「in equilibrio precario tra le margherite e le tue labbra

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Confusione più totale

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Confusione più totale.
Era perso.
Ora aveva paura.
Cosa stava accadendo?

Taehyung, dove sei?

Quel colore scuro, elegante, brillante, riempiva le pareti della camera, inondandolo.

Gli mancava Taehyung.

Non ha senso, senza di te.
Ti prego, non lasciarmi da solo, non ora.
Ti prego, ti prego.
Rispondimi.

E sentiva nel petto quella scena, il maggiore ad accarezzargli dolcemente i capelli mentre frenetico batteva nellla gabbia toracica il cuore. Il minore dei Jeon che accompagnava la tenera scoperta, la calda presenza del suo adorato castano a scaldargli il petto.
Era casa.
Ecco cos'era.

I colori, Tae.
Lo hai fatto apposta o era un caso?
Freddi, i colori erano gelidi.
Sono io a vederli così tristi, o l'arte rappresenta ciò che sento?

Quegli occhi che parlavano di amore, o quei teneri e caldi sospiri che faceva contro la sua pelle quando aveva dormito da Jungkook, quelle labbra che parlavano di tutto e di niente.
Un miscuglio persuasivo di emozioni vorticanti e vertiginosi.
Come stava, Jungkook?
Gli veniva spesso chiesto.
«Malissimo»
Gli mancava qualcosa, un pezzo di se.

Mi odi, mi odio.
Perchè tu sei lontano, da me, da tutto.
E fa male.
Ti sei avvicinato a me, sei diventato importante e sei scappato.
Perchè sei scappato, perchè.
Sei corso via, ti nascondi da me.
Perchè?
Cosa ho sbagliato stavolta?
Mi sento così vuoto, senza di te.
Eri la costanza della mia essenza, la consistenza del mondo.
E mi hai lasciato solo.
Per cosa poi?
Perchè?
Nessuno vuole dirmelo?
Perchè?
Nemmeno Namjoon vuole dirmelo.
Perchè?
Hai iniziato a capire quanto io sia inutile?
Hai iniziato ad odiarmi, ad evitarmi, a scappare.
Le tue parole, erano fandonie forse?
Non lo so, voglio solo capire cosa ti ha fatto scappare via, da casa mia, quel giorno.
Perchè perchè?
La tua assenza mi fa male, ti prego..

Si alzò di scatto dal letto, quando sentì quel suono, un miraggio nella notte.
Era arrivato un messaggio.
Taehyung, il mittente era Taehyung.

"Scusami"

E non ce la fece più, si tirò su, da tutto, e uscì dalla stanza, le urla di Jin confuse e ovattate.
Doveva raggiungerlo a qualunque costo.

Scusami.
Farò del mio meglio per non darti fastidio, scuisa.
Ma torna a scuola.
Voglio almeno vederti, non ti parlerò, perchè è colpa mia, perchè sono un errore.
Ma voglio vederti.

Non poteva, non poteva non seguirlo.
Lui non poteva scappare.
Non da lui.
Non dopo tutto quello che avevano passato.

Parla con me, perchè scappi?
Forse alla fine avevo ragione io?
Non vuoi parlarmi dei tuoi dolori, perchè non ti fidi.
Credevo di averti aiutato portandoti a mare, invece mi sbagliavo.
Sai, quando Jin mi ha chiesto perchè stessi male, la prima volta, non ho risposto.
Dirgli che la tua assenza mi ferisse in tal modo, mi imbarazzava.
Sai che sono me stesso solo con te.
E la tua indifferenza è la mia più grande tortura.

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