「graduale è la notte con i suoi insonni pensieri」

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𝘖𝘏 𝘛𝘌𝘕𝘌𝘙𝘈 𝘋𝘐𝘝𝘐𝘛𝘈'
𝘜𝘕 𝘛𝘜𝘖 𝘚𝘎𝘜𝘈𝘙𝘋𝘖 𝘐𝘕 𝘔𝘌
𝘊𝘖𝘔𝘈𝘕𝘋𝘈 𝘓𝘌 𝘗𝘐𝘜' 𝘗𝘙𝘖𝘍𝘖𝘕𝘋𝘌
𝘋𝘌𝘓𝘓𝘌 𝘙𝘐𝘍𝘓𝘌𝘚𝘚𝘐𝘖𝘕𝘐

23:40
Era sera.
Il cielo era coperto da una coltre di scura e profonda notte, bellissima, crudele, silenziosa.
Alcune stelle a decorarne la presenza, nuotatrici che si tuffavano nell'oceano che la tenera luna pareva sorvegliare.
Un'incantevole visione.
Tutti parevano trarne gratuito spettacolo, tranne una sola persona che se ne stava nel buio della sua camera, a torturarsi nella notte.

A Jungkook non era mai piaciuto dormire, non privato delle coperte almeno; il passaggio dall'inverno - periodo in cui tutta la sua figura era avvolta dalle coperte - all'estate era sempre stato difficile per lui, che fin da bambino aveva preferito tener con sé ogni notte un lenzuolo che lo proteggesse dalle incognite del buio.

Se lo diceva sempre, andava tutto bene.
Che bella bugia, delicata e credibile.
Nella sua mente, un continuo rimembrare le parole che quel giorno il maggiore gli aveva riservato.

Non è così.
Non sei impassibile alle emozioni, nè ai sentimenti.
Sento come se tu stesso ti fossi auto imposto un blocco, un muro che impedisce alle cose di sfiorarti.
Come uno scudo.

Quanto dolore hai passato per farti questo, Jungkook?

Quelle parole ancora si ripetevano nella sua mente.
Temeva?
Aveva paura?
Temeva di provare, di sentire, di amare.
Aveva paura di provare felicità.
Lo faceva perchè, per un debole come lui, era troppo forte una tale emozione?
Era così sbagliato?
Sbavo pece d'inchiostro su vergine tela.
Tremò nella notte, le luci spente nella sua camera, il silenzio a sovrastare ogni suono, il battito impetuoso, il respiro pesante. Tremò, inchiostro trabballante sul pallido foglio, un corpo spaventato.
Languida notte, limpida paura, essa sovrastava ogni cosa.
Si sentì fragile, insicuro, stupido, debole.

Sta bene.
Sta bene.
Finzione e dolore, ma sta bene.
Sta bene.
Sta bene.

Giura, lo ha giurato a Taehyung, quando si era alzato dal letto dove lo aveva posato Jungkook per permettergli di dormire, lo aveva accompagnato a casa e gli aveva giurato di star bene.
Perchè voleva stare bene.

Ma stava davvero bene?

No, mente, ma fingete che non sia così.
Perchè questo è quello che fa lui, finge.
Questa è la regola, fingere sempre.
Sempre.

02:14
Si era arreso, era notte inoltrata.
Non dormiva, inerme sul materasso del proprio letto, non riusciva a dormire; impetuosi i ricordi, dolorose le cicatrici del passato.
Si accasciò sul pavimento, cercando il gelo delle piastrelle sulla pelle nuda, aveva caldo ma voleva coprirsi, non mostrare.
Faceva caldo.
Brucaiva.
Ma il caldo gli impediva di nascondere ciò che non voleva rivelare.

E tutto gli diceva che era sbagliato, a pezzi, un errore.
Lui diceva che andava tutto bene, che anche se era maledetto, sbagliato, inutile, gli andava bene così com'era.

Davvero?
Anche se sembrava così perso?
Anche se faceva sempre tardi agli appuntamenti?
Davvero lo avrebbe accettato?

Deve farlo, poi?
Mentire, mentire.
Sempre, ancora e ancora.
La prima bugia, la secondo e via, fino a far credere anche a se stessi di star bene sul serio.
Quindi, per non cedere, piangere, sta bene.
Sta bene.
Sta bene.
Sta bene.
Sta bene.

Jungkook saltò giù dal letto, sbuffando tutta la sua frustrazione mentre si metteva dritto, fermo nel centro della stanza.
Odiava questa situazione, non dormire, lo irritava.
Tutto se stesso, lo irritava.
La stanza gli pareva più piccola, angusta, soffocante nel vorticare della mente di Jungkook.

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