akiyama-san... - mormoro io, cercando di rialzarmi senza l'aiuto della mano tesa della donna. Se non smetto di cadere così spesso...
- In realtà il fortunato per cui sono entrato qui è il sasso che c'è lì in strada, sono caduto nel negozio inciampando in quello. -

- Vedo che non sei cambiato, eh? Su, dai pure un'occhiata in giro, io intanto vado a prenderti del ghiaccio. E cerca di non farti di nuovo male, katsudon! - sorride lei, scomparendo dietro una porta scorrevole in mezzo agli espositori scintillanti.

Io annuisco flebilmente, ancora dolorante dalla nuova caduta, e intanto faccio come mi ha chiesto, osservando gli innumerevoli, luccicanti bracciali, anelli e collane protetti da vetrine pulite alla perfezione. Mi soffermo su una coppia di anelli in particolare: sono sottili, d'oro, con minuscoli brillanti incastonati nella parte frontale.

Li guardo a lungo, minuziosamente, ipnotizzato dal modo in cui la luce gioca sulle pietre candide, abbracciate all'oro prezioso e prima che me ne accorga, la signora Akiyama è tornata con un impacco ghiacciato che mi fa porre sull'osso sacro.

- Anelli, eh? Allora è qualcosa di serio, katsudon! -
Arrossisco.
- Quelli, vedi, sono anelli accoppiati, ma non di fidanzamento o matrimonio. Quelli sono anelli delle promesse. Normalmente le coppie se li scambiano come promessa, appunto, di amore eterno. Quando regali a qualcuno un anello del genere non gli stai solo promettendo amore, però. Gli stai promettendo che sei disposto a migliorarti, che sei disposto ad accettare i suoi difetti, che hai intenzione di impegnarti perché la vostra relazione vada avanti nel migliore dei modi. -

Le parole della signora Akiyama mi fanno titubare per un momento.
- Tu ti senti pronto a promettere dell'amore a questa persona? A cercare di smussare gli spigoli del tuo carattere, a cercare di accettare i suoi difetti? Ti senti pronto a impegnarti perché continuiate ad amarvi? -
- Io... -
- Sì. Tu ti senti pronto, katsudon, lo si legge nei tuoi occhi. Bene allora, ti farò un prezzo di favore, se hai intenzione di comprarli. -

Le persone sono forse ciò che più amo, ma al contempo odio, di Hasetsu. Porgo la mia carta di credito alla donna, riflettendo su come in questa città si possano trovare individui splendidi o in grado di rovinarti la vita, su come, in fin dei conti, il mio paesino natale lo amo davvero, e la saluto, ancora sovrappensiero.

Giro ancora un po', e poi torno alla Yu-topia, entrando nella stanza senza far rumore.
La luce del sole filtra debolmente attraverso le spesse tende che coprono ma finestra, e Victor è ancora addormentato nel futon che ci ha ospitati stanotte.
Strano, ricordavo che la sua maglia fosse blu scuro, non grigia...

Deciso di avvicinarmi a lui, e, cercando di non svegliarlo, depongo un lieve bacio sulla sua fronte, coperta di capelli di platino.
- Mmh... Buon-buongiorno, liubimiy. -
Peccato.
- 'Giorno, dormiglione. Il sole è alto, sai? -
- Non è vero... Sei un tappetto, Yuuri. -
- Oh, mister simpatia, siamo in vena di battute stamattina? - gli chiedo, fintamente offeso.
Lui alza gli occhi e mi guarda, sbadigliando.
- Beh, dato che hai tanta voglia di ridere... Che ne dici di questo? - sussurro, prima di iniziare a fargli il solletico.

Andiamo avanti così per qualche minuto, finché, stanchi, non ci ritroviamo sdraiati fianco a fianco sul futon, respirando a pieni polmoni.
- Pari, Victor? -
- Dammi un bacio e poi ci penserò. -
Sorrido. Quanto sono fortunato ad averti. Lo bacio e vedo la sua espressione addolcirsi in un largo sorriso.
- Adesso siamo pari? -
- Hmm... E va bene, ma solo perché sei tu, liubimiy. -

Stavolta è il mio turno di sorridere, poco prima di accoccolarmi sul suo petto, dolcemente, sentendo le labbra di Victor appoggiarsi sulla mia testa e le sue braccia cingermi con fare affettuoso.

- Liubimiy, promettimi che non farai più scherzi come quello della caduta sul ghiaccio. L'idea di perderti...
- L'idea di perdermi non è qualcosa che deve preoccuparti, non è nemmeno una possibilità, mio tesoro. Farò del mio meglio per evitare di farmi male. Te lo prometto, Vitya. -

Spazio autrice
Allooora, se volete, potete tranquillamente usare la fantasia per immaginarvi come sono fatti i regali di Yuuri per Victor; se preferite, invece, vi allego qui le cose che mi hanno ispirata 💕

Il portafogli (che non so quanto sia effettivamente in stile russo ma non so, mi ricordava i vestiti tradizionali quindi vabbè):

Il portafogli (che non so quanto sia effettivamente in stile russo ma non so, mi ricordava i vestiti tradizionali quindi vabbè):

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Gli anelli:

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𝙰𝚛𝚜, 𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜; victuuri (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora