☀️ 1- Il silenzio dei ricordi (Sole)

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Di ritorno da quei luoghi effimeri, che esistono solo nella memoria della notte, indugio nel lasciare andare chi mi ha amata

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Di ritorno da quei luoghi effimeri, che esistono solo nella memoria della notte, indugio nel lasciare andare chi mi ha amata.

Sorrido mentre li saluto, augurandomi di rincontrarli nel prossimo sogno e così, nel silenzio dei ricordi, pronuncio un'ultima volta il loro nome.

Mi rigiro tra le lenzuola, ormai sveglia, a osservare il mio migliore amico Niti che riposa nel letto accanto al mio. Adagiato su un fianco, pare una vera e propria matrona âgé. Indossa una mascherina di seta nera ben calzata sugli occhi, tappi per le orecchie e una cuffia in testa per mantenere i capelli idratati con uno dei suoi unguenti thai al cocco.

Per accertarmi che stia dormendo profondamente gli metto sotto il naso il dopobarba che ha dimenticato un suo ex un mese fa. Niti fa una smorfia di ribrezzo e si gira dall'altro lato, continuando a sonnecchiare: a questo punto sono certa che non si sveglierà nemmeno con le cannonate. Non dovrei disturbarlo se ora chiamo Mia e chiacchiero un po' con lei.

Accendo il portatile e attendo che mia cugina risponda; dopo qualche secondo un visino pieno di lentiggini mi saluta festoso.

"Sole! Che bello, non mi aspettavo di sentirti stasera! Ma che ore sono in California?" mi domanda con gli occhi lucidi per l'eccitazione.

"Le cinque e mezzo... Stamattina mi sono alzata presto perché mi aspetta una giornata impegnativa e, per affrontarla, ho bisogno del tuo sorriso!" le dico continuando a osservare la ragazzina che è diventata.

Non mi sembra vero che Mia compia dieci anni a ottobre. Era solo ieri che le strizzavo quelle cosciotte irresistibili piene di rotolini e ora quella bambina paffutella ha ormai lasciato il posto a una creatura incantevole dai capelli mogano e dai brillanti occhi verdi, gli stessi occhi verdi che mi hanno osservata e capita da quando sono venuta al mondo, gli stessi occhi verdi di nonna Anna.

La vita è così strana: quando pensi di non avere più nulla in cui credere, ti offre un motivo per farlo ancora ed è proprio quello che accadde quando la bis morì all'improvviso poco prima della nascita di Mia.

La trovammo una mattina di settembre seduta in giardino accanto al suo roseto, l'anello con la pietra rossa al dito e il diario di sua cugina Rose in grembo. Nonna Anna era in pace e, grazie a quelle pagine, si era ricongiunta al pezzo mancante del suo cuore da cui era stata separata ingiustamente.

La sua perdita fu un dolore indescrivibile; c'erano giorni, quando mi investiva la consapevolezza della morte, che non riuscivo nemmeno a respirare.

Nonna era sempre stata con me: come avrei fatto a immaginare una vita senza di lei, senza i suoi abbracci morbidi al profumo di lavanda, senza la sua mano nodosa sul mio capo quando mi sussurrava all'orecchio filastrocche dal sapore antico per farmi addormentare? Avevo nove anni all'epoca e, per la prima volta nella mia vita, mi sentivo smarrita come se nulla avesse più senso, come se avessi perduto la strada di me stessa.

IL SILENZIO DEI RICORDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora