Sangue e Ghiaccio. Laufey, Thiazi e... Fuoco

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Avevo lasciato Siobhan con Kjer ed ero salito sulla torre più alta di questo palazzo dove di solito medito. Alla luce degli ultimi eventi e del ritorno di Lui, sì Lui. Non riesco a dire "Mio padre" troppo facile, troppo semplice definirsi "Padre" dopo quello che ha fatto. Così decido di isolarmi e di aprire la mente e la Vista come mai avevo fatto. Anni e anni di pratica, grazie anche agli insegnamenti di mia madre, agli Elfi della Luce e ai Valar, riesco anche a meditare e andare oltre.

Una volta presa posizione respiro chiudendo gli occhi, sento il potere in me che scorre come il mio sangue. Lo sento distintamente fluire da me verso l'esterno, fino ad aprire la Vista e a spaziare per i regni. Sento il "me" astrale che fluttua e viaggia andando oltre fino a quando si sente richiamare da qualcosa, anzi no, da qualcuno. Mi ritrovo in quello che è una caverna di ghiaccio antico, alti seggi anch'essi fatti di ghiaccio e per i Giganti di un regno che ora non c'è più. Un regno antico come quello di Jotunheim.

"Benvenuto, figlio mio" la sua voce, quel "figlio mio" che mi da la nausea come la sua presenza.

"Benvenuto, figlio mio" la sua voce, quel "figlio mio" che mi da la nausea come la sua presenza

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(per me Laufey è lui)

Mi volto e davanti a me c'è Lui. Laufey che mi guarda dall'alto della sua statura. "Allora sei vivo..." mantengo al calma per quanto mi è possibile. "Non mi sembri meravigliato..." "No, non lo sono. Evidentemente ammazzarti una volta non è servito" "Quanto odio nelle tue parole, figlio" "Smettila! Io non sono tuo figlio e tu non sei mio padre!" lui rise beffardo "Ma sei comunque mio figlio, hai il mio sangue nelle tue vene, sei un Gigante di Ghiaccio... imperfetto" strinsi i pugni, stavo per esplodere e non so se conveniva in questo mia forma.

"Ho il tuo sangue ma non vuol dire che io sia come te. Tu non sei mio padre, non lo sei mai stato" "Allora è Odino tuo padre? Il Padre di Tutti che ha osato muovere guerra contro di noi... lui è tuo padre? Anche ad Asgard tu sei stato il mostro, ti hanno sempre tacciato di essere un diverso, quello da cui stare lontano perché cattivo. Tu non sei mai stato accettato da loro nemmeno dai suoi stessi sudditi perché diverso. Ecco perché sono tornato. Per rivendicare ciò che è mio, per avere vendetta. Tu da che parte starai figlio mio?"

Non ci vedo più e mi avvento su di lui anche in questa forma, so rendermi tangibile se lo voglio e soprattutto, posso toccare a mia volta. Lo prendo per il collo sbattendolo contro la parete di ghiaccio alle sue spalle. Lui aveva scelto una forma più normale ed era poco più alto di me. "Ascoltami bene, Padre – enfatizzo la parola che tanto odio con una nota di disprezzo – se sei venuto solo per una vendetta stai sicuro che l'avrai. Sarò io ad ucciderti con le mie stesse mani e di te non resterà nulla. Me ne assicurerò personalmente. Ma io non sono nulla per te. Nulla!"

"Dimmi, lo Spirito del Ghiaccio che è al tuo fianco si infiamma ogni volta per te? Ha già sprigionato tutto il suo potere?" gli diedi un pugno "Non nominarla!" "Hai il temperamento di tua madre... la tua cara e dolce madre" era solo una provocazione e io come un fesso ci casco. Un altro pugno. "Chiudi quella bocca bastardo!" lui rise ancora e lo lascio allontanandomi. "Sei vuoi uno scontro sarò io ad accontentarti figlio ma non mi impedirai di attuare il mio piano. Non mi impedirai di avere la mia vendetta..." come un elastico che si tende fino al culmine e poi viene tagliato di netto, così mi ritrovo nel mio corpo. Sono a terra ansante, l'aria fredda delle finestre addosso, sangue sulle nocche delle mie mani. Lo avevo preso davvero a pugni in quella visione o quello che era.

Zaffiri, ghiaccio e... un cuore da proteggere Loki & SiobhanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora