capitolo diciannove

480 33 37
                                    

...

La mattina dopo la festa a casa di Nick, beh, Harry si svegliò da solo nel letto di Louis.

Aveva addosso la stessa maglietta che aveva alla festa la sera prima e un paio di pantaloncini corti che riconobbe fossero di Niall. Passò le dite per il tessuto dei pantaloni che aveva visto almeno trecento volte addosso al biondo e si guardò attorno. C'erano anche gli altri, immaginò, perché la pila di vestiti sulla scrivania di Louis apparteneva sicuramente a più di una persona.

Il suo telefono era scarico quando lo afferrò dal comodino, c'erano messaggi della sera prima di Niall che gli chiedeva dove fosse, una chiamata persa di Zayn sempre verso la mezzanotte e una di Gemma di quella mattina. Avrebbe voluto richiamarla, ma optò per il fatto per potesse dare la colpa alla batteria e tornò a sdraiarsi, fissando il soffitto e passandosi una mano fra i capelli. Erano morbidi. Qualcuno gli aveva tolto il gel dai capelli la sera precedente prima di metterlo a letto.

Era da solo in camera di Louis. C'era silenzio, e il solito profumo che Harry tanto amava. Era sul cuscino, sulle coperte, un po' dappertutto, ed Harry sorrise inevitabilmente, perché ora probabilmente ce l'aveva addosso anche lui.

Decise finalmente di alzarsi, dopo aver passato più di venti minuti a fissare le pareti, le foto, le scritte e i trofei di calcio. Ed aveva anche un po' pensato alla sera prima, alle parti che ricordava, che in realtà finivano verso le 11. Oltre tutto quello che era successo, pensò solo che aveva rovinato la festa a Louis e l'aveva assillato con cose che ora si pentì di aver detto. Gli doveva delle scuse, quello era sicuro.

"Hey Harry." Si girò dopo aver sceso solamente due scalini, Lottie e Fizzy erano dietro di lui, probabilmente anche loro dirette verso il piano di sotto. "Ciao," cercò di sorridere, facendosi un po' da parte e schiacciandosi contro il corrimano, cosicché potessero superarlo. Ogni volta ci metteva un minuto intero a fare anche un solo scalino, la testa gli girava un po'.

"Come stai?" In realtà non lo superarono, lo raggiungessero ed aspettarono di scendere con lui. Ehm? Cosa doveva dire? Ammettere che gli stava scoppiando la testa e che probabilmente non mancava tanto prima che vomitasse? "Bene, voi?"

"Tutto apposto," Lottie annuì e Fizzy tossì, allungando la mano verso Harry. "Non ci siamo mai presentati, sono Fizzy."

"Harry," il riccio le strinse la mano. Stava facendo uno scalino alla volta, e poteva sentire che Lottie e Fizzy non sapessero che fare, se aspettarlo o se superarlo semplicemente. Ad Harry non avrebbe dato fastidio, ma le vide comunque a disagio, indecise sul da farsi, così indicando una foto attaccata al muro disse "È Louis?"

Lottie e Fizzy sorrisero, fermandosi sullo scalino dove si trovavano e guardando la foto. "Si, siamo io e lui," Lottie indicò la foto, c'era Louis molto piccolo, forse aveva 5 anni, ed aveva Lottie in braccio. "Anche quello è Louis," scesero di due scalini e Lottie indicò una foto dove stavolta c'era solo Louis, sempre molto piccolo, lì aveva probabilmente solo 2 o 3 anni, ed aveva la faccia pitturata.

Harry ringraziò che nel muro ci fossero altre foto, così scesero con calma e non fu troppo strano. Appena arrivarono in cucina, Harry vide Zayn fare il solletico a Niall, il biondo stava ridendo così forte che la sua risata fu l'unico suono che arrivò alle orecchie di Harry. Anche Liam stava ridendo, aveva la testa nascosta fra le braccia, appoggiate al tavolo, ma si vedevano le sue spalle andare su e giù per le risate; Louis anche stava ridendo, mentre tirava fuori da uno scaffale una scatola di pastiglie per il mal di testa, come se sapesse che Harry sarebbe arrivato da lì a poco.

For your eyes only || larry stylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora