「incatenato alla costa come la bellissima Andromeda」

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𝘚𝘖𝘍𝘍𝘌𝘙𝘌𝘕𝘛𝘌, 𝘛𝘐𝘔𝘐𝘋𝘖 𝘚𝘐 𝘙𝘐𝘝𝘖𝘓𝘚𝘌 𝘈 𝘓𝘜𝘐.
𝘔𝘈𝘐 𝘘𝘜𝘌𝘓 𝘎𝘐𝘖𝘝𝘈𝘕𝘌 𝘗𝘖𝘌𝘛𝘈 𝘍𝘜 𝘌𝘚𝘛𝘈𝘚𝘐𝘈𝘛𝘖 𝘋𝘈 𝘛𝘈𝘓𝘌 𝘐𝘕𝘕𝘖𝘊𝘌𝘕𝘛𝘌 𝘉𝘌𝘓𝘓𝘌𝘡𝘡𝘈.

𝘔𝘈𝘐 𝘘𝘜𝘌𝘓 𝘎𝘐𝘖𝘝𝘈𝘕𝘌 𝘗𝘖𝘌𝘛𝘈 𝘍𝘜 𝘌𝘚𝘛𝘈𝘚𝘐𝘈𝘛𝘖 𝘋𝘈 𝘛𝘈𝘓𝘌 𝘐𝘕𝘕𝘖𝘊𝘌𝘕𝘛𝘌 𝘉𝘌𝘓𝘓𝘌𝘡𝘡𝘈

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Il contatto fisico è sempre stato per Jungkook come una ninna nanna nella notte.
Calmante, rigenerante.
Necessario.

Adorava il contatto fisico, le carezze, gli abbracci, le strette tra epidermidi.
L'unica pecca era la sua incapacità di dire quando aveva necessità di esser abbracciato, ne aveva estremo bisogno, anche in quel momento, poggiato contro il seggiolino arancio del autobus, il cielo scurito dalle nuvole, la pioggia imminente. Sentiva la necessità di contatto umano.
Lo aspettò, quel contatto.

Faceva particolarmente freddo quella mattina, e JUngkook potè ben capirlo quando vide Taehyung entrare nel mezzo con indosso un gigantesco cappotto, che aveva l'aspetto di essere estremamente caldo. Le guance arrossate lo mostravano ancor di più.
Sorrise lievemente, trovava adorabile il fatto che l'altro non riuscisse a sopportare il freddo, lo vedeva costantemente indossare felpe e maglioni larghissimi, berretti colorati e portar con se sempre almeno un paio di guanti, senza la quale non usciva di casa. Anche in quel istante, ne indossava un paio - di un singolare colore che variava dal rosso al giallo senape - e lo rendevano estremamente adorabile, questo a detta dal minore almeno.
Ed effettivamente era impossibile non trovarlo carino, tutto perso in quel cappotto gigante, stretto nel tessuto caldo del soprabito che lo faceva sembrare minuscolo.
«Freddo, tigrotto?» chiese ridacchiando Jungkook, Taehyung che corse verso la sua direzione, prese posto di fianco a lui ed ebbe un tremito.
«Non dire una parola. Odio tutto questo freddo, dannazione.»

«Il freddo ti rende nervoso, mon cherì?» domandò sorridendogli mesto.
L'altro annuì con vigore, alzandosi il cappuccio della felpa.
«Sento le dita della mano congelate, Jungkook.» si lamentò il maggiore, mugolando, le labbra sporte all'infuori; il suo solito broncio tenero.
Adorabile.
Davvero adorabile.

Il corvino cercò di contenere una profonda risata mentre tirava fuori le proprie mani dalle tasche, avvolgendole attorno a quelle coperte di Taehyung.
«E tra i due tu saresti quello più grande?» affermò il ragazzo, cercando di scaldarlo facendo strofinare le proprie mani attorno a quelle affusolate e perfette del maggiore. «Nemmeno io, a otto anni, facevo queste cose così buffe, e giuro che ne facevo di cose strane da piccolo.»

Il castano gonfiò le guance, nascondendo il viso nella sciarpa scura.
«Devi prendermi in giro ancora per molto tu?»
Jungkook lasciò andare una risata.
«Forse.»

«Ti odio» biasicò Taehyung; Jungkook, invece, in risposta, si tirò su - dato che erano arrivati alla fermata che si trovava proprio davanti a scuola - e gli regalò il suo più bel sorriso.
«Non è vero, tigrotto, e, tanto per la cronaca..» si avvicinò al suo viso solo per far passare due dita sulla sua guancia arrossata dal gelo.
Un improvviso calore pervase la pelle di Taehyung.
«..non sai mentire, per niente.»
Due dita, due dita contro la sua pelle e Taehyung arrosì.

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