𝘐𝘕 𝘉𝘐𝘈𝘕𝘊𝘖 𝘌 𝘕𝘌𝘙𝘖 𝘐𝘓 𝘊𝘐𝘌𝘓𝘖 𝘋𝘐 𝘝𝘈𝘕 𝘎𝘖𝘎𝘏
𝘐𝘕 𝘉𝘐𝘈𝘕𝘊𝘖 𝘌 𝘕𝘌𝘙𝘖 𝘐𝘓 𝘊𝘐𝘌𝘓𝘖 𝘋𝘐 𝘝𝘈𝘕 𝘎𝘖𝘎𝘏
𝘚𝘌 𝘕𝘖𝘕 𝘗𝘌𝘙 𝘜𝘕𝘈 𝘚𝘛𝘌𝘓𝘓𝘈 𝘋𝘐 𝘝𝘌𝘕𝘌𝘙𝘌
𝘊𝘏𝘌 𝘕𝘌𝘐 𝘛𝘜𝘖𝘐 𝘖𝘊𝘊𝘏𝘐 𝘙𝘐𝘝𝘌𝘋𝘖 𝘓𝘜𝘊𝘌𝘕𝘛𝘌,
𝘜𝘔𝘐𝘋𝘈 𝘊𝘖𝘔𝘌 𝘓𝘈 𝘗𝘐𝘖𝘎𝘎𝘐𝘈
𝘋𝘈𝘓 𝘊𝘐𝘌𝘓𝘖 𝘊𝘈𝘋𝘜𝘛𝘈 𝘚𝘛𝘈𝘎𝘕𝘈𝘕𝘛𝘌 𝘚𝘜𝘓𝘓𝘈 𝘍𝘌𝘙𝘐𝘛𝘓𝘌 𝘛𝘌𝘙𝘙𝘈
«Eccoci qua» esclamò Taehyung aprendo le braccia di fronte alla fermata dell'autobus.Jungkook osservò quell'intricata costruzione di colori che se ne stava disegnata sul lato del vetro della panchina, una fluida rappresentazione di linee che formavano singolari storie visive e figurative; riconobbe le frasi di una canzone che aveva sentito randomicamente su internet, paesaggi dai colori vivaci e sgargianti e firme sbiadite dal tempo e dalle intemperie.
Poi guardò Taehyung, il viso rivolto verso alcuni graffiti vecchi, parole scritte da un anonimo cuore triste.
«Ho sempre visto come fantastico il fatto che le persone trovassero il modo di esprimere la loro arte ovunque, su tutto ciò che posseggono, anche se ciò che hanno non basta..» disse, facendo scontrare i loro occhi.Mai Jungkook aveva visto colorazione più intensa.
Gli piacevano i suoi occhi.
«..come se l'arte non si nutrisse di materiale o fogli o tele, ma solo di pura ispirazione»
«Non sono mai stato un esperto di queste cose» ammise, quasi in imbarazzo, il corvino, interrompendolo.
L'idea di non riuscire a sprofondare nella concezione travolgente dell'arte lo aveva sempre fatto sentire estraneo ad ogni cosa, come se non riuscisse ad interpretare come propria l'immaginazione impressa da Monet, Dalì, Van Gogh.
Come se non avesse un profondo animo artistico.
Era desolante.
«Ma l'arte non necessita di esperienza..» asserì l'altro, lasciandolo a bocca aperta «..l'arte si colma di interiorità e inconscio. Nulla più. Nulla che il tuo cuore non abbia già.»«Come sai che il mio cuore ha tutto ciò di cui l'arte ha bisogno per essere capita?»
Il castano alzò le spalle, indicandogli con il capo l'autobus in lontananza che si stava facendo più vicino, sorridendogli poi sornione; lo lasció con un "lo scoprirai domani, suppongo" abbandonato prima della sua salita sul mezzo di trasporto.«Come domani?» disse Jungkook a se stesso, alzando di scatto il capo capendo che quello che aveva preso Taehyung era lo stesso pullman che avrebbe dovuto prendere anche lui.
Preso dal terrore di perderlo, vi salì correndo quasi e cercando intorno il maggiore, che trovó a guardarlo sorridendo, come se lo avesse aspettato, come se aspettasse di essere di esser raggiunto.
«Dimmelo, hyung» continuò andando a sedersi al suo fianco.
Taehyung portò il capo poggiando lo contro il vetro del finestrino dell'autobus, continuando a fissarlo, negli occhi accenni di una estrema curiosità.
«Jeon Jungkook..» iniziò il castano, facendo sussultare il cuore di Jungkook di ansia, attesa.
Il tempo parve scorrere decisamente più lento, i due intrappolati in esso, prigionieri di una lento e inesorabile gabbia d'oro.
Il suo nome era pura poesia cantata dalle sue labbra.
«..prova a scoprirlo da solo perché ho detto ciò che ho detto»
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❝CUORE DI CARTA❞
Romance(taekook) ― «I colori complementari sono dei colori che vengono definiti opposti nel cerchio cromatico, come il blu e l'arancione, se vengono accostati tra loro si ottiene un effetto di massimo contrasto e la loro luminosità viene incrementata.» «Co...