☀️7 - I laureati ~ prima parte (Sole)

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"Provo a mescolare all'impasto dei pancake una ventina di gocce. Pensi basteranno?" mi domanda Niti con un'espressione stravolta stampata in viso. Ha trascorso la notte rigirandosi nel letto come un'anima in pena, incapace di tranquillizzarsi. Alla fine mi sono infilata accanto a lui e l'ho abbracciato forte fino a quando il suo respiro non è diventato regolare e non si è abbandonato nelle braccia di Morfeo.

"Non dire sciocchezze, non hai bisogno di ansiolitici ma solo di ricordarti chi sei!" lo sprono con tono severo.

"Mi vedi come sono ridotto? Quest'ansia mi sta uccidendo e, cosa ben peggiore, mi fa gonfiare come un ippopotamo! Devo drenarmi subito!" esclama trangugiando uno dei suoi intrugli a base di erbe puzzolenti, comprate durante l'ultimo giro di shopping a Chinatown.

Prendo una manciata di sale e gliela passo sulla faccia. "Vediamo se spurghi come una lumaca!" gli rispondo ridendo.

"Tu scherzi ma tra poco mi analizzeranno migliaia di persone da ogni parte del pianeta, in primis Zia Ratana! Perché non hanno chiesto a te di pronunciare il discorso di fine anno? Tu non ti scomponi mai quando sei sotto pressione!"

"Sei stato scelto perché sei il migliore del nostro corso, mio caro Niti Valentino! Andrà alla grande e non dimenticare che la tunica nera smagrisce!" gli faccio notare cercando di mantenermi seria.

Niti si osserva nel riflesso del forno, tirando la pancia indietro fino a diventare viola. "Tu dici?"

"Certo che sì. Ora smettila e riprenditi. Ce la farai e io sarò accanto a te come sempre!" gli rammento afferrandogli le guance tra le mani.

"Grazie, Solicchia! Giusto per essere tranquilli, intrattieni Nancy qualche minuto... prendo in prestito la sua pancera!" mi bisbiglia con aria malandrina, sgattaiolando fuori dalla stanza, mentre la madre di Nicole fa il suo ingresso.

"A che ora andate via?" mi chiede lei col suo solito tono indifferente.

"Partiamo tra poco, il tempo necessario per finire di prepararci."

Mi fissa in silenzio, incapace di trovare qualcosa da dirmi. Persino oggi, il giorno della mia laurea, non riesce a superare quel muro invisibile che ha eretto tra di noi. Una convivenza forzata la nostra che sarebbe durata molto meno se zio Luca non avesse tanto insistito, convinto che la sua idea di famiglia rispecchiasse quella di sua suocera con la quale - beato lui! - ha avuto ben poco a che fare.

L'unica che aveva delle remore a riguardo era proprio Nicole che ha vissuto sulla sua pelle cosa vuol dire crescere con una figura del genere. Tuttavia io mi sono divertita a sconvolgere il mondo asettico di Nancy più di quanto si possa immaginare.

A ogni sua smorfia, a ogni suo sbuffo, a ogni sua alzata di occhi al cielo io ho risposto con un sorriso, progettando nella mente quale scherzo riservarle e il bello è stato riuscire a non darle mai le prove per poter accusare Niti o la sottoscritta di esserne gli artefici.

Qualcuno potrebbe pensare che abbia tentato di minare la sanità mentale della nostra padrona di casa ma in realtà è stato un lungo esperimento sociale che mi ha portata a un'unica conclusione: questa donna è incapace di provare alcuna emozione.

A ottobre Niti e io ci trasferiremo in un appartamento a Santa Clara per essere più vicini a Stanford per i nostri dottorati di ricerca perciò lei potrà tornare alla sua esistenza ordinata e ordinaria, fatta di apparenze, pranzi al club del cucito e domeniche alla Spa, forse la sola cosa che riesce a suscitarle un brivido di piacere.

Continuo a guardarla negli occhi con la mia solita espressione che una volta ha definito tra i denti "faccia da schiaffi", fino a quando non suona il mio telefono.

"Sole! La nostra Sole è un medico! Siamo così orgogliose di te!" mi urlano in coro nell'orecchio le mie zie, le gemelle Tania e Lucrezia, alle quali fa eco Fynn: "Fagli il culo, piccolo koala!" Scoppio a ridere: solo lui può avere delle uscite del genere!

"Hai pranzato? Ti servono proteine per avere energia, mi raccomando!" si sovrappone zio Luca e il suo spirito da chioccia.

"Ragazzi, vi siete svegliati nel cuore della notte per chiamarmi?" chiedo sapendo già la risposta. "Sì, pensa che questi boomeroni mi hanno dato persino il permesso di bere un caffè! Sono gasatissima!" mi risponde Mia ultra eccitata.

"Lasciamola andare ora!" interviene Nicole. "Però prima ricordati che..."

Segue qualche secondo di silenzio e poi mi arriva dritta al cuore la voce della mia famiglia che all'unisono mi grida: "Ti vogliamo bene, tesoro!"

Ora sono davvero pronta. Andiamo a laurearci!

Due maxi schermi sono piazzati ai lati del prato dove gli studenti sono seduti aspettando di essere chiamati per la consegna del diploma di laurea.

Visto quanto accaduto negli ultimi dieci anni dopo il Covid 19, 20 e 21, il consiglio scolastico ha deciso di limitare la partecipazione ai soli laureandi, consentendo però ai familiari di poter seguire in diretta la cerimonia.

Il rettore invita Niti a salire sul palco e lui si alza, ancora tremante, rimanendo paralizzato davanti alla platea dei compagni di corso in attesa del suo discorso. Prego in silenzio che si sblocchi ma non serve e il brusio che si leva dal pubblico non fa che aumentare il panico nel mio migliore amico.

Ciò di cui ha bisogno è il supporto della sua Sole e allora mi alzo in piedi e, con tutto il fiato che ho nei polmoni, lo incito a iniziare. Per fortuna la scena imbarazzante che ho appena messo in atto sortisce l'effetto sperato e Niti si sblocca, ritrovando la sua naturale scioltezza.

Incanta e commuove la platea con le sue parole cariche di speranza e concretezza. "Il mondo non capirà sempre le vostre scelte e capiterà che vi sentiate etichettati come eccentrici, visionari e pazzi. Ma non fatevi contagiare dal morbo della normalità, anzi, prendetevi cura della vostra follia e coltivatela perché sarà la chiave della vostra unicità e del vostro successo. Spingetevi oltre anche quando cercheranno di fermarvi: dietro a certi limiti imposti c'è solo il timore di non poter mantenere il vostro stesso passo. Siate più veloci delle loro paure, mostrate loro che la strada che avete tracciato è percorribile! Classe 2031, questo è solo l'inizio: il nostro!"

Niti viene travolto dagli applausi dei presenti a cui segue il tradizionale lancio del tocco in aria e il cielo blu di Stanford si colora di centinaia di puntini neri che volano in alto, insieme alle belle speranze dei laureati. Questa serenità avrà vita breve, lo sappiamo tutti, ma per adesso ci concediamo il lusso di credere davvero che la parte più difficile sia alle nostre spalle.

Stringo tra le mani questo semplice pezzo di carta che racchiude tutti gli sforzi e la determinazione che ho messo in ogni singolo giorno per poter mantenere la mia promessa fatta a Nicole.

Se penso ai miei sogni di bambina, a quanto avrei voluto dedicarmi alla mia terra, il confronto col futuro che mi aspetta, fatto di laboratori e dati da analizzare, per un attimo mi fa mancare il respiro. Tuttavia sono consapevole della mia scelta: quando ami qualcuno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per proteggerlo, anche a costo di sacrificare te stesso.

Chiudo gli occhi e immagino il vento che soffia tra le colline di Vinci, le fronde degli ulivi che oscillano al suo passaggio, fino ad arrivare potente ai miei polmoni che piano piano si riempiono dell'aria di casa.

"Tutto bene, Solicchia?" mi domanda Niti abbracciandomi forte. "Non so se lo hai notato ma c'è qualcuno che ci sta aspettando!" sghignazza indicandomi la limousine rosa confetto parcheggiata al di là delle transenne poste al limitare del prato.

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IL SILENZIO DEI RICORDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora