Capitolo 16. Un'altra giornata, un nuovo disastro

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«Ricordami perché lo sto facendo»
«Perché te l’ho chiesto per favore»
«Faccio in tempo a cambiare idea?»
Kira afferrò il braccio di Mark e lo tenne stretto. «Non ci pensare nemmeno! Tu resti dove sei!»
Camminavano da alcuni minuti nel centro di Harajuku, il quartiere più frequentato dai giovani di Tokyo. Il regno dei cosplayers, delle mode sfrenate, dello shopping; negozi di ogni tipo, gente di ogni tipo. Milly aveva dato appuntamento a tutti accanto ad uno dei tanti negozi di musica.
Mark non era mai a suo agio in mezzo a tante persone, e la domenica Harajuku ne straripava letteralmente. Si sentiva in difficoltà soprattutto alla prospettiva di dover passare l’intero pomeriggio con una ragazza di cui gli importava poco.
«Guarda che carini. Devono essere studenti delle medie» disse una ragazza sui vent’anni al suo fidanzato, passando loro accanto.
Mark se ne vergognò. Li stavano scambiando per una coppietta.
«Kira, lasciami»
«Rischiando che tu ti dia alla fuga? No». Kira non si era accorta del suo disagio, troppo occupata a fargli raccomandazioni. «Prometti di essere gentile» lo supplicò.
«Certo che sarò gentile! Per chi mi hai preso?»
«Prometti, Mark»
Lui sbuffò, liberandosi dalla presa che stava lentamente trasformandosi in un gesto troppo...intimo. «Sì, sì, prometto. Sarò gentile» disse in una seccata cantilena.
«Milly è una ragazza sensibile, non puoi trattarla come tratti me»
Lo sguardo di lui fu pura innocenza. «Perché, scusa, come ti tratto?»
Kira si finse pensierosa. «Ahm…vediamo… Malissimo»
«Non è vero. Non sempre»
«Il più delle volte. Mi chiami cretina e ti fai sempre beffe di me»
«Perché so che non ti offendi»
«Non è una buona scusa»
«Ah, va bene! Sarò gentile». Mark chiuse gli occhi e piegò la testa all'indietro in un gesto disperato. «So di avertelo già chiesto ma…cosa si fa ad un’uscita di gruppo?» disse poi.
«Nulla di che», rispose Kira con un’alzata di spalle. «Niente di così diverso da quello che abbiamo fatto al Luna Park: passeggeremo, andremo in qualche posto carino, prenderemo un dolce…cose del genere»
Non sembrava così atroce, pensò Mark. Poteva resistere.
Kira si fermò, posizionandosi di fronte a lui per sistemargli la frangia lunga. «Potevi almeno pettinarti stamattina, prima di venire all'appuntamento. E srotola le maniche di quella maglia, per una volta!»
«Kira, piantala!» Lui allontanò le sue mani con un gesto brusco, passandosi le dita tra la chioma nera per spettinarla di nuovo. «Lascia stare le maniche, mi danno fastidio. E non è un appuntamento!»
«Più o meno sì»
«Beh, se la tua amica spera che lo sia, o che io la inviti ad uno vero dopo questa giornata, si sbaglia di grosso. Mi auguro che tu glielo abbia detto»
Kira non aveva avuto il coraggio di infrangere i sogni di Milly, sogni che avrebbe potuto vivere in altre galassie e in un’altra vita. Sperava più che altro che Micchan non fosse così ingenua e cieca da credere che lei e Mark sarebbero convolati a nozze l’indomani stesso.
«Tu pensa solo a comportarti bene»
«E tu mi devi un favore, ragazzina, ricordatelo».
Lei non replicò: era giusto. Lo aveva quasi obbligato e sapeva che Mark aveva accettato solo perché Milly era sua amica. Se si fosse trattato di un vero appuntamento al buio le avrebbe risposto con un no categorico e nessuna possibilità di negoziazione.
«Kira-chan! Siamo qui!» La voce allegra di Jem risuonò contro i rumori di Harajuku. Lei e Ed Warner stavano fermi sotto un grande albero vicino ad un semaforo. Appena scattò il verde attraversarono la strada e li raggiunsero.
«Micchan non è ancora arrivata?» chiese Jem dopo i saluti.
«Dovrebbe essere qui a momenti» rispose Kira controllando l’orologio.
Approfittando del momento in cui le due amiche iniziarono a parlare tra loro, Mark si avvicinò a Ed, notando il sorriso entusiasta che lo accompagnava da giovedì scorso – e la prima partita di campionato vinta dalla Toho per cinque a due c’entrava fino a un certo punto.
Lenders aveva cercato appoggio e consiglio nell’amico per capire come sopravvivere a un appuntamento a quattro, scoprendo che anche Ed era stato coinvolto nell’affare. Solo che il portiere sembrava tutto fuorché seccato.
«Tu dì quello che vuoi, Ed, ma io sono sempre più convinto di essermi perso un passaggio». Mark gli lanciò uno sguardo risentito. «Non mi ero per nulla accorto che ti interessasse la Edogawa»
Warner si massaggiò la nuca, imbarazzato di fronte allo sguardo incredulo del suo capitano. «Non prendertela se non te l’ho detto, Mark. Dopotutto, non c’è granché da dire».
Mark percepì delusione nella sua voce. «Hai stole di ammiratrici e porti fuori l’unica a cui non interessi»
«Può essere positivo» rispose il portiere con serenità. «Io e Edogawa andiamo d’accordo e poi lei è molto carina».
Ed sorrise ricordando com’era avvenuto l’invito. Jem si era seduta al suo banco come ogni giorno, appena dietro di lui, iniziando a parlargli confusamente di un’uscita di gruppo, di lei che avrebbe voluto andarci ma non sapeva chi invitare. Poi era arrossita come un’aragosta bollita, aggiungendo che se lui voleva e non aveva impegni, poteva accompagnarla come amica. Ed aveva aspettato che Jem rialzasse lo sguardo fisso sulle proprie mani. Quindi le aveva sorriso, accettando con piacere di essere il suo accompagnatore per un giorno.
«Comunque, è buffo che tu sia uscito con Kira-san e io Edogawa-san, vero?»
«No, patetico. Non vedo l’ora che questa giornata finisca». Mark ficcò le mani in tasca con un gesto rabbioso, notando Kira e Jem salutare i nuovi arrivati che venivano loro incontro.
Ci siamo.
«Scusate il ritardo. Spero non stiate aspettando da molto» disse Milly con un inchino. Non perse tempo e fece subito le presentazioni. «Kira-chan, lui è il ragazzo di cui ti ho parlato. Si chiama Darren ed è un mio compagno di classe»
Darren fece un inchino salutando tutti, riservando un breve sorriso per la Brighton.
«E lui cosa ci fa qui?» esclamò Mark, riconoscendolo immediatamente. Guardò rapido Kira, la quale sembrava rispecchiare la stessa incredulità.
«Non c’è bisogno che tu faccia le presentazioni, Milly-san. Io e Brighton ci siamo già conosciuti» disse Darren.
Milly voltò il capo da lui all’amica, confusa. «Veramente? N-non lo sapevo»
«Non è che proprio ci conosciamo…» balbettò Kira, palesemente a disagio.
«Io e Brighton ci incontriamo tutti i giorni in cortile» spiegò Darren, «ma non ci siamo mai parlati per più di due minuti»
«Non la incontri, la segui» lo accusò Mark con voce chiara e decisa. Era assolutamente contrario all’idea che Kira facesse coppia con quel tizio.
Darren increspò le labbra. «Buongiorno, Lenders. Buongiorno, Warner»
«Conosci anche loro?» chiese Milly, sempre più perplessa.
«Chi non conosce i campioni della Toho School?».
Ai due calciatori quel tono beffardo non piacque. «Stai sfottendo?» domandò Ed in tono d’avvertimento.
«Oh, no. Sottolineavo solamente la verità» si scusò Darren. «Milly-san è una vostra grande sostenitrice e parla così spesso di voi in classe, soprattutto di Lenders, che mi è inevitabile ripetere le sue parole. Vi considera due grandi campioni. Vero, Milly-san?»
Milly arrossì, annuendo e torturandosi l’orlo della gonna.
«Ma che significa 'lui ti segue?'» domandò Jem d’un tratto, l’aria allarmata, lo sguardo che andava da Kira, a Grant, a Lenders.
Mark intercettò lo sguardo di Kira. La vide volgere di scatto gli occhi verso Milly Benson e cambiare l’espressione tesa in un sorriso costruito alla perfezione.
«Niente, Jem, tranquilla. Mark esagera»
Lui sobbalzò. «Cos…?»
Kira sgranò gli occhi, fulminandolo con uno sguardo d’avvertimento: aveva promesso, non poteva mettersi a litigare con Grant in quel momento.
«Comprendo il fraintendimento di Lenders» disse Darren, rivolgendosi a Jem per rassicurarla. «Ogni giorno attendevo nello spiazzo davanti al cancello della scuola per vedere passare la tua amica Brighton. Riconosco di essere stato inopportuno, ma il mio unico intento era quello di attirare la sua attenzione. Forse l’ho fatto nel modo sbagliato, al punto da suscitare il sospetto dei suoi amici».
Mark detestò la sottile superiorità con cui Grant parlava, la falsità di cui era intrisa ogni sillaba. Attirare l’attenzione? Sì, pedinandola. Questo, per lui, si chiamava molestia.
«Capisco…» mormorò Jem, non del tutto convinta ma decisa ad accettare la spiegazione. «Mi scuso anch’io se ho pensato male di te, Grant. Sai, esco da scuola molto spesso insieme a Kira-chan e non ricordo di averti mai visto»
«Non sono un tipo che si nota molto, vero?» Darren annuì con quieta consapevolezza. Poi si voltò verso Kira con in viso un’espressione amareggiata. «Brighton, perdonami se ti ho dato fastidio»
Kira sussultò. Non si fidava di quel ragazzo ma non poteva mandare all’aria tutti gli sforzi per far andare bene quella giornata. «Non c’è alcun problema» disse. La sua voce era priva di convinzione.
«Tutto quello che desideravo era poterti conoscere» aggiunse Darren.
«Beh, oggi avrete modo di fare amicizia» esclamò Milly allegramente. «Che ne dite di incamminarci? Vorrei portarvi in un locale molto carino dove si beve un thè delizioso».
Mentre gli altri ricominciavano a parlare, Mark prese Kira da parte un istante. «Non mi avevi detto che era lui il tuo partner per questa giornata»
Lei gli rimandò lo stesso sguardo risentito. «Non sapevo fosse proprio Grant. Non ho deciso io, è stata Micchan ad organizzare tutto»
«Quello ti ha pedinato per più di un mese e adesso si presenta qui con la pretesa di volerti conoscere»
Lei tentò di calmarlo. «Mark, non è un vero appuntamento»
«Ma se prima hai detto di sì!»
«No, ho detto ‘più o meno’»
«Kira, quel tipo non mi piace!» ringhiò lui a bassa voce.
«Nemmeno a me! Ma oggi dovremo fare buon viso a cattivo gioco».
Mark rifiutò la prospettiva di dover fingere. «Questa si chiama ipocrisia, Kira»
«Dal mio punto di vista si chiama ‘fare un favore a un’amica’».
Il ragazzo emise un’esclamazione sdegnata. «Oh, quindi farai la carina con lui?»
Kira emise un verso spazientito. «Oh, santo cielo! È solo per un giorno! Dobbiamo soltanto…»
«Ragazzi?» La voce di Milly interruppe il battibecco. Lanciò all’amica un’occhiata perentoria.
«Arriviamo!» Kira si voltò un’ultima volta verso Mark, sibilandogli a un centimetro dal naso: «Comportati bene».
 
 
 

HARU NO TOKI- Il tempo della primaveraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora