☀️ 14 - Mai mettersi contro Sole Corsini

90 8 5
                                    

Sole

Il campanile di Vinci rintocca dodici volte e mi richiama alla vita reale. Il tempo sta scadendo e io non ho trovato ancora il modo di aiutare Nicole come le avevo promesso.

Ma l'ora più buia della notte appartiene solo a me e nemmeno i miei incubi più ostinati riescono a trovarmi nel mio angolo di pace. Afferro l'asciugamano e corro giù per le scale: fremo all'idea di ristorarmi nell'acqua fresca, di spogliarmi delle mie paure e non pensare, ma essere e basta.

Finalmente vedo le luci tremolanti provenire dal fondo della piscina e, con un balzo, percorro la distanza che mi separa al lettino, dove poso sempre i miei abiti e l'asciugamano.

"Pronta per la solita nuotata?". Una voce di uomo mi fa sobbalzare: non mi ero accorta che ci fosse qualcuno. Volto la testa con fare guardingo e vedo spuntare da dietro alla siepe Oliver, il ragazzo americano giunto al casale il mio stesso giorno.

Il suo corpo rimane al buio mentre avanza lentamente verso di me; quegli occhi blu così intensi riescono a fendere l'oscurità, annunciando il suo arrivo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Il suo corpo rimane al buio mentre avanza lentamente verso di me; quegli occhi blu così intensi riescono a fendere l'oscurità, annunciando il suo arrivo. Non riesco a decifrare la sua espressione, cosa che mi lascia perplessa e mi inquieta. Sono tentata di scappare via, ma il mio istinto, non so perché, mi dice di rimanere.

"Da quanto tempo mi spii?", gli domando incrociando le braccia sotto il seno. Lui china lo sguardo per un attimo e poi sorride anche con gli occhi. Credo che stasera mi divertirò con lui più di quanto possa immaginare.

Mentre continuo a fissarlo, mi spoglio e lo lascio lì a bordo piscina, con le mani in tasca, il suo sguardo che non mi molla nemmeno per un secondo.

"Allora, che fai lì impalato? Non vieni a farmi compagnia?", gli chiedo immergendomi abbastanza per continuare a scrutarlo negli occhi.

"Vado a prendere il costume e torno", mi risponde e, a quelle parole, scoppio a ridere. Lui si blocca e mi guarda interdetto.

"Pensavo che gli scrittori dovessero prendere a morsi la vita per poterla raccontare agli altri. E, invece, scopro che, davanti a una nuotata con una sconosciuta, preferiscono indossare un costume da bagno."

"Che vuoi che faccia, allora? Se ci vede qualcuno, tipo uno dei tuoi zii formato armadio, potrebbe pensare male", mi dice osservandomi con un'espressione interrogativa, ma il modo in cui si morde il labbro mi fa intendere che questo gioco gli piaccia.

"A meno che tu non vada in giro senza biancheria intima, puoi nuotare in boxer, no?" gli suggerisco godendo della sua espressione imbarazzata, e aggiungo con un sorrisetto di sfida: "Non credevo che gli scrittori fossero dei personaggi così ordinari."

Oliver rimane qualche secondo a fissarmi, senza smettere di martoriarsi coi denti il labbro inferiore, gli occhi che diventano fessure mentre io sbatto le ciglia nella sua direzione, scoccandogli un'occhiata fintamente innocente.

"Vediamo se così ti accontento", mi dice levandosi la maglietta e, gettandola sul lettino accanto ai miei vestiti, lancia i jeans e le scarpe con noncuranza da un lato.

IL SILENZIO DEI RICORDIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora