- capitolo 9 -

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faceva freddo, Sophie sentiva brividi su tutto il corpo, il ghiaccio che penetrava tra le fessure del tessuto raggiungevano gli strati più profondi della sua pelle. Sentiva il sudore freddo sulla nuca e il suo fiato gelido che dalla gola si librava in aria. Aprì gli occhi e si ritrovò in una sala grandissima, totalmente vuota, d'un tratto apparse Liam, a circa qualche metro da lei. Poi una figura mostruosa alla sua destra, che lentamente cambiava forma trasformandosi in una donna bellissima che la fissava, la fissava con tutta se stessa ma non diceva una parola. Sophie era confusa, guardava il ragazzo e poi la donna, prima uno e poi l'altro, senza sosta. C'era un silenzio tombale se non fosse stato per il suo pesante fiato freddo, era l'unico suono nella sala. Liam iniziò ad avvicinarsi, sempre di più, passo dopo passo, sempre più vicino, fino a raggiungerla. Tese una mano e la portò alla sua guancia, continuandosi ad avvicinare al suo viso fino ad arrivare a sentire anche il suo di fiato, le fronti si sfiorarono ma la ragazza non aveva idea di cosa stesse succedendo finchè lui non le prese il gioiello dal collo, spezzando la catenina e lanciandola sul pavimento grigio di marmo. La collana che atterrava sul marmo produsse solo un piccolo mormorio dell'argento e poi smise di brillare e così anche i suoi occhi.

Sophie si svegliò d'improvviso ansimando, adesso aveva caldo, molto caldo. Si rese conto che era stato solo un sogno, un sogno che però l'aveva lasciata esausta. Sentì il brontolio del suo stomaco che chiedeva cibo e il suo corpo che chiedeva pausa da quel caldo infernale della stanza. Si sedette sul letto e poggiò i piedi nudi sul pavimento di legno, era tiepido, così si alzò e continuò a camminare, fino a raggiungere il corridoio e ad uscire dalla stanza. Mentre camminava lentamente e a fatica, come se da un momento all'altro potesse svenire e cadere, udì dei rumori provenire dalla stanza in fondo, dalla sala allenamenti. Si chiese chi potesse avere tanti problemi di sonno da allenarsi così tardi la notte, girò la testa verso l'orologio del corridoio e notò che erano esattamente le tre e dieci di notte.

Continuò a camminare fino ad arrivare alla stanza, si affacciò furtivamente alla porta, per non farsi vedere, anche perché nessuno avrebbe potuto sentirla senza scarpe e con il suo passo silenzioso, in questo momento si ricordò che stava camminando su delle travi antiche centinaia di anni, che scricchiolavano ad ogni passo compiuto: il suo piano andò in fumo. Decise semplicemente di tornare indietro e limitare il più possibile la brutta figura con chiunque stesse in quella stanza, non si aspettava, però, che sarebbe stata l'unica persona che aveva sperato non fosse, l'unica persona con cui avrebbe sperato non fare una figuraccia del genere.

- puoi entrare, non ti mangio mica- la voce che proveniva dalla stanza la fermò e così anche i scricchiolii. Molto lentamente si voltò ed entrò nella stanza

- sei tu - disse con aria stanca e delusa

- scusa se non sono il tuo ragazzo però potresti anche mostrare un po' di meno la tua delusione-

- non ho un ragazzo - rispose, poi riflettè - hai ragione, scusami- sospirò - è che sono fatta così-

- lo avevo intuito-

Liam si stava allenando a dare pugni, con il sacco e le bende alle mani. I suo capelli erano bagnati dal sudore e anche il suo dorso. Dopo aver detto questo smise di prendere a pugni il box e iniziò a levarsi le bende dalle mani, che uscirono rosse e stanche.

- e non devi scusarti per questo- continuò prendendo la sua maglietta e asciugandosi la nuca con essa. Sophie era ancora sulla porta che lo guardava.

- come mai sei qui a quest'ora di notte?- chiese lei rompendo il silenzio e l'imbarazzo, non tra loro, ma suo.

Liam alzò le spalle per dire che non c'era un motivo preciso

- tu sicuramente non sei in piedi per allenarti- disse lui guardando il pigiama della ragazza. Lei si vergognò per un istante, anche perché era in canotta e in pantaloncini e fino ad ora nessun ragazzo l'aveva vista così scoperta. Questa sensazione sparì presto, lasciando un espressione divertita sul volto di lei

- un brutto sogno- Sophie non era più sulla soglia della porta, si era avvicinata a lui

- raccontamelo-

in questo istante Sophie realizzò di aver sognato lui, di aver sognato lui che le strappava il ciondolo dal collo, e involontariamente portò la mano al sigillo, un gesto che lei non notò ma Liam si.

- meglio di no-

- dai non lo dico a nessuno- scherzò lui

- è che è stato troppo strano- lei accennò un sorriso, anche se preoccupato

Si sentì il brontolio dello stomaco di lei nella stanza, Sophie portò le mani alla pancia, come per fermare il rumore sperando che lui non lo avesse sentito, ma non era così. Liam sorrise

- che ne dici se me lo racconti mangiando un panino?-

Sophie annuì violentemente e si avviò di nuovo verso l'uscita, intenta ad andare nella cucina. Liam la seguì però prima di uscire anche lui dalla stanza lei lo fermò

- mettiti la maglietta però- disse sorridendo. Sorrise anche lui e ubbidì.

Arrivarono alla cucina e mentre Sophie preparava due sandwich continuarono a scherzare

- non vuoi raccontarmi il tuo sogno perché hai sognato me?- Liam stava scherzando e non diede tanto peso alla frase ma Sophie divenne improvvisamente seria, come per dire un si netto

- stai scherzando?- divenne serio anche lui

- si, ma non direttamente- rispose

- che vuol dire non direttamente-

- che non eri l'unico-

- e chi c'era oltre a me?-

- una donna-

- sai chi era?-

- no, mai vista-

- strano-

- lo so- Sophie mentre gli porgeva il panino sospirò

- ti facevo del male nel sogno?- chiese data l'espressione abbattuta di lei

Sophie rimase in silenzio, poi, vista l'espressione preoccupata di lui, parlò

- eravamo in una sala grande e vuota, faceva molto freddo e c'eri tu, e di fianco a te una donna, non ricordo il suo volto. Tu poi ti inizi ad avvicinare, mi prendi il viso con la mano, ti avvicini e poi con l'altra raggiungi il mio ciondolo e lo scaraventi sul pavimento, la donna sorrideva- Sophie disse tutto con una velocità che fu sorpresa quando Liam riuscì a seguirla. Stava quasi urlando. Poi fece un sospiro e poggiò le braccia sul tavolo per poi poggiarvi la testa. Liam le carezzò la spalla con la mano, anche in questo caso un gesto molto veloce ma che Sophie apprezzò.

Rimasero a parlare per quasi tutta la notte, Sophie crollò addormentata sulle sue braccia sul tavolo dopo quasi altre due ore. Liam la prese in braccio, per non svegliarla, raggiunse la sua stanza e molto silenziosamente la ripose di fianco all'amica, poi chiuse la porta e si recò al suo letto, dove cadde nel sonno con un leggero sorriso stampato sul volto.

Shadowhunters: la nuova discendenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora