Matite acquarellabili

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Con una semplice goccia d'acqua, i sentimenti possono esplodere in colori forti, in sfoghi di passione e dolcezza che coloro i quali non sono disposti a rischiare non conosceranno mai.

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Come Victor mi ha chiesto, porto la cena nella nostra camera: due porzioni di katsudon, ovvero riso al vapore insieme a cotoletta di maiale, cipollotto e altri ingredienti che mia madre non mi permette di conoscere, altrimenti imparerei a prepararlo e mangerei solo quello.

Anche il russo lo mangia di gusto, alterna i bocconi ai complimenti per la cucina della mia famiglia, insegnandomi pazientemente complimenti in russo. Non credo imparerò mai a pronunciare Vuk-, no, Vku-vkusno? Boh. Non che io abbia mai avuto una grande attitudine verso le lingue straniere, ma il russo è davvero troppo complicato da capire. Sia la lingua che le persone.
- Liubimiy, liubimiy... Questo, come si chiamava? Katsudon?, è davvero delizioso. - sospira Victor.
- Mmh? - lo guardo io.

Passiamo un altro paio d'ore a chiacchierare, stuzzicandoci con baci sul collo troppo lunghi per essere del tutto casti, troppo brevi per lasciare un segno; con sguardi e tocchi e parole forse un po' troppo esplicite per essere riportate.

Dopo la discussione che abbiamo avuto prima mi sento stranamente sicuro di me; forse è la botta in testa, forse è solo il fatto di sapere che il russo ricambia, ma prendo una vecchia sciarpa stranamente sottile e stretta e la uso per coprire gli zaffiri lucenti dei suoi occhi.
- Lascia che adesso io ti mostri qualcosa di delizioso. -
Victor sembra sorpreso, non si aspettava questo slancio di sicurezza, che a dire la verità non mi aspettavo nemmeno io. Ormai è notte fonda e la Yu-topia sembra essere assopita tanto quanto lo sono i suoi clienti. Tranne noi.

Lui è alla mia mercé, lo prendo delicatamente per mano, lo conduco alle terme ed è solo lì che levo la benda con cui coprivo la sua visuale. Victor, di rimando, si concede un attimo per riabituarsi alla luce, per quanto quella del luogo sia soffusa e calda, e poi si gira verso di me.
- Vedo che il mio micetto giapponese sta prendendo confidenza, non è così, liubimiy? -

- Mmh, forse è colpa tua, sai? - gli rispondo io, mantenendo il tono malizioso che aveva assunto lui. - Mi fai venire voglia di... Di fare questo. -
Abbasso la cerniera della felpa che porta, scoprendo il suo petto nudo e lasciando che le mie mani lo esplorino.

- Ah, sì? Un vero peccato quindi... Che io debba rispondere con questo. -
Victor si riprende il suo solito ruolo da ragazzo sicuro di sé, e lo fa portando la mia schiena contro una parete di roccia e togliendo la mia maglietta, sciogliendo il nodo ai pantaloni della mia tuta.

Mi guardo velocemente intorno, facendo saltare i miei occhi in tutti gli angoli delle terme per controllare che nessuno possa vedere ciò che sto per fare. Slaccio la chiusura dei jeans di Victor, lo faccio con foga, lo faccio con troppa foga, temo, perché scivolo sulla roccia umida e scura, cadendo nell'acqua calda di uno dei bagni con un tonfo tutt'altro che sensuale.

- Oh, liubimiy... Non ti sarai mica bagnato, vero? - scherza il platinato. Ma percepisco che non sembra meno attratto da me alla vista di quella scena imbarazzate, no, si sta limitando a mascherare ciò che prova con una battutina.
Io arrossisco violentemente. Devo sempre rovinare tutto? No, non sono disposto a farlo, non oggi.

- Perché non vieni a controllare tu stesso, Vitya? Potresti scoprire che non sei messo tanto tanto meglio di me. -
Non mi sento nemmeno del tutto io, forse è questo ciò che intendeva Victor quando mi diceva di abbracciare il mio Eros, ma non ho tempo di pensare, perché il ragazzo si toglie gli ultimi vestiti che gli erano rimasti addosso e con un sorrisetto entra nell'acqua insieme a me.

Mi spoglia del tutto, poggiando i miei vestiti sul bordo roccioso dello specchio d'acqua tiepida, vicino ai suoi, e riprende a baciarmi, sempre più intensamente, sempre più profondamente. Poi, in un attimo mi ritrovo davanti a lui, la sua presenza sensuale ma rassicurante che troneggia alle mie spalle come un cacciatore che mostra l'animale che si accinge a domare.

- Liubimiy, sai cosa ti sto per proporre, vero? - chiede Victor, la sua voce improvvisamente calda e dolce, senza un'ombra di malizia.
Annuisco.
- E... Per te va bene? È ciò che vuoi? -
- Sì. -
- Guarda che non sei obbligato, non pensare che se mi dicessi no me ne andrei, assolutamente, io... -
- Victor. Sì. -

Lo guardo negli occhi a lungo, cerco di trasmettergli la mia decisione, per quanto sia leggermente venata di paura.
- Solo... Piano. Non ho mai... -
- Certamente, liubimiy. Farà male, fermami se dovesse essere troppo, non farti problemi a... -
- Vitya. - lo interrompo.

È così dolce, preoccupato per me. Tutta un'altra persona rispetto al malizioso giovane sdraiato sulla cattedra che ho conosciuto appena qualche mese fa. E mi sento un privilegiato a poterlo vedere così, perché so che non sono certo molte le persone che hanno avuto la possibilità di vedere questo Victor. E io, io non ho certo intenzione di lasciar andare questa possibilità.

Alla fine succede, sento il biondo in tutta la sua virilità, e per un attimo è dolore, un dolore lancinante, tanto da farmi diventare gli occhi lucidi di lacrime bollenti e impedirmi di soffocare un gemito.
Ma poi quella sofferenza si tramuta in un piacere che non ho mai provato, e mi unisco a Victor, spinta dopo spinta, finché non sento i miei muscoli ormai contratti rilassarsi di colpo, contemporaneamente ai suoi.

Storge. Quello che c'è tra me e Victor è Storge, amore per se stessi, perché in questo momento siamo uniti completamente, abbiamo fuso i nostri corpi insieme e così le nostre menti, le nostre anime, tutto ciò che è Victor è anche Yuuri e vice versa, tutti gli "io" sono cancellati, rimpiazzati dal "noi".

- Come... Come ti senti, liubimiy? Ha fatto tanto male? -
- Victor, io... Io ti amo. -
Lui non risponde, non a parole almeno: si limita a baciare le mie labbra a lungo, senza cercare di approfondire il contatto; lascia che le nostre bocche ancora rosse di passione e di Eros si riposino l'una sull'altra, dolcemente.
- Ti amo anch'io, liubimiy. -

Spazio autrice
Beh che dire. Dopo giorni che aspettavo il coraggio di scrivere questo pezzo, finalmente ce l'ho fatta. Mi spiace se alcunx di voi l'hanno trovato troppo esplicito, o forse troppo poco, fatto sta che non sono particolarmente brava a scrivere scene di questo tipo e volevo soffermarmi nel dettaglio sulle emozioni, più che sull'atto in sé.
Also, devo ringraziare fangirlashwhsjjwh perché ha letto in anteprima (per sua sfortuna) la maggior parte del capitolo e mi ha dato una mano col suo parere.
Spero sinceramente che il capitolo vi sia piaciuto! Credo che il prossimo sarà l'ultimo, ma ho già in programma una Otayuri, una AshEiji (qualcuno che conosce Banana Fish?) e forse una Kagehina, ma non sono granché sicura. Vedrete!

𝙰𝚛𝚜, 𝚊𝚛𝚝𝚒𝚜; victuuri (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora