Capitolo 8

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Pov. Clarke

La cerco, ovunque, i miei occhi viaggiano in tuto lo yacht tra tutta quella gente vestita elegante. Freneticamente giro la testa a destra e sinistra per incontrare quegli occhi che mi bruciano dentro, come un fuoco perpetuo.

Una mano fermò la mia furia insaziabile di trovare quegli occhi, Octavia.

"Hey Clarke, stai tranquilla, sono sicura che sarà qui da qualche parte." – Mi regala un dolce sorriso e mi afferra la mano –"andiamo a prendere qualcosa da bere, che ne dici?"

Non riuscii nemmeno a rispondere che una mano toccò il mio polso, un tocco deciso ma delicato.

"Ciao Octavia, vorrei rubarti Clarke, posso?"

È lei, in tutta la sua estrema bellezza, faccio correre il mio sguardo in tutta la figura, non credevo Lexa avesse un lato femminile, mi soffermai sul vorticoso scollo a V che mi fece deglutire forte leccandomi inconsciamente le labbra per la totale assenza di saliva. Il suo collo scoperto urlava "mordimi "come tutto il suo corpo del resto, abbassai il mio sguardo alla ricerca di altri dettagli da assaporare. Quel vestito nero le fasciava ogni piccola parte del suo corpo, lasciando del tutto libera la mia immaginazione, fu un grave errore però, spostare la mia attenzione in basso, dove la sua intera gamba, di un colore simile alla sabbia di qualche spiaggia del tutto immaginaria era totalmente libera da quel vestito fin troppo stretto, boccheggiai lentamente sentendo il mio petto sollevarsi in una maniera totalmente innaturale.

Octavia rendendosi conto del silenzio creatosi in quella piccola bolla prese parola

"Oh certo, basta che me la restituisci tutta intera." – accennò un sorriso dandomi un pizzicotto vedendomi totalmente in trance.

Lexa mi fissa bruciando il suo sguardo su di me.

"Andiamo?"

Mi porge la mano e io l'afferro un po' titubante. È appena iniziata la serata.

Pov. Lexa

Finalmente la trovo, la vedo per mano con Octavia, un senso di gelosia mi invade.

La afferro per il polso libero e la mia mano prende a fuoco.

"Ciao Octavia, vorrei rubarti Clarke, posso?"

Faccio correre il mio sguardo sulla figura davanti a me, una dea, non posso pensare altro.

Ha un vestito bordeaux che le fascia il corpo, tanta, troppa pelle nuda che accentua la sua estrema bellezza e io non posso far altro che essere in balia di così tanta bellezza. Octavia guarda la scena con un sopracciglio sollevato e mi dà il permesso di portarla via con me. Il suo sguardo brucia su di me e io non posso far altro che sorridere internamente.

Ho la sua mano stretta alla mia e non posso far altro che pensare che le nostre mani siano state fatte per stringersi. Le sue guance leggermente arrossate mi fanno sorridere genuinamente, nessuna malizia. La porto nel retro dello yacht per allontanarci da sguardi indiscreti.

Ci illumina solo la luna e qualche piccola lanterna messa a terra.

"Contavo che tu fossi qui stasera, Clarke."

Inchiodo i miei occhi ai suoi senza lasciarle la mano.

"Anch'io ci contavo, Lexa."

Pov. Clarke

Guardare Lexa alla sola luce della luna mi permise di trovare in lei alcuni dettagli a me totalmente sconosciuti. Un brivido mi percorre la spina dorsale creando una leggera increspatura in tutta la pelle, il freddo? Lexa? Non so rispondere

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