vento salmastro ♪

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Il vento che soffia dai cieli del nord

Il vento che soffia dai cieli del nord

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Jungkook aveva paura.
La sua nuova scuola, la temeva.
Lo avrebbero guardato tutti.
Già tremava dall'ansia

Ed effettivamente ci aveva visto giusto, poichè, il giorno dopo, non vi fu persona che non avesse posato lo sguardo sulla figura estranea di Jungkook, fuori dal cancello scolastico.
Dopotutto lui era "quello nuovo", sarebbe stato oggetto di interesse per circa tutta la settimana a venire; lui era pronto, ma l'idea di essere invaso di domande, di occhiate curiose o, peggio ancora, di ragazze che si sarebbero attaccate a lui per conoscerlo, l'idea non lo mandava in visibilio.

Non aveva fatto in tempo a mettersi le lenti a contatto, questa fu l'unica cosa che lo disturbò; non andava matto per come gli stavano le lenti.
Ma non poteva farci molto, ora. Era già in ritardo e complicarsi la vita per degli occhiali non lo avrebbe sicuramente fatto sta meglio.

Sarebbe andato tutto bene, questo continuò a ripetersi, come un mantra.
Poteva farcela.

Portò lentamente all'indietro diverse ciocche di capelli che gli erano ricaduti sulla fronte e tirò un sosprio di sollievo, dandosi coraggio.
Niente in quella scuola gli era familiare, se non forse quel particolare profumo di biscotti.

Aspetta cosa-

"Biscotti?" si ritrovò a pensare.
Quello era l'odore dei suoi biscotti, era inconfondibile.

Si voltò in ogni dove, riusciva a sentirlo ma non capiva da dove provenisse.

Prese ad aggiustarsi il cappello nero alla francese che gli copriva il capo e sentì qualcosa quasi guidarlo verso l'entrata della scuola. Forse il profumo dei suoi biscotti.
Profumo che lo condusse fino agli armadietti, nel corridoio principale.

Erano tutti radunati lì, chi a parlottare chi a sistemare i libri prima delle lezioni.
Tutti diversi, in gruppo.
E lui si sentiva a disagio, estremamente a disagio, perso, confuso.
Era da solo, e la cosa lo destabilizzava.

C'erano troppe persone, troppe.
Qualcuno si era anche fermato a guardarlo, e la cosa non gli piaceva per niente.

"Oggi ci saranno degli allenamenti speciali." sentì una volce il corvino, era estremamente vicina a lui e non potè che voltarsi per vedere a chi appartenesse.

Non sapeva spiegarsi bene perchè, ma i giocatori di football erano propensi ad indossare delle strane giacche dai colori uguali, come se fossero delle divise, avevano i loro nomi sopra e solitamente avevano i colori della squadra.
Jungkook non sapeva bene perchè, ma gli erano sempre piaciute molto.

Ma, come potevano essere belle, il giovane pensò che non avrebbero mai potuto competere con il ragazzo che la stava indossando.
Dei capelli corvini cascavano sul suo viso come liane, ricci, lumghi, e gli occhi inperscrutabili sembravano lucciole nella notte. Indossava una giacca con lo stemma della scuola stampato sopra, le maniche di un rosso scarlatto che pareva incendiare ogni cosa.
Aveva la mascella serrata e ben definita, virile, il corpo stretto in una chiara maglia sportiva che a mala pena conteneva il fisico che, poteva immaginare, essere possente e statuario.

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