Capitolo 8 (revisionato)

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Le ragazze erano contentissime per me. Oggi pomeriggio siamo state in giro per il quartiere fino alle sei, poi sono tornata a casa. Ora sto leggendo un libro sul mio letto, mentre aspetto che mio padre abbia finito di preparare la cena. Sento un profumo invitante provenire dal piano di sotto, quindi metto un segnalibro sulla pagina e scendo le scale. Papà ha preparato la pizza. Buonissima. Ma oggi sarà ancora meglio: Percy verrà a cena da noi. Non vedo l'ora di riabbracciarlo. Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta che ci siamo visti, anche se era solo la scorsa notte. Sento il campanello suonare e corro ad aprire la porta. Ecco Testa d'Alghe, ehm, no scusate, ecco Percy. Finalmente è arrivato. Non ho ancora detto a mio padre chi è davvero, ho detto che avrei invitato un amico. Glielo dirò dopo cena. Infatti probabilmente si fermerà anche qui a dormire, nella camera degli ospiti. Mi accorgo solo adesso che sono ferma davanti alla porta aperta, con Percy davanti, che mi guarda divertito. Che stupida! Non l'ho fatto nemmeno entrare. Sorrido imbarazzata e mi scuso -Ehm, ciao Percy. Scusa... cioè, entra pure!- riesco a balbettare mentre mi sposto per lasciarlo passare. Ricambia il sorriso e saluta mio padre -Buonasera, signor Chase.- Papà lo guarda e scoppia a ridere -Ma dai, non chiamarmi così, mi fa sembrare vecchio!- esclama divertito -Chiamami semplicemente Frederick. Dai ora sedetevi pure a tavola.-

Mentre noi ci sediamo, lui torna in cucina per prendere le pizze. -Allora, come glielo vuoi dire?- Percy mi distoglie dai miei pensieri -In realtà, non lo so precisamente.- Dico imbarazzata -Vorrà dire che lo faremo insieme- dice soddisfatto. Lo guardo con gratitudine -Bene- affermo -Dopo cena?- -Dopo cena-

Finiamo di mangiare in fretta e ci divertiamo un sacco, anche se papà ha fatto un sacco di domande a Percy: -Di dove sei?- -Di Miami, signore- -Oh anche noi prima di andare a San Francisco vivevamo a Miami. Che scuola fai?- -La stessa di Annabeth- Percy sembrava agitatissimo. Era molto buffa la scena, ma sembrava che mio padre stesse leggermente esagerano con l'interrogatorio. -Dai papà, basta, Percy è già abbastanza agitato- rido. Lui smette di fare domande -E va bene, Percy, ma ti tengo d'occhio mi raccomando- Percy impallidisce -S-Sissignore- balbetta. -Andiamo, Testa d'Alghe, ma come mai ti fa così paura mio padre?- Senza accorgermene l'ho chiamato così e mio padre sembra notarlo, perché in quell'istante cala il silenzio. Dopo qualche interminabile momento riesco a mormorare -Ehm... Sorpresa?-

La sera era passata abbastanza bene, tranne per qualche costola rotta di Percy quando mio padre l'aveva abbracciato e dopo che sempre mio padre non smettesse di ripetere -Ma quindi tu sei Percy Jackson! Non era una coincidenza il nome!- A momenti era quasi più felice di me di averlo rivisto. Dopo aver chiacchierato un po' con lui, siamo saliti nella camera degli ospiti per parlare e per recuperare tutto il tempo perso in questi ultimi anni. Con qualsiasi altro ragazzo mio padre avrebbe avuto da ridire: non ci avrebbe neanche fatto abbracciare, figurati rimanere nella stessa stanza da soli. Ma con Percy era diverso, papà lo conosceva bene, e penso avrebbe scommesso qualsiasi cosa che non c'era pericolo di nessun tipo (Ehmm, non fraintendete eh...). -Beh hai trovato un bel modo per dirglielo alla fine- Lo guardo e mi metto a ridere -Ma smettila, Testa d'Alghe, non l'ho fatto apposta.- Rimaniamo svegli seduti sul suo letto fino almeno a mezzanotte, poi mi addormento. La mattina, mi sveglio sul mio letto, quindi probabilmente Percy mi ha portato qui dopo che mi sono addormentata.

*Piccola parte con Percy protagonista, così si capisce cos'è successo*

Ma guarda che carina che è quando dorme. Era evidentemente troppo stanca così si è addormentata sulle mie gambe. Aspetto qualche minuto poi, cercando di non svegliarla, la prendo in braccio e apro la porta della camera con fatica per portarla sul suo letto. Mentre cammino nel corridoio incontro Frederick che mi guarda soddisfatto per poi aprire la porta della camera di Annie e aiutarmi a metterla sotto le coperte. Dopo che siamo usciti in silenzio mi mormora -Sono contento che vi siate ritrovati. Da quando non vi vedevate più, le è sempre mancata una parte di sé.- Lo guardo come un pesce lesso mentre va via e rimango li in piedi da solo per almeno un minuto, a fissare il pavimento. -Anche a me mancava una parte. Ora sono di nuovo completo- sussurro, poi torno a letto e non chiudo occhio per tutta la notte. Penso solo a lei e a quanto sono felice e fortunato.


Angolo autrice*

Heyy, come va? Sono riuscita a pubblicare e penso sia carino questo capitolo (strano, di solito non mi piace quello che scrivo).

Comunque, oggi non scriverò una parte delle one shot, sorry. Domani ci riuscirò, sicuro.

Ditemi se c'è qualcosa che non vi piace, consigliatemi o correggetemi nei commenti, sono sempre ben accetti.

Eh niente, evaporo per andare a studiare inglese, ciauuu,

Figlia di Apollo 💛

𝚄𝚗𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊 𝚌𝚘𝚖𝚙𝚕𝚒𝚌𝚊𝚝𝚊 - 𝙿𝚎𝚛𝚌𝚊𝚋𝚎𝚝𝚑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora