Pennarelli

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Scelto il soggetto, scelti i colori e scelta l'idea. Scelta l'atmosfera, scelto lo sfondo e i personaggi, ma a volte non è abbastanza per comunicare l'emozione, a volte i tratti delicati non sono abbastanza per urlare al mondo ciò che ti divora il cuore, e allora si usano i pennarelli, vividi, intensi, che non chiedono il permesso e non chiedono scusa per essere loro stessi.

~~

- Ma dammi una possibilità, una singola chance, di dimostrarti che sono in grado di farti onore. -

Poi bacio Victor e mi allontano abbastanza da poterlo guardare negli occhi, tremando, terrorizzato di aver perso anche l'ultimo legame che potevo sperare di avere con il ragazzo dagli occhi di zaffiro, dalla pelle di marmo e dai capelli di platino, di aver tagliato l'ultimo, fragile, argenteo filo che poteva tenerci uniti.
Ma poi lui mi guarda, lui mi guarda e... E sorride.

- Era ora che ti facessi avanti, liubimiy. Forse è vero che il dolore è il miglior insegnante. - ammicca il ragazzo.
Un momento, un momento, va bene che ho battuto la testa ma non credo ciò abbia a che fare con il fatto che non capisco cosa cazzo stia facendo Victor.

- Che... Che intendi? -
- Non è chiaro, liubimiy? Ho approfittato di essere arrabbiato con te per spingerti a mostrarmi le tue vere intenzioni. Certo, l'ho fatto perché davvero non voglio più continuare ad amare qualcuno che è assente e non mi sta accanto, e tutte le mie lacrime, le mie urla, i miei sfoghi, tutto era vero. Ma è stato anche l'unico modo di avere chiaro ciò che provavi. -

Guardo il russo davanti a me, incredulo, incapace di dare un senso alle parole che escono dalle labbra che ho appena baciato. Ha ripreso a chiamarmi liubimiy, almeno...
- Non sapevo più come farti capire che ci tenevo a te in modo più profondo dell'amicizia, che quello che provo per te non è Philia, non è amicizia, quello che provo è... -

- È cosa, Victor? Basta con i giochetti, con l'ignorarsi, con l'orgoglio, basta con i baci senza spiegazione e basta con i dubbi. Mostrami le carte in tavola, sii chiaro, sii inequivocabile, perché non sei l'unico che è stato ferito in precedenza. Victor... Quello che provi per me cos'è? - lo interrompo, a metà tra l'ansioso e l'arrabbiato, tra la tensione e l'ira.

Ma lui non fa schiudere quelle sue labbra morbide e pallide, no, si limita a distenderle in un sorriso imperscrutabile e mi bacia, bacia il punto esatto in cui la mandibola diventa orecchio ed è lì che mi parla con la sua solita voce suadente, fatta di miele: - Non te l'ho mai detto, non è così? -

- Potrei dirti che tu per me sei l'Eros, liubimiy, raccontarti per ore, no, per giorni il modo in cui il tuo sguardo distratto e pessimista mi attrae a te come una calamita, potrei parlarti di come la maniera in cui ti tormenti le labbra con quei dentini candidi mi fa venire voglia di avventarmici sopra, potrei anche spiegarti come i tuoi modi timidi, i tuoi modi maldestri e insicuri e così terribilmente magnetici mi impediscono di allontanarmi da te; - sussurra Victor, tra un bacio e un morso al mio orecchio, già rosso.

- Oppure potrei narrarti di come tu mi abbia fatto trovare, e addirittura provare Agape, di come una matricola che non avrebbe dovuto far altro che ritrarmi mi ha fatto scoprire quell'amore incondizionato che tanto mi ha ferito e fatto soffrire, nei miei giorni in Russia. -

- O ancora, potrei parlarti del giocoso Ludos, ogni volta flirto con te e tu arrossisci; della profonda, amichevole Philia che si è instaurata fra di noi nell'arco di qualche misero mese. - mi spiega Victor. - Ma preferisco fare così. -

E poi appoggia nuovamente la sua bocca sulla mia, e io ricambio, godendomi ogni attimo, godendo della percezione di ogni cellula delle mie labbra mentre lui le schiude leggermente con la lingua, entrandovi delicatamente, accarezzandone l'interno, mordicchiandole giocosamente per poi riprenderle a coccolarle, a succhiarle, a leccarle, ad amarle.

Victor non è bravo a esprimere i suoi sentimenti a parole, ormai l'ho capito, come posso essere stato tanto cieco a tutte le sue dichiarazioni d'amore? Come posso non aver notato i suoi ti amo nascosti in quei suoi sguardi fatti di cielo e di mare? I suoi ti amo celati nella gentilezza, negli sguardi, nel tempo che insiste che passiamo insieme; i suoi ti amo espressi in silenzio mentre mi ascoltava parlare del mio passato, sussurrati mentre andavamo a prendere il pranzo in qualche chiosco piccolo e malmesso.

- Non fartene una colpa se non l'hai capito prima, liubimiy, in effetti capisco che, a furia di flirt, non si capisca subito quando sono interessato a qualcosa di più. -
- A... A qualcosa di più? -
Cos'altro potrebbe volere? Lui potrebbe avere tutto e tutti, potrebbe portarsi a letto ogni persona sulla faccia della terra, inspiro, potrebbe trovarsi qualcuno di più bello e attraente di me, espiro, potrebbe starmi baciando solo per divertirsi, inspiro, potrebbe starsi solo prendendo gioco di me, espiro, potrebbe credermi stupido, inspiro, potrebbe odiarmi, espiro, potrebbe, inspiro, potrebbe...

- Yuuri. - interrompe i miei pensieri il ragazzo di fronte a me. Ha ripreso a pronunciare il mio nome come al solito, noto: Yuu-ri, lo dice come una canzone, scendendo con la voce sulla prima sillaba e alzando l'intonazione in corrispondenza della seconda.

- Yuuri. - ripete, scrutando i miei occhi.
Mette una mano sul mio petto, poi, e poggia la mia sul suo, proprio nel punto in cui il diaframma si contrae e si rilassa, e poi inizia a fare la cosa più semplice che potrebbe immaginare: respira. Respira piano, facendomi prestare attenzione al modo in cui il suo torace si alza e si abbassa, e io, istintivamente, lo imito, rallentando e normalizzando il ritmo del mio cuore, che sembra comunque voler saltarmi fuori dal petto per arrivare tra le sue mani.

Storge. Il suo respiro calma il mio, i suoi occhi scorrono e si mescolano nei miei, fondono e diventano uno, diventano storge, amor proprio; diventiamo la stessa persona, in questi momenti, ed è la cosa più bella e poetica che io abbia mai conosciuto.

- Liubimiy, qui ci sono le terme, non è vero? - chiede Victor, dopo che mi sono finalmente calmato.
- S-sì... Sì, ci sono le terme. Vuoi che ti ci accompagno? -
- Da, da, ma a una condizione: tu farai il bagno con me. -
- Ma ci vedranno tutti, io non me la sento di mostrarmi nudo davanti ad altre persone e... -
- Non ci sarà nessuno, liubimiy. Ci andremo di notte. -

𝙰𝚛𝚜, 𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜; victuuri (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora