Penna alla mano e taccuino sopra l'unto tavolino del bar.
Ed scriveva.
Canzoni.Scriveva della sua vita per strada, amori distrutti.
Aveva la strana abitudine di raccontare le storie di altre persone.
Cercava di immedesimarsi e se ci si ritrovava, semplicemente, scriveva.
Amava ciò che faceva e amava la vita.
Almeno aveva imparato ad amarla dopo la riabilitazione.<Sei obbligato>diceva <sei obbligato a fartela piacere questa merda, altrimenti col cazzo che ti fanno uscire>
Stava bevendo un doppio whiskey e fumava fuori dal bar.
Si guardava intorno, sperava in qualcosa di lontano, di irraggiungibile.
Pensava a Layla e a come se la fosse fatta sfuggire.
Una ragazza così bella, così intelligente da metterti soggezione.
Ed però non avrebbe mai pensato che potesse accadere cioè che è accaduto.<lavati di mezzo pezzo di merda>
Aveva riconosciuto la voce.
Si era lei, non poteva essere nessun altro se non lei.
Quei pochi secondo sembravano come raggelati e si susseguivano con un ritmo troppo lento per non sembrare surreale.E poi lo schianto.
Il ritmo delle cose riprese alla normalità.
Ed non fece in tempo ad alzarsi che aveva già collegato tutto.
Guardò alla sua destra e vide una ragazza alzare la sua bici.
Ne era sicuro.
Era assolutamente Layla. Nessun dubbio.
Si alzò a fatica. Layla non aveva ancora rivolto lo sguardo verso Ed che disse <la prossima volta dovresti stare più attento imbecille>
<S-scusa, ma non credo che si possa andare in bici sui marciapiedi Layla>
A sentire il suo nome e quella voce calda il sangue di Layla si gelò in un istante.
Si girò piano come se non volesse scoprire chi era davvero.
Ma si.
Era proprio lui.
Le si illuminò lo sguardo.
Si erano ritrovati.
