Pov. Clarke
Guardo Lexa, sembra totalmente terrorizzata, i suoi occhi spalancati mi mostrano una totale bufera in cui mi perdo immediatamente. Le afferro la mano con dolcezza.
"Lexa" – sussurro, alzandole la testa con la mano libera –"stai bene?"
Fa quasi paura, non ho mai visto questa parte fragile, non credevo nemmeno esistesse, lei è Alexandra Woods, guerriera e senza alcun timore. Davanti a me vedo solo una persona totalmente inerme, pronta a crollare da un momento all'altro. Sento il suo respiro farsi irregolare, come se stesse trattenendo le lacrime.
"Clarke "– il suo respiro totalmente irregolare fa uscire il mio nome come una supplica – "non fare quella gara."
La guardo interrogativa, non capisco tutto quel terrore, faccio queste gare da anni, un brivido mi corre su per la schiena al pensiero, continua a parlare.
"Non ti permetterò di rischiare la vita per qualche soldo, non essere stupida."
Eccola, è tornata in sé, il suo tono è estremamente arrogante e come se le fosse tutto dovuto, beh, ha sbagliato persona.
"Sai Lexa, non tutti hanno i miliardi, non sarai di certo tu a impedirmi di gareggiare" – il mio tono si alza e le mie guance si arrossano dal nervosismo – "e soprattutto, non sei nessuno per permetterti di dirmi cosa fare."
Ha toccato un tasto che non doveva toccare, è lo stesso motivo per il quale io e mia madre non parliamo da anni, questa discussione l'ultima volta l'ho avuta con lei. Era così tanto terrorizzata dopo la morte di mio padre che non facevamo altro che litigare, sono uscita di casa per l'ultima volta sentendomi urlare alle spalle " non voglio esserci quando morirai con quelle dannate macchine! " sentivo le sue parole rompersi come un bicchiere di cristallo, non mi girai, non ebbi la forza, chiusi la porta e non la vidi ne sentii più e forse è meglio così.
"Non è questo Clarke!" – mi ringhia addosso, il suo tono è un misto di emozioni che non riesco a capire
Pov. Lexa
Paura, rabbia.
Questo provo, questo provavo, non posso lasciarla andare.
"Lexa, mi conosci da qualche giorno, non mi puoi comandare, non sono il tuo peluche!"
Mi sputa addosso, perde il contatto con i miei occhi, si gira e se ne va. Un vuoto immenso si fa spazio nel mio cuore, tremo come una foglia e lentamente mi lascio cadere a terra, il pavimento mi accoglie tra le sue braccia fredde e il mio petto si infiamma, un urlo si libera dal mio petto, mi graffio la cute
–"Dannazione!"
Lo ripeto un paio di volte finché diventa un sussurro che risuona solo nella mia mente.
Sento la porta aprirsi, è Anya, si avvicina velocemente verso di me lasciandosi cadere a terra.
"Cosa succede?" – ha un tono che trapela tutta la sua preoccupazione.
"Portami a casa, immediatamente."
Non risponde, mi dà la mano e torniamo verso casa in un silenzio quasi assordante.
Pov. Clarke
Sono a casa da qualche minuto, mi lascio cadere nel divano, totalmente esausta.
"Allora, mi spieghi cos'è successo?"
Le racconto tutto d'un fiato, sono piena di rabbia, non riesco a controllare il mio tono di voce.
"Oh..beh, so quanto sia difficile per te Clarke, ma lei dopotutto non sa tutto ciò che sta dietro, no?"
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Be mine
FanfictionSe Lexa Wood fosse a capo di New York, ed è abituata ad avere tutto e tutti sotto il suo controllo, tranne Clarke Griffin? dal prologo: "Lexa adora poche cose nella sua vita, il controllo su tutti coloro che respirano all'interno di New York, il com...