I primi sentimenti si mescolano a quelli nuovi, si evolvono; in un eterno divenire si mostrano, ora delicati, ora definiti, ora imprecisi, sempre presenti, un tumulto costante in un cuore di carta stropicciato troppe, troppe volte.
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Ormai siamo a metà dicembre, questa è l'ultima lezione prima delle vacanze di Natale. Non ho ben chiaro perché si festeggi anche in Giappone, ma Kyoto si riempie di luci e bancarelle che vendono oggetti occidentali, natalizi ovviamente, ricreati con l'arte tradizionale di qui: ho visto delle bambole kokeshi di Babbo Natale davvero carine, quest'anno.
Normalmente adorerei il periodo, e sarei anche contento di non dover più andare a scuola, però il pensiero di non rivedere Victor per tanto tempo mi turba...Anche se la mia è e sarà sempre una stupida cotta non corrisposta - l'ennesima, per giunta - mi dispiacerà non passare tante delle mie giornate con lui.
Anche se tutto ciò che c'è fra noi è un rapporto professionale.
Anche se tutte le volte che ha slacciato la mia camicia e posato baci sulla mia guancia era solo per insegnarmi, per permettermi di lavorare al meglio.
Vero?- Liubimiy! Oggi ho una sorpresa per te! - trilla Victor, contento come sempre, appena entro nell'aula universitaria.
Una sorpresa. Ha sempre delle idee meravigliose e che portano a ottimi risultati... O meglio, che porterebbero a ottimi risultati se io fossi più bravo. Temo che però a volte sopravvaluti le mie capacità.Ormai ci conosciamo da oltre tre mesi, e la sua mente sagace mi stupisce sempre più: il suo modo di trovare sempre un'ispirazione, di stuzzicarmi a creare il meglio che posso, di spingermi sempre verso ottimi risultati mi porta sempre a raggiungere obiettivi che non avrei immaginato, e gli sono grato per ciò, ma a volte davvero non riesco a stare al passo con lui e la sua velocità, la sua estroversione, quel suo modo di fare malizioso ma che lascia trasparire quanto ci tenga a me.
O almeno, quanto credo, spero tenga a me.
Perché a vederlo interagire con altre persone, a volte mi domando che posto occupo io nel suo cuore: mi piace, ma certo non mi aspetto una relazione con lui, è decisamente fuori dalla mia portata; però il flirt costante che mi riserva, insieme alla sua attenzione continua, mi fanno quasi credere che tra noi stia nascendo qualcosa... E poi lo vedo fare l'occhiolino al prof, sfiorare la mano a questo o quel modello, ridere allegramente con i miei compagni di corso mentre io sono troppo timido per farmi avanti.Che poi sia così amichevole con gli altri per concedermi di stare tutta la sera da solo con lui è un altro conto...
Ricordo la prima volta che mi propose di uscire, di andare a una festa con lui e gli altri modelli: Grazie Victor, però preferirei di no... Sai, c'è troppa gente... E poi, il Covid... Inoltre io non reggo molto bene l'alcol, non vorrei imbarazzarti di fronte a quel Chris, Chris Giacometti? Tu gli piaci e lui in effetti è davvero un bel ragazzo, perché non ci provi con lui? Funzionereste davvero bene assieme, siete animali da festa e-
Victor mi interruppe, in quel momento: Non è il mio tipo, liubimiy, dovresti saperlo più di tutti che preferisco i ragazzi timidi...Eros e Agape, Agape ed Eros... Victor parla sempre dei concetti greci dell'amore, ma non di tutti: elimina Ludos, l'amore giocoso; elimina Mania, l'amore ossessivo; elimina Storge, l'amore verso la famiglia, e poi Philautia, quello per se stessi, e Xenia, quello per gli ospiti. Ed elimina anche Philia, l'amore verso gli amici. Però probabilmente è solo perché non è poetico, alla fine nessuno parla mai di...
- Liubimiy! Mi ascolti o no? -
La voce di Victor mi strappa ai miei pensieri amorosi e mi riporta alla realtà. Facendomi provare la maggior parte di essi in un solo momento, guardandolo.
- Ti avevo detto che ho una sorpresa in serbo per te, sono di così poco interesse? - dice il russo, fingendosi offeso mentre mi trascina fuori dall'aula e verso casa sua.- Certo che no, Victor, ero solo pensieroso. -
- Ah, questa gioventù sempre assorta in mille pensieri! - sospira lui, facendo il verso ai vecchietti che vanno a guardare i cantieri per insultare gli operai.
Ridacchiamo entrambi e finiamo per arrivare nella sua piccola casa in perfetto stile tradizionale giapponese. È difficile credere che sia straniero, alla fine, se si dimenticano i suoi tratti tipicamente russi e il suo lieve accento su qualche parola, sembra più un nipponico di quanto non lo sembri io.- Allora? Cosa c'è di tanto speciale oggi, Vitya? - lo interrogo io, stavolta appioppandogli un soprannome russo che spero apprezzi.
Lui si volta di scatto. Mi guarda a lungo e per un attimo sento il panico montare mentre i suoi occhi di cielo si annuvolano ambiguamente, ma poi mi sorride scacciando le nuvole nei suoi occhi e nel mio cuore, mi accarezza i capelli e ripete ciò che ho detto. Vitya.- Da quando parli russo? -
- Da mai, solo che mi sono documentato su come funzionano i soprannomi e spero di averci capito qualcosa. -
- Da, da, eto bylo otlichno, Yurochka! -
Dev'essere contento, quand'è così parla sempre in russo. Peccato che la mia risposta sia sempre un patetico "Eh?".
- Ho detto che era fantastico, Yurochka! Anche se preferisco chiamarti liubimiy... Oh, la sorpresa! -Sorride mentre prende una busta bianca sul tavolo, vicino a un cesto di pesche bianche, e me la porge, facendomi cenno di aprirla.
Cerco di tastare l'interno, sembra quasi vuota. Mi sta dando una busta vuota? Vuol dire che per me non prova niente? Vuol dire che quando, quella volta, mi ha detto che mi è accanto solo per quest'anno di università era serio e io ho davvero così poca importanza? Vuol dire che per lui sono una persona vuota, priva di stimoli, e magari è il suo modo di dirmi che vuole andare via, trovarsi qualcun altro che lo ritragga?I dubbi mi lacerano dall'interno, mi bloccano le mani a intermittenza come piccole, invisibili reti; sento l'ansia che si allunga sul mio cuore come una tenaglia, cerca di bloccarlo, non riesco più a resistere, finché...
Apro finalmente la busta.
E dentro, dentro ci trovo due biglietti aerei per Hasetsu, la mia città natale.
Sgrano gli occhi come un bambino e lo guardo, sbigottito un po' dalla notizia di rivedere la mia famiglia, un po' dalla sua bellezza sempre presente e schietta; gli faccio mille domande, balbettando come se improvvisamente avessi scordato ogni parola nel vocabolario.Ma Victor si limita a mettere un indice sulle mie labbra, dolcemente, e guardandomi mi spiega: - Hai la fortuna di poter tornare a casa per le feste, liubimiy, voglio che tu approfitti di questa fortuna. E dato che hai detto che la tua famiglia gestisce una spa... Beh, ho deciso di unirmi a te. Se non mi vuoi come accompagnatore, posso anche essere solo un cliente, ma... -
Stavolta sono io a interromperlo e zittirlo. Lo abbraccio, lo stringo forte a me.
- Grazie, Victor. Sii il mio accompagnatore, se ti va. Torna a casa con me. -E lui mi guarda, si avvicina a me con il viso, lascia vagare i suoi occhi prima nei miei, poi sulle mie labbra, poi di nuovo nelle pozze scure che conducono alla mia anima.
Mette le sue mani grandi, forti, calde sui miei fianchi spigolosi e fa passare il pollice sotto il tessuto dei pantaloni e dei boxer per accarezzarne la pelle.E poi mi bacia sulle labbra, ed è il calore di un momento, è la dolcezza dello zucchero quando si beve l'ultimo sorso di caffè, è la schiva delicatezza di una lepre che si muove silenziosa e veloce nel sottobosco.
Lo fa senza darmi una spiegazione, come se fosse la cosa più naturale e ovvia da fare, come se non servisse nessuna parola per accompagnare quel gesto; mi bacia e per un attimo le sue labbra sfarfallano sulle mie, dolcemente, per poi lasciarle, affamate di più ma incapaci di schiudersi e chiedere ancora più contatto, rosse di bisogno, rosse di lui.
Che cosa siamo noi, Victor?
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𝙰𝚛𝚜, 𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜; victuuri (completa)
FanficYuri è timido. Victor no. . . . Dove Yuri frequenta una scuola d'arte e Victor è il modello che deve ritrarre. {in revisione} Rank: #1 in #yaoistory #1 in #victorxyuri #1 in #victuri