Pov. Lexa
In una frazione di secondo vedo tutte le macchine sfrecciare, il mio cuore sta fermo, immobile, potrei giurare di non sentirlo battere.
Comincio a fumare senza alcun freno, cerco di seguire la macchina di Clarke ma è praticamente impossibile.
Mi chiedo seriamente se sia stata una buona idea, la mia mente aveva bisogno di un sollievo ed è per questo che sono qui, perché nel caso in cui succedesse qualcosa sono pronta ad intervenire.
Il mio cuore d'altronde non è per nulla contento della mia decisione, come biasimarlo; per i primi mesi dopo la morte di Costia, quando entravo dentro una qualsiasi automobile cominciavo a tremare come una foglia, poiché tutte le immagini di quel dannato incidente mi investivano come un tornado.
Sono seduta su questo muretto da circa dieci minuti, un leggero venticello mi accarezza la pelle, come per recarmi conforto, invano ovviamente.
Le pietroline sotto le mie mani cominciano a far male, ma continuo insistentemente a guardare la strada, in attesa di una qualsiasi informazione, non ho mai desiderato come adesso sentire il rumore di un motore, un sospiro frustrato sfugge dalle mie labbra e Octavia spezza il silenzio.
Pov. Clarke
Non ho mai dubitato delle mie qualità, ma il ragazzo che gareggia accanto a me è molto bravo e del tutto sleale, basta vedere i continui tentativi di buttarmi fuori strada.
Ho una qualità nella mia vita, il sangue freddo, credo che voglia solo spaventarmi, ma non accadrà, è assolutamente un testa a testa, visto che i nostri avversari sono qualche metro dietro.
D'altronde ho bisogno di questi soldi, il che mi motiva ancora di più, ma purtroppo non si tratta solo di questo, si tratta di dimostrare al mondo, di dimostrare a mio padre che io sono alla sua altezza, che io posso farcela, come ha fatto lui.
Una morsa stringe il mio stomaco al pensiero della sua morte, ma scuoto la testa e ingrano la sesta marcia, pronta per superare quel ragazzo.
Ho sempre creduto che le macchine, i motori facciano parte della mia vita in modo del tutto incontrollabile e non mi priverò mai di questa sensazione.
Il mio pensiero però va automaticamente a Lexa, alla sua preoccupazione del tutto palpabile e sono assolutamente intenta a scoprire di che si tratta, ne ho bisogno, non so il reale motivo, ma ho bisogno di capire.
Mancano gli ultimi chilometri e posso finalmente stringere l'ennesima coppa.
Pov. Lexa
"Cosa ti porta qui?" – Octavia incrocia le gambe e mi fissa con aria interrogativa
"Ho bisogno di parlare con Clarke, non sono affari che ti riguardano" – rispondo in modo evasivo
"Avete due caratterini" – sussurra
"Cosa scusami?" – stringo quei piccoli sassolini nelle mie mani e rispondo in modo arrogante
"Non ho paura di te, Lexa" – scrolla le spalle – "dico solo che questi vostri caratteri non vi porteranno di certo alla felicità, credo solo che alcune volte bisogna solo parlare a cuore aperto" – si interrompe un attimo – "non mi piaci, sia chiaro, posso solamente dirti di non farti sfuggire Clarke e spero soltanto che tu non mandi tutto a puttane, perché sennò ti distruggo" – sorride in modo stentato – "o perlomeno ci provo"
Le sorrido, infondo ha ragione.
Penso che Clarke mi abbia riaperto qualcosa dentro, non posso ignorarlo, non posso lasciar vuoto quel burrone che mi aperto dritto in mezzo al petto, devo affrontare le mie paure e combattere tutto questo tumulto di sentimenti, ho sempre combattuto, riuscirò a farlo anche questa volta.
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Be mine
FanfictionSe Lexa Wood fosse a capo di New York, ed è abituata ad avere tutto e tutti sotto il suo controllo, tranne Clarke Griffin? dal prologo: "Lexa adora poche cose nella sua vita, il controllo su tutti coloro che respirano all'interno di New York, il com...