Pov. Clarke
Il giorno dopo sono a casa di Octavia, mi sistemo i capelli, lo faccio sempre quando sono nervosa, guardo in continuazione il letto dove è sdraiata Octavia che sembra un po' una mummia.
Quando ieri sera siamo tornate non ho fatto altro che imprecare mentre fasciavo e mettevo dei punti un po' ovunque a Octavia, maledicendo quei dannati occhi verdi, se mai la rivedrò la prenderò a pugni di nuovo.
Vengo risvegliata dai lamenti di Octavia e mi precipito vicino a lei in ginocchio
" Come stai mummia? " le dico con sguardo preoccupato mente lei mi delizia con uno dei suoi sorrisi; non so come farei senza la mia migliore amica, se perdessi lei io non saprei proprio come fare.
" Bene, circa, grazie dottoressa " dice con voce rauca e assonnata mentre si sistema seduta sul letto, e fa una leggera smorfia per il dolore, quando la guardo e vedo il suo viso tutto gonfio, la rabbia mi fa impazzire.
" Octavia, se io rivedo quella ragazza, la prendo a pugni e-e- " comincio a balbettare dal nervosismo che mi pervade e scatto in piedi e comincio a camminare avanti e indietro mentre ricordo la scena della sera prima, quegli occhi verdi che bruciavano su di me, perché non si è alzata e non ha pestato anche me?
" Calma furia, se provi a farle male penso che ti posso venire a trovare in ospedale " Ride Octavia, ma quasi non la sento, sono immersa ancora in quella distesa verde.
Pov. Lexa
" Allora Josh, hai quella cartella che ti ho chiesto? " guardo in modo distratto il volto del mio assistente, vedendo i suoi occhi stanchi, sicuramente non ha dormito.
" Certo signorina Wood, sono dovuto andare all'edificio abbandonato per vedere tutte le firme che avevano messo gli ospiti, e li ho cercati in tutti i database e- "
lo blocco, già stanca di quel suo monologo
" Sto aspettando che mi consegni quello che ti ho chiesto. "
Lo guardo con aria scocciata e lui esce la cartella, la lascia sul mio tavolo in vetro ed esce salutandomi in un sussurro.
Mi lascio cadere nella sedia e mi giro tra le mani questa grande cartella gialla
" Clarke Griffin " leggo , e continuo a dirlo in un sussurro, come se fossi imbambolata da quel nome che suona così bene tra le mie labbra, e un brivido mi inonda leggendo quel nome, pronunciandolo. Faccio un lungo respiro e sono pronta a conoscere questa sconosciuta, quando vengo interrotta dalla furia di Anya
" Lexa Wood! Ora tu mi spieghi cosa ti è saltato in mente ieri! Non hai detto una parola, ti sei fatta dare un pugno in faccia senza reagire, e guardami quando ti parlo! "
In effetti non la sto ascoltando, sono immersa in quell'oceano, nell'oceano di Clarke Griffin, ho un brivido freddo che attraversa tutta la mia schiena al ricordo di quei boccoli scomposti mentre mi fissavano, e mi sentivo bruciare, e se ci penso, sento il mio corpo bruciare tutt'ora.
" Lexa ascoltami quando ti parlo! " dice scocciata
" Oh Anya, io ho pestato circa venti partecipanti, cosa sarà mai un pugno? " le dico tranquillamente
" Non è questo il punto, perché non hai reagito? Insomma la Lexa che conosco l'avrebbe pestata "
Perchè non ho reagito? Me lo chiedo anch'io, volevo farlo, davvero, ma quando ho visto quel viso, non avrei mai pensato di farle del male.
" Non lo so Anya, che vuoi che ti dica? Mi sono sentita caritatevole " le dico accennando un sorriso
" E questa cos'è?- mi sventola davanti alla faccia la cartella su Clarke Griffin- davvero Lexa, ora stalkeri pure la gente? "
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Be mine
FanfictionSe Lexa Wood fosse a capo di New York, ed è abituata ad avere tutto e tutti sotto il suo controllo, tranne Clarke Griffin? dal prologo: "Lexa adora poche cose nella sua vita, il controllo su tutti coloro che respirano all'interno di New York, il com...